Prima di tutto bisogna tener conto che l’Italia, come molti altri Paesi, adotta il sistema pensionistico "a ripartizione": l’equilibrio tra entrate e uscite è cioè garantito dal fatto che, attraverso i loro contributi, gli attuali lavoratori sostengono le prestazioni pensionistiche di quanti sono già andati in pensione, a loro volta, questi cittadini vedranno quindi pagate le proprie pensioni grazie ai giovani lavoratori del futuro, e così via.
Ogni intervento sul sistema pensionistico deve pertanto tenere conto dell’importanza di mantenere questo delicato equilibrio, con una duplice finalità: la coesione sociale e l’ordine delle finanze statali, cui diventa necessario attingere nel caso in cui il saldo tra contributi versati e prestazioni previdenziali da erogare risulti negativo.
Ecco dunque perché in Italia, nel momento in cui si inizia un'attività lavorativa vige l’obbligo di iscriversi a un ente pensionistico-previdenziale.
All’ente a cui si è iscritti si versa sotto forma di contributi una parte del proprio reddito che viene conteggiato all’interno di una posizione personale denominata estratto conto contributivo, che comprende...