L’esposizione – presso gli spazi dell’Università della Svizzera Italiana – sarà aperta al pubblico fino al 30 giugno
Immagini: Mostra ʹLa scuola di Mendrisio. Un progettoʹ, Teatro dell’architettura Mendrisio,
Foto di Enrico Cano
Dal 23 febbraio fino al 30 giugno 2024, presso gli spazi del Teatro dell’architettura Mendrisio dell’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera Italiana (USI) è aperta al pubblico la mostra intitolata “La scuola di Mendrisio. Un progetto – Attività didattica 2022/23”.
I curatori sono Marco Della Torre e Manuel Orazi. L’inaugurazione al pubblico è il 22 febbraio alle ore 18.30, con l’intervento del Prof. Walter Angonese, direttore dell’Accademia di architettura dell’USI.
Fin dalla sua nascita, avvenuta nel 1996, l’Accademia di architettura dell’USI espone ogni anno una rivisitazione dedicata all’offerta formativa, ai risultati che vengono ottenuti durante i semestri di attività didattica e al lavoro delle studentesse e degli studenti.
Per il 2024 la mostra si presenta con un formato completamente rinnovato rispetto alle passate edizioni. L’obiettivo primario, invece, resta quello di presentare al pubblico, e non solo agli addetti ai lavori, il lavoro prodotto collettivamente dalla comunità accademica durante il periodo 2022/23.
Sarà un’occasione anche per illustrare la varietà di lezioni e attività che vengono svolte all’interno del campus dell’USI a Mendrisio, tutte finalizzate alla formazione di nuove generazioni di architetti.
L’impronta didattica e la trasmissione dei saperi disciplinari sono in linea con un progetto innovativo e sperimentale ereditato dagli iniziatori della scuola di Mendrisio, sapientemente lanciato e strutturato oltre 27 anni fa dai fondatori Mario Botta e Aurelio Galfetti. Contestualmente, l’esposizione invita anche a riflettere sulla natura di una scuola di architettura che, rispettando l’autorevole tradizione, deve continuare a ripensarsi in un’ottica futura.
Quando, a Chicago, l’architetto e designer Ludwig Mies van der Rohe si ritrovò a riformulare l’Illinois Institute of Technology – che diresse dal 1938 al 1958 – affermò: “Non impartiamo soluzioni, ma cerchiamo di insegnare agli studenti i mezzi per risolvere i problemi”.
Nella mostra vengono delineati, in sintesi, i principi che hanno guidato la formazione di alcune scuole del Novecento, diventati importanti punti di riferimento per i programmi didattici delle scuole di architettura del nostro secolo: la Hochschule für Gestaltung di Ulm, la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, l’Architectural Association di Londra, l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia e l’Institute for Architecture and Urban Studies a New York.
Il percorso espositivo inizia al piano terreno del Teatro dell’architettura con una presentazione degli atelier di progettazione, di quelli di rappresentazione visiva e di consapevolezza spaziale del primo anno del corso di Bachelor e continua nelle due gallerie ai piani superiori.
La visita procede con l’esposizione delle attività riferite agli anni successivi nei differenti ambiti didattici e organizzate per sezioni: dalle discipline storico-umanistiche alla cultura del territorio e del paesaggio, da quelle riferite alle tecnologie costruttive consapevoli, tradizionali, innovative e sostenibili alle scienze esatte, dalle tecniche di rappresentazione e dai workshop di cinema e fotografia per l’architettura ai corsi dedicati al progetto per l’effimero.
Al secondo piano si possono vedere i risultati degli atelier di progettazione suddivisi per gruppi a seconda delle intenzionalità e delle vocazioni espresse: da quelli dedicati all’housing per le abitazioni individuali e collettive a quelli per l’architettura a scala territoriale, dagli atelier per progettare il riuso del patrimonio esistente agli atelier portatori di valori all’insegna dell’”internazionalismo critico”.
La visita è scandita da una serie di interviste realizzate con studenti e studentesse, assistenti e docenti a rappresentare l’ampia e variegata comunità che anima il campus della scuola di Mendrisio.