CALDO E SONNO. Come combattere l’afa notturna

di Maria Moreni

Lenzuola appiccicose, sudore sulla pelle, sonno agitato e a intermittenza fino all’alba. Le ondate di caldo improvvise hanno già messo a dura prova molte persone che faticano a riposare di notte, a meno che non possano usufruire di un condizionatore – ma occorre stare attenti a eccessivi sbalzi di temperatura, per giunta prolungati– o stare in ambienti più freschi, come accade, per esempio, in alcuni posti collinari o in montagna. È un problema che riguarda tutti, dai bambini, che, avendo un volume corporeo più piccolo faticano a far scendere la temperatura interna, agli anziani, i quali, dopo i 70 anni, tendono a dormire con difficoltà più di 5-6 ore a notte. Ci sono, poi, persone con determinate patologie, come la sclerosi multipla, che risentono più delle altre delle ondate di calore e, per questo, possono assistere a un peggioramento dei sintomi. In tutto ciò, oltre alle condizioni climatiche stagionali, giocherebbe un ruolo non minoritario anche il riscaldamento globale, che, nelle ore notturne, ci starebbe sottraendo 44 ore di riposo l’anno fin da adesso, come emerge da uno studio dell’Università di Copenaghen. Si tratta, inoltre, di una quantità destinata ad aumentare. La mancanza di sonno non va sottovalutata: può essere associata, infatti, a una riduzione delle prestazioni cognitive, a una diminuzione della produttività, a una funzione immunitaria compromessa, a esiti cardiovascolari negativi, a depressione, rabbia e comportamenti autolesionistici e autodistruttivi, solo per ricordare alcuni effetti negativi.

Consigli per dormire meglio

Dopo il primo precoce caldo estivo ‘Hannibal’, ai primi di maggio, è in arrivo l’anticiclone ‘Scipione l’Africano’ con picchi fino a 40-41 gradi. Per cercare di difendersi dalle impennate notturne della colonnina di mercurio è utile adottare qualche accorgimento. È importante ventilare l’ambiente in cui dormire, per facilitare l’evaporazione del sudore, meccanismo attraverso il quale l’organismo fa scendere la temperatura. I classici ventilatori possono andare bene, ma l’importante è che siano abbastanza silenziosi. Non sottovalutate il ruolo delle piante per ossigenare la stanza: basta metterle sul davanzale della finestra aperta durante il giorno, e ricordarsi di rimuoverle di notte, quando passerebbero a produrre anidride carbonica. Inoltre è utile tenere sempre accanto a sé una bottiglia d’acqua, per reintegrare i liquidi e i minerali persi col sudore. Meglio andare a letto a distanza di 2-3 ore dal pasto serale. Attenzione ad alcol e cibi speziati, che influiscono sulla temperatura corporea. In generale bisognerebbe evitare il sovraccarico: quello di cibi troppo elaborati e di calorie a tavola, dal momento che l’impegno nella digestione ostacolerà la dispersione di calore a livello cutaneo, ma anche quello mentale, senza studiare o lavorare dopo cena. L’ideale è arrivare all’ora del riposo stanchi fisicamente, dopo aver fatto un po’ di esercizio nelle ore più fresche. Potrebbero essere utili e proficue, invece, la lettura di un libro o la visione di un film rilassante.

ARIA CONDIZIONATA SÌ O NO?

Il condizionatore in funzione mentre si dorme non fa bene. Parola di esperto. Ecco quanto ha spiegato, infatti, all’agenzia Ansa.it il professor Lino Di Rienzo Businco, medico chirurgo otorinolaringoiatra e audiologo: “Di notte l’aria condizionata fa male. L’ideale sarebbe refrigerare la stanza raggiungendo la temperatura voluta e poi spegnere i condizionatori”. Se però non si riesce a resistere alla tentazione di tenere l’aria condizionata accesa quando si sta a letto, lo specialista consiglia tre semplici regole: “Il getto d’aria non va direzionato sul viso, perché altrimenti la mucosa nasale si secca, lasciando aperta la porta a virus, germi e batteri. Si raccomanda di utilizzare soluzioni nasali umettanti a base di sostanze naturali, che proteggono la mucosa per tutta la notte e minimizzano il trauma dello shock termico. Infine, la temperatura impostata non deve essere troppo bassa, perché durante il sonno le funzioni rallentano e il caldo viene percepito meno dal corpo”. E come stabilire se la temperatura è corretta, anche nelle ore diurne, a casa o al lavoro? “Di giorno, la temperatura esterna andrebbe divisa per due e al risultato andrebbe aggiunto dieci. Quindi, se ci sono 30 gradi, la temperatura ideale è di 25. Ma di notte sarebbe meglio tenere la temperatura un po’ più alta”, ha spiegato ancora Di Rienzo Businco.

L’IDRATAZIONE È IMPORTANTE

Chi non beve abbastanza dorme meno, mentre una idratazione corretta migliora la qualità del sonno e quindi della vita. Secondo uno studio condotto su circa 20.000 giovani adulti in buona salute in epoca pre-pandemia – l’emergenza sanitaria ha indubbiamente scombussolato i ritmi del sonno della popolazione mondiale – e pubblicato sulla rivista ‘Sleep’ nel 2019, c’è un legame fra disidratazione e riposo notturno. I soggetti che, durante il test, dormivano solo sei ore per notte hanno presentato un tasso significativamente più alto di disidratazione rispetto a coloro che ne dormivano otto. Dall’analisi delle loro urine, infatti, è emerso che i valori elevati di densità urinaria (maggiori di 1.020 g/ml) e di contenuto salino (maggiore di 831mOsm/kg) danno prova di una scarsa idratazione e portano a una conseguente riduzione della durata del sonno di circa due ore.

Se siamo poco idratati il fisico si difende e per prevenire la perdita di liquidi produce la vasopressina, un ormone antidiuretico che influisce con il ritmo del sonno. Ha spiegato Umberto Solimene, presidente FEMTEC, Direttore Centro Referenza Medicina Integrata dell’Organizzazione Mondiale della Sanità presso l’Università di Milano ed esperto dell’Osservatorio Sanpellegrino: “Quando dormiamo il corpo attraversa molteplici e complessi processi per ristorare la salute generale dell’organismo. Dormendo la quantità raccomandata di ore, che varia da persona a persona e in base all’età, permettiamo a questi processi di svolgersi al meglio e al ritmo circadiano di gestire la quantità di liquidi presenti nel corpo”. La disidratazione può causare anche stanchezza e affaticamento che si manifestano con sintomi come mal di testa e crampi muscolari che rendono più difficile addormentarsi e impattano negativamente sulla qualità del sonno. Ha aggiunto Solimene: “Una buona abitudine può essere quella di mantenersi correttamente idratati durante tutto l’arco della giornata, bevendo acque minerali ad alto contenuto di oligoelementi che aiutano il regolare ciclo veglia-sonno per evitare di incorrere nella disidratazione notturna che impatta negativamente sulle fasi del nostro riposo”.

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