Addio, Hideo Azuma. Eroe tra gli evaporati del Giappone post bellico.

Muore all’età di 69 anni il creatore di Pollon e Nanà Super Girl, Hideo Azuma.

Mangaka, disegnatore. Uomo, fumatore, alcolista. Ironico, spensierato. Nichilista, depresso. Sono tutti epiteti che si adattano molto bene alla personalità artistica di Hideo Azuma, creatore di Pollon e Nanà Super Girl, due personaggi di culto nel panorama dei cartoni animati giapponesi.

Ci eravamo già occupati di lui con la recensione di un libro personale, intimo, dedicato al periodo della sua evaporazione: di quando, cioè, ha deciso all’apice del successo di abbandonare tutto e vivere per strada.

Azuma è stato un mangaka molto produttivo. Ha lavorato con svariate case editrici e con svariati autori importanti quali Tezuka e Ishinomori. Tutto il mondo lo ricorda per la dolce dea dell’Olimpo e la piccola studentessa robot, ma anche questo è un tocco che spicca nella vasta opera di questo signore sempre con la sigaretta in bocca. Azuma ha inventato il genere lolicon, lo stile da ninfa dei suoi personaggi contrapposti al grottesco, al nonsense, ai mostri che popolano il mondo perché il mondo è, purtroppo, pieno di mostri.

Da sempre amante della fantascienza, Azuma ci vedeva in essa la possibilità di espandere il proprio universo creativo. Fantascienza dell’assurdo, perché la sci-fi è di per sé assurda e se lo è la scienza lo è anche il mondo, la realtà, i rapporti umani. Gli alieni sono i nostri problemi, sono i pensieri sabotatori che ci fanno scendere nelle profondità. La tecnologia si sviluppa così come il mondo del lavoro che stressa e induce alla depressione o all’alcolismo. Queste sono le due facce di Hideo Azuma, autore di manga e alcolista, evaporato di culto che ha combattuto fino allo scorso 13 ottobre contro un duro cancro all’esofago.

Al centro di tutti i suoi pensieri, le sue visioni e i suoi viaggi interstellari onirici si trovano le ninfette, le bamboline della sua fantasia che rappresentano la semplicità e la purezza, l’essenza stessa della vita nella sua semplicità. Quando si troverà a dormire per strada penserà spesso ai suoi personaggi femminili quasi a considerarli mete da raggiungere. Nanà (in originale si chiama Nanako) è una ragazzina super forte che però un passato non ha, perché è stata creata da uno scienziato. Sa fare tutto, ma si sente sempre un po’ malinconica. Ecco Azuma anche qui, autore di un successo che non ha mai voluto cavalcare. Capace di fare da assistente a Tezuka, di volare da una casa editrice all’altra, sempre con una goccia di malinconia che non smette di scendere scandendo i giorni e le ore. In Pollon, Azuma si diverte con la mitologia e mostra i lati più oscuri degli uomini usando gli antichi. Come Goldoni con le maschere, Azuma mette in scena un Apollo pigro, un Dionisio alcolizzato e uno Zeus libidinoso al cospetto della piccola dea senza ancora una identità. Perché di questo si tratta: Pollon è una dea non dea che deve trovare la sua strada.

Forse, la strada di Hideo Azuma non era su questo pianeta, e sicuramente se n’è andato troppo presto. Anche perché stava vivendo un momento di rinascita con le sue opere. Non da ultima, la notizia del Gran Guinigi a Lucca 2019, storico premio prestigioso per le categorie del fumetto, proprio per il suo Diario della Mia Scomparsa (J-Pop).

Ci ha spiazzati, ancora una volta. Salutandoci con i suoi personaggi e la malinconia di un mondo che non esiste più e che potrà vivere solo mantenendone il ricordo.

Hideo Azuma è nato il 6 febbraio 1950 a Urahoro, Hokkaidō, in Giappone. Ha iniziato a disegnare manga all’età di 16 anni. Molto noto per le sue opere a tema lolicon e fantascienza che appaiono in riviste come Weekly Shōnen Champion, così come per le serie Pollon e Nanako che sono diventate entrambe serie televisive anime nei primi anni ’80. È deceduto il 13 ottobre 2019, all’età di 69 anni a causa di un cancro esofageo.

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