2021: inizio d’anno nel ricordo di quello passato

Sulla pagina online dell’Espresso, con il consueto disincantato sarcasmo, l’ultima vignetta di Altan del 2020 ci presenta un omino mentre, in canottiera e pantaloni a righe del pigiama, getta il consuntivo finale nella tazza del bagno e tira lo sciacquone, suggellando come si deve l’anno appena finito. Altan ci ha abituato a questi flash di crudo e sintetico realismo: le sue vignette sono spesso più efficaci  e fulminanti di un saggio socio-filosofico. 

Tutto il contrario delle “dichiarazioni” politiche che ormai saturano e infestano i nostri telegiornali. Non vi sono più giornalisti che fanno domande e politici che rispondono al volo, ma dichiarazioni preparate anzitempo (su domande certamente programmate), scritte da qualche spin doctor. Aridateci Indro e Andrea Barbato, viene voglia di dire, soprattutto dopo aver dato un’occhiata, sempre sull’Espresso, all’elenco (purtroppo parzialissimo) delle dichiarazioni peggiori del 2020. C’è da sbizzarrirsi “per ricordare e soprattutto per dimenticare il peggior anno di sempre”.

E mentre questi “clown dell’oratoria” si auto-referenziano e si riciclano in parodie di se stessi, molti di noi ricordano e piangono tanti volti che hanno colpito il nostro immaginario e che fanno parte della nostra cultura e della nostra educazione sentimentale.

Al volgere del 2020 i media ci hanno proposto carrellate di personaggi più o meno famosi che se ne sono andati in questo anno, molti… troppi soffocati via dal COVID. 

Anch’io ho una mia lista. Persone, donne e uomini, che vorrei ricordare e che ci hanno lasciato nel 2020. Mi viene in mente Gianpaolo Pansa, libero pensatore e firma dei più importanti quotidiani italiani; Sergio Zavoli, scrittore e politico ma, soprattutto, giornalista che faceva giornalismo, così come erano giornalisti Gianfranco De Laurentis, Gianni Mura, Claudio Ferretti e Alfredo Pigna, cantore di Tomba la Bomba.

Penso a Luis Sepulveda, l’autore cileno della favola della Gabbianella e il Gatto, giornalista e attivista politico, amico di Salvador Allende mitragliato dagli assassini di Pinochet; ad Alberto Arbasino, raffinato scrittore e saggista che ci ha dato anticonformiste radiografie della società italiana, e ad Ennio Morricone che ricamò le colonne sonore dei metafisici western di Sergio Leone dando lustro alla musica italiana nel mondo.

E come non ricordare due donne straordinarie come Franca Valeri che, con intelligenza ed ironia, aveva fatto del teatro “l’illusione più bella della sua vita”, e la “ragazza del secolo scorso”, Rossana Rossanda che, per la sua ribellione ai carri armati sovietici a Praga fu radiata dal PCI. E poi Juliette Greco, intensa cantante e attrice francese che lavorò con Miles Davis e cantò Prevert, Sartre, Queneau, e moglie dell’ultimo tormentato papa di Moretti, Michel Piccoli, anche egli scomparso quest’anno, insieme al suo collega Claude Brasseur.

Se ne è andata la statuaria Lucia Bosè, Miss Italia della rinascente Italia del 1947. 

Anche la meravigliosa Diana Rigg ci ha lasciato: allietò i sogni di molti di noi adolescenti, poi regina di spine del trono di spade, e prima ancora Emma Peel in una serie televisiva degli anni 60, ma soprattutto nel ruolo dell’inquieta Teresa in un film dove fu sposa per un giorno del più improbabile degli 007. 

Ha preso congedo anche Sir Thomas Sean Connery, cavaliere di Edimburgo, sensuale e regale, aristocratico ben oltre l’aristocrazia, morto il 31 ottobre a Nassau, già scenario di antiche e giovanili missioni.

Due giorni dopo ci ha lasciato Gigi Proietti, poliedrico geniale istrionico mattatore della più genuina romanità, per me  soprattutto Er Mandrake

E poi ancora Kobe Bryant cresciuto in Italia, Kirk Spartacus Douglas, Ezio Bosso, Ben Cross, Pino Scaccia, John Le Carrè, Christo l’artista che voleva impacchettare il mondo, Max von Sidow, Kenny Rogers, Stefano d’Orazio, Gigi Simoni, Eddie Van Halen, Diego Armando Maradona, Pierre Cardin, Philippe Daverio trigonometrista dello spirito, e Paolo Rossi, di 10 giorni più giovane di me.

Ma soprattutto molti di noi piangono tante donne, tanti uomini, amici, madri e padri e figli che non ci sono più, tanti che il virus, la Natura, l’umana stoltezza o l’infelicità ci ha portato via.

C’è un’altra vignetta di Altan che avrebbe potuto chiosare il bilancio del 2020. I soliti due omini con basco e naso elefantino; uno dice all’altro: “POTEVA ANDARE ANCHE PEGGIO”. “NO”

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