A Genova nasce il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana

Italiani, popolo di migranti. Il patrimonio della storia dell’emigrazione italiana è vastissimo, diffuso in numerose località, italiane ed estere, custodito da enti, istituzioni statali e locali, archivi, musei, centri di studio e ricerca, associazioni di emigrati. Nel 2022 tutto questo sarà “custodito” in un museo a Genova, che nasce con l’intento di spiegare il fenomeno in tutte le sue numerose sfaccettature e articolazioni. Il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana (MEI) verrà ospitato nell’antico edificio della Commenda di San Giovanni di Prè, un capolavoro di arte medievale, da sempre animato da passaggi, viaggiatori, navi. La Commenda, fin dal XII secolo era ricovero dei pellegrini diretti in Terrasanta.

Il percorso espositivo sarà costruito intorno alle storie di vita dei protagonisti dell’emigrazione: le esperienze dei singoli saranno proposte al visitatore attraverso fonti primarie come le autobiografie, i diari, le lettere, le fotografie, i giornali, i canti e le musiche che accompagnavano gli emigranti, i documenti conservati da enti, istituzioni statali e locali, archivi, musei, associazioni di emigrati.

Il pubblico vi troverà le storie dei milioni di italiani che hanno lasciato il nostro paese a partire dall’Unità d’Italia nel 1861 per arrivare fino a oggi. Ci sarà anche uno spazio di riflessione, il “Memoriale”, il punto emotivamente più alto del percorso. La storia dell’emigrazione italiana è segnata infatti da una serie di episodi dolorosi, a volte collettivi. Uno spazio all’interno permetterà di approfondire gli episodi, dai fatti di Aigües Mortes (1893) alla strage di Marcinelle (1956), passando per disastri minerari e naufragi.

L’emigrazione italiana non ha avuto solo la sua destinazione all’estero e non appartiene solo al passato. Per questo il Museo racconterà anche l’emigrazione interna, declinata nelle sue due grandi direttrici, dalla campagna alla città e dal Sud al Nord e l’emigrazione contemporanea, con le forme che ha assunto dopo il 1973, anno del cambio epocale, in cui da paese di emigrazione, l’Italia diviene paese di immigrazione.

Per la realizzazione del progetto si è potuto fare affidamento sulla preziosa collaborazione di importanti studiosi e istituzioni -italiani e stranieri- e ruolo fondamentale rivestono le numerose associazioni di “Italiani nel Mondo”. «Una grande operazione di memoria popolare e collettiva del nostro Paese – commenta Paolo Masini, presidente del Comitato di indirizzo per la realizzazione del MEI – Partendo dalle singole storie personali si arriva a ricostruire un fenomeno che è nell’anima stessa delle radici dell’umanità. Donne e uomini con le storie più diverse che spesso hanno saputo trasformarsi in semi preziosi in terre generose».

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