Circo Knie: un viaggio senza tempo nella meraviglia

Il punto forte è la tradizione di famiglia, portata avanti con passione e lavoro da ormai otto generazioni, e la capacità di essere al passo con i tempi. Senza mai perdere la magia

di Antonella Montesi

Entrare al circo Knie, il circo nazionale svizzero, è come entrare in una storia onirica.
Storia perché di storia ce n’è tanta, da quel lontano 1803, quando uno studente di medicina, Friedrich Knie, si innamora dell’amazzone Wilma. Onirico perché lo spettacolo a cui si assiste ci porta in un mondo parallelo, fatto di colori, suoni, immagini, emozioni che sembrano appartenere ad un mondo altro, fatto di sogni, e, per dirla con Shakespeare, dove il sogno è la quintessenza della realtà.

La tournée 2023, partita da Zurigo all’insegna del successo e che toccherà ora varie città della Svizzera tedesca e romanda, con una tappa in Ticino e la conclusione a Lucerna in dicembre (si vedano le date su www.knie.ch) vede una serie di artisti internazionali che si esibiscono su una pista che diventa un palco, con una innovativa scenografia fatta di tende d’acqua, fontane, luci e raggi laser.

Il ritmo sostenuto dello spettacolo vede la bravura di acrobati, contorsioniste, saltatori, piramidi umane di quattordici metri, sfide alla gravità come quella di Cyr Wheel o adrenalina allo stato puro con la performance del Globe of Wheel: dieci motociclisti che si inseguono a 70km/h in una sfera d’acciaio. L’intrattenimento è affidato ad Erwin aus der Schweiz, alias Marc Haller e a Kaya Yanar, il comico turco, ormai naturalizzato svizzero.

Per chi ama e segue la famiglia Knie da sempre, sa che il punto forte è la tradizione di famiglia, portata avanti con passione e lavoro da ormai otto generazioni. Dal 2015 non ci sono più gli elefanti di Franco Knie sen. e del figlio, Franco jun., ora entrambi concentrati sull’attività dello zoo di proprietà di Rapperswil dove, la dinastia degli elefanti, ha trovato collocazione.
Per cui, la magia dello spettacolo circense degli animali è tutta incentrata sullo stupendo lavoro fatto sui cavalli, altro ramo portante del circo, portato avanti dall’altro fratello, Fredy jun. Knie e dalla moglie Jacqueline. Da alcuni anni lo scettro è passato alla loro figlia Géraldine, anche direttrice artistica del circo, che a sua volta ha messo in campo i figli: Ivan Fréderic, Chanel e il piccolo Maycol.
Sono loro i veri protagonisti di questa edizione: Chanel, tredici anni, dà un saggio di quello che è un pezzo forte della scuola Knie, il dressage; Maycol jun., sei anni, affascina con il suo pony e Ivan Frédéric regala un momento di grande magia ed emozione quando, circondato da ventisette cavalli, tra cui andalusi, arabi, frisoni, lipizzani, dà vita ad un carosello di rara bellezza e maestria.

Il circo Knie ha saputo rinnovarsi e adeguarsi ai tempi, rinunciando a numeri non più in sintonia con le nuove sensibilità che non approvano l’uso di animali negli spettacoli, puntando su arti circensi incentrate sul lavoro di grandi professionisti e portando avanti in maniera trasparente il lavoro con i cavalli trasformandolo, con grande intelligenza, in un punto di forza. È infatti possibile assistere agli allenamenti quotidiani con i cavalli, oppure partecipare ad un esclusivo corso di equitazione con Fredy jun. o organizzare un aperitivo assistendo ad una seduta di dressage. Una grande sintonia tra uomo e cavallo, un grande rispetto in generale per il lavoro che si svolge e una rinnovata gratitudine per il pubblico che, da sempre, ama questa famiglia e che gli svizzeri, non a caso, considerano un po’ la loro famiglia reale.

Continuare
Abbonati per leggere tutto l'articolo
Ricordami