Alberto Giacometti: i disegni e le emozioni

di Nicoletta Tomei

Da sempre l’arte è lo specchio dei tempi. Ne descrive l’evoluzione di sensibilità, valori e speranze. Talvolta ci incamminiamo su questo percorso sedotti dal processo creativo dell’artista. In altri casi sono le circostanze a coniugare sentire comune e messaggio artistico, per elevarli ad espressione di un’epoca. Sono queste le emozioni alle quali ci porta la attesissima mostra Alberto Giacometti 1901-1966. Grafica al confine tra arte e pensiero, visitabile presso il m.a.x Museo di Chiasso sino al prossimo mese di gennaio e inaugurata solo nei giorni scorsi, con forte ritardo sul calendario, per una fortuita sequenza di circostanze conseguenti alla nostra attualità.

Il messaggio dell’artista, che parte dall’universale semplicità della vita di valle, la sua Val Bregaglia, terra italiana del Canton Grigioni, di cui era legittimo figlio, diventa attualissimo richiamo alla nostra coscienza, oggi più che mai angosciata dalla ricerca di nuovi equilibri esistenziali. Alberto Giacometti, ricordano gli organizzatori della mostra, è sicuramente noto come scultore e pittore. Ma era anche un disegnatore. Disegnare per lui era un modo immediato e diretto per esprimere la percezione del reale. I critici che si occupano delle sue opere oggi concordano, come era lo stesso artista a riconoscere, che il disegno è alla base di ogni forma di espressione.

Giacometti disegnava dappertutto, comunque, ovunque, in modo compulsivo ed al medesimo tempo liberatorio: sulle buste e le lettere che riceveva, su giornali e riviste, sulle tovaglie di carta dei ristoranti, sulle pareti intonacate del suo atelier, sul suo inseparabile taccuino e sull’ album degli schizzi.

Rispetto alla sua consueta produzione artistica, le grafiche di Giacometti sono tutt’altro che secondarie. Anzi: confermano che è proprio grazie al segno che Giacometti si libera dall’ angoscia visiva di giustificare la percezione della realtà, il che oggi rende particolarmente attuale la sua produzione grafica. Lo testimoniano i numerosi libri di artista, gli oltre quattrocento fogli di grafica, i disegni presenti a Chiasso, e declinati nelle più varie tecniche grafiche: dalla xilografia, all’ acquaforte, alla litografia.

Inoltre, per la prima volta in una esposizione, di Giacometti vengono proposte anche tre matrici, litografiche e calcografiche. La mostra, coordinata da Nicoletta Ossanna Cavadini direttice del m.a.x. Museo, è nata grazie alla collaborazione di un dream team di alcuni tra i piu’ importanti studiosi dell’artista grigionese, ai quali è giusto riconoscere la dovuta citazione: il filosofo e storico dell’arte Jean Soldini; l’accademico Chasper Pult, linguista della Val Bregaglia e già direttore presso l’Istituto svizzero a Roma e Milano; i critici d’arte Luigi Sansone e Marco Fagioli.

I loro contributi sono raccolti nell’imperdibile catalogo sulla mostra allestita dalla casa editrice italo-svizzera Albert Skira.

 

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