Biblioteca Interculturale per la prima infanzia: a Lugano un luogo d’incontro e di accoglienza

Le biblioteche giocano un ruolo fondamentale nella filiera del patrimonio culturale: non solo infatti garantiscono l’accesso libero all’informazione e alle opere d’ingegno, ma accompagnano l’utente nel processo di apprendimento lungo tutto l’arco della sua vita. Spazi di condivisione e di socializzazione, le biblioteche oggi sono sempre più attente ai bisogni dei fruitori e contribuiscono alla conoscenza del territorio, promuovendo, con azioni capillari e mirate, il dialogo con gli stakeholder, rafforzando i valori identitari delle comunità e affrontando sfide quali la multiculturalità e la digitalizzazione.

La Biblioteca Interculturale per la prima infanzia è una realtà oramai consolidata nella Svizzera italiana. Nata a Lugano nella primavera del 2010, ha ottenuto molti consensi e diversi riconoscimenti come il premio contakt-citoyenneté. Membro di Interbiblio (associazione mantello di tutte le biblioteche interculturali della Svizzera), promuove la molteplicità culturale e linguistica e ospita un centro di socializzazione. E proprio alla responsabile Laura Raia domandiamo:

Biblioteca e preasilo: come dialogano queste due realtà nella stessa associazione madre? 

Il progetto nasce come biblioteca interculturale per la prima infanzia per favorire incontri e attività tra mamme e bambini di provenienza e culture diverse. Successivamente, con la costituzione dell’Associazione Ricciogiramondo, è stato aggiunto il preasilo, riconosciuto “centro di socializzazione” a livello cantonale e federale, per favorire, in particolare e in un contesto protetto, l’inserimento progressivo all’asilo e alla scuola dell’infanzia dei bambini di persone migranti. L’associazione Ricciogiramondo è un luogo di accoglienza per tutti e rappresenta un primo contatto per le famiglie da poco arrivate in Canton Ticino.

Il libro, come un invisibile fil rouge che unisce, è spesso il mezzo di comunicazione nella relazione educativa con il bambino e nell’interazione con l’adulto, soprattutto con le persone che non parlano ancora la lingua italiana: proporre loro un libro nella propria lingua è un po’ come aiutarli a ritrovare casa lontani da casa. La biblioteca è per me il luogo del confronto, dell’apertura, dell’intimità, dell’accoglienza, dello scambio e della conoscenza. Il fatto poi che il preasilo sia aperto la mattina, mentre la biblioteca il pomeriggio, consente di racchiudere più possibilità in un’unica struttura (seppure con stanze separate), come a casa. In questo modo è possibile garantire ai bambini una continuità relazionale dalla mattina, quando è presente solo l’educatrice, ai diversi momenti della giornata, con proposte differenziate per bambini e genitori anche non iscritti al preasilo. L’intento è quello di creare una piccola comunità di persone attraverso incontri e scambi interculturali.

Come ha vissuto l’associazione questo periodo di “chiusura forzata” per l’emergenza sanitaria anche in relazione ai suoi abituali fruitori?

Ho utilizzato i tre mesi di chiusura per riorganizzare il mio lavoro all’interno della biblioteca, dato che non era aperta al pubblico. Ho ultimato e migliorato la catalogazione dei libri, differenziando maggiormente le categorie per facilitare la scelta delle letture; attraverso il canale online, ho selezionato e segnalato libri per i più piccoli in base al tema; ho riordinato e igienizzato tutti i locali (ho anche imbiancato le pareti) e mi sono occupata della parte burocratica e amministrativa. Il progetto “Biblioteca itinerante” è stato molto apprezzato: consisteva nel portare i libri a domicilio e lasciarli nella cassetta postale, chiedendo poi alle persone di rispettare un giorno per la quarantena; similmente, i libri restituiti rimanevano in quarantena nella cassetta postale, o in biblioteca prima di un nuovo prestito, per tre giorni. Il servizio, ancora attivo, è gratuito e tuttora ricevo molte richieste. Inoltre mi sono occupata della raccolta fondi per l’associazione Amazônia Onlus attraverso l’acquisto di borse e mascherine fatte a mano anche grazie alla partecipazione di alcuni genitori simpatizzanti della biblioteca. Ho regolarmente mantenuto i contatti con le famiglie dei bambini del preasilo, ma anche con gli utenti della biblioteca. Infatti ho avvertito da parte delle persone il bisogno di essere costantemente rassicurati e di non sentirsi troppo soli in una situazione di grande incertezza. Fuori dalla biblioteca, ho allestito un piccolo tavolino con due sedie in cui organizzavo il caffè pomeridiano. Ma ho vissuto soprattutto dando il giusto spazio e valore a ogni libro e anche nella preparazione-rituale-quotidiana ad accogliere nuovamente le persone.

In seguito agli ulteriori allentamenti del Consiglio federale, molte biblioteche hanno riaperto, ma dovranno comunque mettere in atto un piano di protezione ispirato al modello di Bibliosuisse. I centri di socializzazione invece hanno potuto riaprire prima. Quali progetti in cantiere?

Seguendo le direttive cantonali sull’igiene e le misure di sicurezza da adottare, il 2 giugno abbiamo accolto nuovamente i bambini del preasilo, anche se il gruppo si è ridotto perché alcuni genitori non si sentono ancora tranquilli. Comuque è andata molto bene e i presenti erano tutti contenti di riprendere le attività. La biblioteca invece resterà chiusa per l’estate, ma, su richiesta, si potranno prendere in prestito i libri. A partire dal 23 giugno partirà il centro estivo anche con i bambini della Croce Rossa di Cadro. Non appena avremo l’autorizzazione, inizieremo un nuovo percorso incentrato sugli “Incontri mamma-bambino”, mentre stiamo già lavorando ad un altro progetto dal titolo “Ricciogiramondo in viaggio”. Dopo l’estate, dovrebbe partire “Slow after school”, un’attività di doposcuola e di recupero scolastico.

 

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