È quello che ci auguriamo dopo aver incontrato due cuoche pluripremiate, la tedesca Tanja Grandits e l’italiana Caterina Ceraudo. Che condiscono i loro piatti con sapienza, spirito di condivisione e tanta “fratesorellanza”
di Maria Concetta Di Paolo
All’ottava edizione della promozione della Cucina Italiana nel mondo, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale dedica la settimana gastro-culturale -che si tiene come di consueto a metà novembre- al tema “A tavola con la cucina italiana: il benessere con gusto”.
Molti sono stati i partecipanti dell’ampia circoscrizione consolare di Basilea all’evento “Chef stellate. Due eccellenze della cucina italiana e svizzera si raccontano”, organizzato dal Consolato, che ha avuto luogo il 16 novembre nel tardo pomeriggio al Volkshaus Hotel nel cuore del centro storico basilese.
La Console d’Italia in Basilea, la Dottoressa Benedetta Romagnoli, tematizza la sua scelta e il suo desiderio di connettere il mondo italiano con quello svizzero attraverso gli occhi di due donne, due Chef premiate con l’importante riconoscimento della Guida Michelin, che dedicano tutta la loro vita a fare ciò che amano.
Una sorta di “dialogo culinario” è quello che si svolge tra le Chef stellate Tanja Grandits e Caterina Ceraudo, moderato dal giornalista americano Alan Friedman.
L’evento, realizzato con la prestigiosa cooperazione organizzativa dello storico marchio orologiaio Panerai e di Genussstadt Basel, ha visto menzionare diversi temi di rilevante contemporaneità: il cibo come sostenibilità, come creatività e ambizione, e anche come leadership se si pensa alla cucina italiana.
La presenza di due Chef stellate ha fornito un’interessante prospettiva sul modo di fare cucina nel momento in cui sono gli ingredienti stessi, segreti, a trasformare il nostro modus vivendi a tavola regalandoci un’esperienza indimenticabile.
La Chef di origine tedesca e “basilese” di adozione Tanja Grandits che, oltre al ristorante Stucki, gestisce anche un piccolo negozio di specialità gastronomiche rifornito con i propri prodotti, ha studiato in Inghilterra e in Francia; il duro lavoro e la sua indubbia creatività l’hanno portata a ricevere numerosi e prestigiosi riconoscimenti, tra i quali 2 stelle Michelin e 19 punti su 20 dai critici gastronomici Henri Gault e Christian Millau.
Tanja, che ha già pubblicato 6 libri di cucina, racconta che i suoi piatti spesso hanno tra gli ingredienti le erbe del suo giardino e sono basati sull’idea visiva di piatti monocromatici.
“Sono curiosa e aperta. Mi piace molto osservare e poi trasmettere ciò che mi piace e ciò che posso fare senza mai soccombere a una tendenza della moda”, asserisce la Chef tedesca.
Che si trova completamente d’accordo con la Chef italiana Caterina Ceraudo, la quale, di ritorno da un tour in Canada dove ha tenuto due masterclass, ci parla dell’incantevole natura calabrese da cui attinge sia l’ispirazione sia i prodotti per la sua cucina d’eccezione. Dopo una laurea in enologia, oltre ad occuparsi della carta dei vini del ristorante di famiglia, Caterina scopre di avere una passione autentica anche per la cucina.
Colpita dalla potenzialità e dalla versatilità dell’agricoltura biologica dei vigneti, degli uliveti e degli agrumeti della sua terra, decide di frequentare la Scuola di Alta formazione di Niko Romito, in Abruzzo; l’incontro con lo Chef pluristellato la induce a ripensare al suo percorso formativo e una volta terminati i suoi studi entra ufficialmente nella brigata del ristorante “Dattilo”, ristorante di famiglia nella Calabria centrorientale.
La “3 stelle Michelin” calabrese pone l’accento sul rispetto del cibo, sulla provenienza delle materie prime, sulla necessità di trasformare un piatto dagli ingredienti semplici e genuini in un’esaltazione naturale del gusto, donando equilibrio e leggerezza al palato dell’ospite. Caterina è orgogliosa di poter lanciare un messaggio di felicità dalla sua missione professionale nell’universo enogastronomico: “si è felici, quando si rende felici gli altri”, ci dice.
Il mondo della cucina ha bisogno di talenti, l’ambiente necessita di cura consapevole, le nostre chef stellate, a questo punto ci permettiamo di chiamarle così, sono ancora poche nel mondo: solo duecento su tremila, ma ben cinquanta sono italiane!
Facciamo che il mondo della ristorazione si tinga sempre più di rosa…
In conclusione un sentito “grazie” va alla Console Benedetta Romagnoli per questo evento che fa ben sperare e che dimostra come le donne possano essere portatrici del valore più alti tra i popoli: la “frate-sorellanza” e la condivisione!