Coronavirus. Cosa ne sappiamo ad oggi.

Sul Coronavirus non esistono ancora certezze assolute. Quello che affermiamo oggi potrebbe non essere più valido domani. La situazione è in continua evoluzione, così come lo sono i numeri di contagi e decessi.

Vediamo quale è lo stato di conoscenza oggi, l’11 di Febbraio.

Il Coronavirus 2019-nCoV è più contagioso della SARS e dell’influenza stagionale. Il tasso di trasmissione, calcolato come numero medio di persone contagiate da un singolo individuo malato, è di 4.08, superiore alle stime iniziali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Non stupisce dunque che, in valori assoluti, i contagi e le morti siano superiori rispetto alla SARS.

La mortalità a livello internazionale, secondo l’OMS, rimane al 2%. Il virus è dunque meno letale della SARS e dell’influenza. Nella regione di Hubei, il tasso di mortalità è del 3.1%. Tra pazienti ospedalizzati il valore sale al 4% o addirittura il 15%, in base a recenti studi. I pazienti sono in buona parte operatori sanitari, cioè persone particolarmente esposte al rischio di contagio.

Sottolineiamo che l’ospedalizzazione comporta il pericolo di insorgenza di infezioni cosiddette opportunistiche, come l’MRSA, dovute a patogeni letali notoriamente diffusi in ambienti ospedalieri, i quali contribuiscono ad aggravare la condizione di salute del paziente. Il coronavirus colpisce tutti: bambini, adulti ed anziani.

L’80% dei decessi si è verificato in individui dai 60 agli 80 anni di età, in condizioni precarie di salute, affetti ad esempio da malattie cardiache o dal diabete. Il virus è però in grado di uccidere anche persone giovani e sane. Stranamente, il Coronavirus 2019-nCoV sembra preferire gli uomini alle donne, almeno per il momento.

Il periodo di incubazione va dai 3 ai 24 giorni nei casi estremi. I contagi avvengono anche durante il periodo di incubazione.

Non esistono ad oggi terapie approvate. Sono però in corso studi su medicamenti che hanno dato buoni risultati su pazienti a rischio di vita, in via del tutto sperimentale. Si tratta del Remdesivir, farmaco mai approvato, un tempo sviluppato contro l’Ebola, e della Clorochina, utilizzata nella prevenzione e nel trattamento della malaria.

Vediamo i suggerimenti per prevenire l’infezione.

Il primo suggerimento è di lavarsi bene le mani, per la durata di ben 20 secondi.

Il secondo suggerimento è di non toccare il volto con le mani. Indossare le mascherine di tipo chirurgico aiuta, soprattutto a non spargere il virus. Disgraziatamente le mascherine sono andate ovunque a ruba. È consigliabile, ovviamente, evitare di recarsi in zone o ambienti a rischio, quali la Cina o gli ospedali, dove sono ricoverati pazienti affetti da Coronavirus, a meno che non sia indispensabile. Le misure di contenimento dell’infezione negli aeroporti variano da regione a regione. A Malpensa viene misurata la temperatura dei passeggeri in arrivo. Non è lo stesso a Zurigo, ad esempio. I voli diretti da e per la Cina sono stati interrotti in diversi stati europei ma non in tutti. Inoltre molti Cinesi viaggiano facendo scalo e dunque si tratta di misure precauzionali dai forti limiti.

Sulle cause e le fonti del Coronavirus si è speculato molto.

Sul banco degli imputati vi sono le abitudini alimentari in Cina, la qualità e l’igiene carente delle infrastrutture. C’è poi chi usa la fantasia, giungendo ad ipotesi degne di un film di spionaggio. Di sicuro, ad oggi, il coronavirus ha mietuto vittime ed anche creato ingenti danni economici, essendo tutti noi parecchio dipendenti dalla produzione cinese. Terminando con una nota di ottimismo forzato, l’esperienza dovrebbe aver aiutato la Cina e non solo la Cina ad individuare aspetti da correggere e migliorare, per tutelarsi in futuro. Si ratta ovviamente di una magra consolazione.

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