Antartide: record di scioglimento dei ghiacci dal 2012

di Marina D’Enza

Per la seconda volta, dal 2012, i ghiacci dell’Antartide si sono ritirati a formare una superficie restante di meno di quattro milioni di chilometri quadrati. L’assoluto record negativo è stato registrato nel 2012. Secondo i ricercatori dell’istituto Alfred-Wegner a Bremerhaven ciò dipende dalle elevate temperature nell’aria, vere e proprie onde di calore che hanno investito soprattutto la Siberia. 

Non è stata solo l’aria a diffondere il calore, bensì l’acqua stessa, avendo assorbito energia solare più a lungo del normale a seguito dello scioglimento prematuro del ghiaccio galleggiante. L’anomalia ha fatto in modo, inoltre, che correnti d’acqua oceanica normalmente confinate a 150 m di profondità, siano emerse in superficie, acutizzando il problema. Insomma, si è creato una sorta di circolo vizioso nel quale aria calda e acqua calda hanno funzionato in maniera sinergica verso “il peggio”. 

Lo spettacolo che si è presentato quest’anno al polo Nord agli occhi degli esperti del clima è stato sconfortante e preoccupante. Il problema riguarda ovviamente anche il polo Sud dove, rispetto agli anni Ottanta, il ghiaccio si scioglie oggi 6 volte più rapidamente. 

Uno studio pubblicato nel 2019 sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences L’Antartide, riporta che attualmente si sciolgono 250 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno. Nel 1990 erano 40 miliardi di tonnellate all’anno. 

Con i ghiacci scompaiono ovviamente gli animali che li popolano e le specie marine e barriere coralline sensibili all’innalzamento della temperatura dell’acqua. Anche i territori coperti dal permagelo, cioè perennemente ghiacciati, stanno subendo cambiamenti drammatici. Il fenomeno del permagelo riguarda circa 20% dei territori emersi e può raggiungere una profondità di 1500 metri. Sotto il permagelo si trova metano intrappolato da millenni. Con la diminuzione della superficie terrestre interessata da permagelo, gli scienziati temono la liberazione del metano sottostante. Questo gas è in grado di produrre un effetto serra di gravità 25 volte superiore all’anidride carbonica. 

Secondo uno studio comparso nel 2019 su Nature Communications, tra il 2007 e il 2016, la temperatura del suolo coperto da permagelo si è elevata mediamente di 0.3 Celsius, e in Siberia di 1 grado Celsius. Lo scioglimento dei ghiacci e la riduzione del permagelo sono destinati a creare danni irreparabili, tra cui la scomparsa di enormi territori costieri come, ad esempio, la Florida e i Paesi Bassi, e movimenti migratori di decine di milioni di persone verso l’entroterra. 

Lo scioglimento dei ghiacci inoltre ha un forte impatto sul clima e i fenomeni atmosferici. Il compito degli scienziati è di considerare tale impatto all’interno dei modelli di previsione climatica per renderli più accurati allo scopo di prevenire o arginare catastrofi naturali. Il nostro compito invece è attenersi a un comportamento il più possibile ecologico e rispettoso dell’ambiente, nella speranza di poter almeno ritardare nel tempo gli effetti drammatici del mutamento climatico.

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