A Taranto tutta la forza del vento

Il primo parco eolico marino del Mediterraneo è in Italia

di Giorgio Marini

È stato inaugurato a Taranto il primo parco eolico marino del Mediterraneo. Si chiama Beleolico ed è il nuovo impianto che Renexia, società del Gruppo Toto attiva nelle rinnovabili, ha realizzato al largo del molo polisettoriale pugliese con un investimento di 80 milioni di euro. L’impianto, che comprende dieci pale per una capacità complessiva di 30 MW, assicurerà una produzione di oltre 58mila MWh, pari al fabbisogno annuo di 60mila persone. Sul fronte ambientale, nell’arco dei 25 anni di vita prevista, consentirà un risparmio di circa 730mila tonnellate di anidride carbonica. Per la distribuzione dell’energia sul territorio l’azienda ha costruito una sottostazione per l’allaccio alla rete elettrica nazionale in località Torre Triolo, a pochi chilometri dall’area portuale.

Energia per 20mila famiglie

A fornire le turbine per il progetto, presentato ufficialmente durante una cerimonia inaugurale nel porto di Taranto, è stata la società cinese Ming Yang Smart Energy Group Ltd. Secondo la società che ha fornito le apparecchiature al parco Beleolico potrebbe fornire energia a quasi 20mila famiglie all’anno. Wang Lihe, vice presidente della Ming Yang Smart Energy, ha dichiarato che il progetto ha migliorato lo scambio di tecnologia ed esperienza nell’energia eolica offshore tra le aziende cinesi ed europee, e ha contribuito alla cooperazione internazionale nel promuovere lo sviluppo dell’energia pulita e affrontare il cambiamento climatico. Ha commentato l’imprenditore che ha realizzato Beleolico, Riccardo Toto, direttore generale di Renexia: “Il completamento di quest’opera centra un duplice obiettivo, da una parte la soddisfazione per aver realizzato il primo impianto eolico marino in Italia e nel Mar Mediterraneo, dall’altra la consapevolezza che il nostro approccio, basato sulla condivisione, possa contribuire alla creazione di un nuovo protocollo che coniughi tecnologia e attenzione all’ambiente”.

L’impegno italiano per le rinnovabili

In un videomessaggio inviato in occasione dell’inaugurazione del parco eolico offshore ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Enrico Giovannini: “Questa iniziativa si inquadra in un ambito complessivo di investimento nel nostro Paese sul fronte dell’energia rinnovabile che nei prossimi anni vedrà un vero e proprio balzo in Italia di impianti di varia natura. Ovviamente mi riferisco a impianti di energia rinnovabile resa ancora più necessaria da questa crisi drammatica che è stata scatenata dalla guerra in Ucraina”. E ha aggiunto: “La trasformazione verso la sostenibilità passa ovviamente dalla produzione di energia rinnovabile in tutto il mondo. Impianti come questo possono essere una risposta importante al nostro fabbisogno. È importante non solo valorizzare buone pratiche come questa, ma anche coinvolgere le comunità per comprendere quali soluzioni possono essere ottimali dal punto di vista della produzione di energia e relativamente meno impattanti”. Secondo Giovannini, “l’investimento di innovazione è indispensabile per consentirci di guardare al futuro in modo diverso, più sostenibile dal punto di vista ambientale ma anche economico e sociale”. Il ministro ha sostenuto che “l’insostenibilità la pagano soprattutto quelli che stanno più indietro, come stiamo vedendo anche a causa di questa crisi energetica. E ha osservato che “pensare anche in termini innovativi, realizzare impianti innovativi, sicuri da tutti i punti di vista, è un contributo non solo alla crescita economica, non solo alla riduzione dell’impatto ambientale, ma al miglioramento delle disuguaglianze”.

Risorse da non sprecare al Sud

Altri aspetti da sottolineare, relativi a Beleolico, sono stati evidenziati da Franco Bernabè, presidente di Acciaierie d’Italia, durante un suo intervento in collegamento video al convegno svoltosi a margine dell’inaugurazione: “Questo dell’eolico è un progetto importante. Dal nostro punto di vista il tema delle rinnovabili è fondamentale per quanto riguarda la decarbonizzazione. Noi stiamo già lavorando per un piano di sviluppo delle rinnovabili al servizio della decarbonizzazione dello stabilimento. Siamo anche in anticipo rispetto ai tempi di realizzazione degli impianti che serviranno”. Ha proseguito Bernabè: “Abbiamo già il potenziale che ci servirà per trasformare una parte al servizio delle energie rinnovabili che in Puglia sono abbondanti. È una risorsa importante. Non va spedito al Nord l’eccesso di produzione di rinnovabili. Il potenziale c’è”.  Secondo Bernabè, inoltre, “il Pnrr dà il quadro giusto di riferimento, ma è chiaro che l’energia dovrà avere un ruolo prioritario all’interno di questa revisione del Pnrr (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, ndr) che risentirà inevitabilmente del fatto che c’è l’inflazione e quindi ci sono costi più elevati”. I temi fondamentali della transizione energetica, ha sostenuto il presidente di Acciaierie, “sono ancora di maggiore rilevanza rispetto al momento in cui è stato varato il Pnrr. Non è per Greta (l’attivista svedese Thunber, ndr), non per l’atteggiamento che aveva circondato l’impostazione della politica energetica qualche tempo fa. C’è l’esigenza concreta di sviluppare le rinnovabili. La transizione energetica offre un potenziale straordinario di ripensamento delle catene di produzione industriale. Pensate a cosa significa l’automobile elettrica, tutto il sistema di approvvigionamento della produzione di automobili va ripensato”. Il presidente di Acciaierie ha dunque fatto presente che vanno “costruite componenti nuove, va fatta dell’innovazione, vanno introdotti dei sistemi di produzione che sono diversi da quelli del passato. L’Italia non può perdere questa sfida, non può perdere questa occasione di ristrutturazione industriale che offrirà la possibilità di dare ricchezze e posti di lavoro in un Paese dove ce n’è veramente tanto bisogno”.

ORA TOCCA ALLA SICILIA
Già mesi fa Renexia, responsabile della realizzazione del parco eolico marino di Taranto, ha ricordato un altro progetto attualmente sul piatto, relativo alle acque siciliane. Ha spiegato il direttore generale Riccardo Toto: “Abbiamo già avviato l’iter autorizzativo per MedWind, un parco eolico offshore flottante nel Canale di Sicilia, composto da 190 turbine per una potenza a regime di oltre 2,8GW”. Quest’ultimo rappresenterà un contributo concreto alla transizione energetica e agli obiettivi ambiziosi che l’Italia si è data, perché si basa sul paradigma per cui per fare energia verde bisogna partire dal rispetto per l’ambiente e basarsi su una inclusività ambientale, sociale ed economica”.

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