Chiude la più famosa libreria italiana nel mondo. Dove si incontreranno gli scrittori e i lettori del Bel Paese a Londra?

Addio all’Italian Bookshop della capitale del Regno Unito. La crisi dell’editoria e la Brexit sono stati fatali, ma…

di Erminia Fabrizi

L’Italian Bookshop di Londra abbassa la serranda. La crisi del mercato editoriale, aggravata nel Regno Unito dai problemi della Brexit e dalla difficile congiuntura economica post pandemia, è stata fatale anche alla più famosa libreria italiana nel mondo.

L’attività, situata al 123 di Gloucester Road, nel cuore di South Kensington, costituiva da trent’anni un autorevole punto di ritrovo per scrittori e connazionali Oltremanica. In precedenza, fino al 2016, era situata a Warwick Street a Soho.

Era divenuta famosa non solo come meta imperdibile dei lettori italiani in Inghilterra, ma anche per essere stata ricordata in alcuni bestseller di successo come ‘Dimmi che credi nel destino’ di Luca Bianchini.

A dare l’annuncio della chiusura, avvenuta lo scorso lunedì 5 giugno 2023, è stata la responsabile, Ornella Tarantola, licenziata in tronco. Era arrivata a guidare la libreria nel 2000, dopo l’acquisizione del negozio da parte della compagnia European Schoolbooks. L’attività era stata inaugurata da Flavia Gentili nel 1995, con la prima apertura dello store al numero 5 di Cecil Court, per conto del distributore Messaggerie Libri di Milano.

Tarantola, famosa per la sua passione e la dedizione al mestiere, è nata in mezzo ai libri. I suoi nonni avevano una libreria a Brescia, dove lei è nata. Poi la vita ha preso un corso differente, finché Ornella non si è ritrovata a Londra e lì si è trovata a ripercorrere le orme di famiglia.

Ospiti e amici affezionati della libreria sono stati, negli anni, personaggi del calibro dell’attore Colin Firth, del regista e interprete Nanni Moretti, del compianto musicista Ezio Bosso, che non mancava mai di far visita a Ornella quando si trovava a Londra. Per non dimenticare la comica Luciana Littizzetto, il cantante Gianni Morandi, oltre naturalmente al già citato Bianchini. Una volta al mese si teneva una giornata dedicata ai bambini, con letture, canti e balli.

Come ricorda ‘La Stampa’, lo “scrigno magico” di Tarantola, fatto di carta e caratteri d’inchiostro, era l’unica libreria italiana di Londra, dove ufficialmente vivono 350 mila italiani e, nel corso di tre decenni, ha continuato a promuovere la diffusione della lingua italiana, al pari della Società Dante Alighieri e dell’Istituto Italiano di Cultura.

Con la Brexit (ossia l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea) molti italiani – studenti e lavoratori – sono andati via da Londra e dalle altre città inglesi. La lingua italiana non viene più insegnata nelle scuole: è stata pressoché rimossa dai programmi didattici. L’ambasciata tricolore, infatti, si sarebbe già attivata: la chiusura di Italian Bookshop – diventata un’icona di scambio, condivisione, saperi – è diventata una questione istituzionale.

In un momento di amarezza e improvviso silenzio, in un luogo abitualmente pieno di vita, incontri e bellezza, proprio Tarantola insegna a guardare con ottimismo al futuro e a non perdere la speranza, come ha sempre ricordato anche ai suoi clienti più assidui. “Londra mi ha sempre voluto bene”, ha detto, commossa, l’apprezzata libraia. “Confido in nuovi raggi di sole”.

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