Creare una app di tracciamento COVID-19 almeno europea!  

di Franco Oriti

Il COVID-19 ci ha insegnato molte cose e ha segnato le nostre esperienze di vita.

Durante il periodo di chiusura totale, o parziale, abbiamo sperimentato nuovi abitudini e trascorso le nostre giornate in modo molto diverso rispetto a prima.

Il settore digitale ha registrato un incremento notevole di fatturazione per via di nuove commesse per la creazione e l’uso di applicazioni (app) e siti internet per poter effettuare acquisti online e per poter lavorare da casa (“home working”, non “smart working”).

Molte app sono state create in poco tempo per conoscere, per esempio, la coda di persone in attesa al supermercato e come ricevere a casa beni di prima necessità e di consumo in modo sicuro e veloce con pagamenti tramite carte bancarie; tempi lunghi, invece, sono occorsi in certi Paesi (tra i quali l’Italia) per creare una app di tracciamento COVID-19 che addirittura ha indotto certe regioni (per esempio la Regione Lombardia e non solo) a crearne una propria e già in vigore da qualche mese.

Inizialmente sembrava che queste app di tracciamento dovessero essere attivate in poche settimane ma, giustamente, emergendo la questione della “tutela dei dati personali/privati” si è aperto un enorme dibattito a livello nazionale, europeo e mondiale sulla questione se sia giusto che prevalgano i motivi sanitari urgenti su quelli personali.

Finalmente dall’8 giugno 2020 anche l’Italia ha in funzione la sua app “Immune” con oltre 2 milioni di installazioni su smartphone ma che fino al 15 giugno sarà in funzione solo in 4 regioni italiane (Marche, Abruzzo, Puglia e Liguria).

Molti Stati nel mondo hanno deciso di creare la app di tracciamento con il protocollo DP-3T che dovrebbe prevenire la possibilità di terze parti di risalire alle persone che si sono incontrate; calcolerebbe la distanza e i minuti trascorsi vicini utilizzando il sistema Bluetooth a ultrasuoni, a bassa energia, tracciando telefoni e tempo trascorso, senza l’utilizzo del sistema GPS che, invece, traccerebbe le persone e i luoghi dove sono stati. Inoltre le sorgenti della app di tracciamento dovrebbero essere sempre aperte e ispezionabili dal pubblico. Resta inteso che i dati dovrebbero sparire dopo un certo periodo di tempo in base a un predefinito periodo previsto di incubazione.

Il Bluetooth per funzionare, però, ha bisogno di avere la funzione di posizione attivato sul telefono; inoltre, la misura di distanziamento tra telefoni non è sempre corretta in quanto gli ultrasuoni calcolano la distanza in base al posizionamento dell’antenna dei telefonini vicini, ma subiscono le interferenze di persone e oggetti interposti (per esempio, essendo il corpo umano composto da molta acqua, il sistema potrebbe commettere errori di calcolo nella distanza stimata).

Il rischio è che siano segnalati diversi “falsi” positivi e diversi “falsi” negativi che fornirebbero dati poco vicini alla realtà e poco utili alla comunità scientifica.

Altro fattore importante da considerare sarebbe poi il numero di utilizzatori di queste app di tracciamento; gli esperti scientifici dicono che almeno il 70 percento delle persone dovrebbero attivarle per averne un buon campione di studio e di analisi di come e dove nel frattempo si sia diffuso il virus.

Infine, molto importante sarebbe anche sapere come si comporterebbero queste app di tracciamento quando le persone si muovano da Stato a Stato; per esempio, le centinaia di migliaia di frontalieri che oltrepassano le frontiere ogni giorno per andare a lavorare in uno Stato limitrofo (pensiamo alla frontiera di Brogeda tra Como IT e Chiasso CH, ma anche tra Ferney Voltaire FR e Ginevra CH, o alle frontiere tra Messico e USA, alle persone che con tir, treni e aerei viaggiano in poche ore tra un Paese e l’altro, ecc.). Potranno gli esperti ricavarne dati utili per il proprio studio in caso di dati saranno incompatibili tra loro?

Se queste app di tracciamento non dialogano tra di loro a cosa possono servire dal punto di vista scientifico? Riusciranno nel loro scopo di creare una mappa del rischio contagio? Saranno in grado di bloccare in tempo le zone a rischio elevato spegnendo in tempo i vari focolai?

Ecco perché una app di tracciamento avrebbe senso se fosse ordinata e coordinata almeno a livello europeo e finanziata dall’UE, dalla Norvegia, dal Liechtenstein e dalla Svizzera (qui transitano migliaia di persone al giorno perché situato nel centro dell’Europa) in modo che ci fosse omogeneità almeno sulla estrapolazione dei dati di tracciamento ai fini scientifici, a tutela dei dati privati/personali dei propri cittadini europei e, perché no, anche per creare un fondo sociale ed economico per coloro che dovrebbero mettersi in isolamento volontario (malattia?) assentandosi per giusta causa dal proprio luogo di lavoro ma che dovrebbero anche essere remunerati per il tempo di assenza dal lavoro.

Meglio ancora sarebbe se la app di tracciamento fosse creata e finanziata a livello mondiale dall’OMS, ma temo purtroppo che questo sia pura utopia!

Ovviamente resta sempre il dubbio se ci si possa fidare di Google Play per scaricare la app Android e di Apple Store per scaricare la app iOS e se anche telefoni un po’ datati ma ancora in uso siano in grado di scaricare le varie app di tracciamento. Qualche settimana fa Apple e Google hanno rilasciato un software che consentirebbe alle agenzie sanitarie pubbliche di tutto il mondo di creare le proprie app per tracciare tramite Bluetooth chi sia stato esposto a COVID-19.

 

Alcuni Paesi (pochi) hanno deciso di concentrare i dati su un unico server; altri (tanti) hanno scelto, invece, un approccio decentralizzato: le informazioni saranno cioè memorizzate nel telefono di ogni utente e non su server per garantire la tutela dei dati personali/privati. Molte di queste app comunque ricevono aggiornamenti giornalieri sui propri utenti, relativi spostamenti e loro salute, e qualora l’utente fosse covid-positivo dovrebbe inserire tale dato in modo di consentire la notifica ad gli altri utenti in modo anonimo se recentemente in prossimità di quel dispositivo.

 

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Paesi europei:

 ITALIA – “Immuni” Regione Lombardia – “AllertaLOM”

SVIZZERA – “SwissCovid”

LIECHTENSTEIN – braccialetto elettronico, no app di tracciamento

AUSTRIA – “Stopp Corona” che e’ l’app di tracciamento della Croce Rossa ed è già operativa

FRANCIAmodello accentrato su unico server

GERMANIA – si appoggia alla tecnologia proposta di Apple e Google

NORVEGIA – i dati giaceranno su un server per un mese utilizzando la geolocalizzazione

OLANDA – “Covid 19 Alert!” dove pero’ circa 200 nomi nel mese di aprile 2020 sono state rese pubbliche per via di un errore umano

REGNO UNITO – dati su un server quindi approccio centralizzato

REPUBBLICA CECA – “Smart Quarantine” tramite geolocalizzazione e carte di credito per avere una mappa degli ultimi 5 giorni

SPAGNA – avvierà sperimentazione alle Canarie con la tecnologia di Apple e Google

SVEZIA – tramite il loro operatore di telefonini Telia

 

Paesi extra-europei:

AUSTRALIA – “CovidSafe” tramite Bluetooth scaricato già da oltre 2,5 milioni di persone

CINA – App con i codici colorati a seconda del rischio di ogni persona da mostrare prima di muoversi alle autorità

COREA DEL SUD – “Corona 100m” consente di sapere se nel raggio di 100 metri dalla propria posizione vi siano eventuali focolai. Vi è anche la possibilità di consultazione sul web della mappa online “Coronamap”. Utilizza anche le immagini delle telecamere di sicurezza. Tutte informazioni poi vengono condivise, in forma anonima, sull’apposita app di tracciamento in modo da consentire a tutti di conoscere, in tempo reale, le eventuali situazioni di rischio

HONG KONG – da metà marzo 2020 è stato imposto il braccialetto elettronico ai viaggiatori provenienti da altri paesi

INDIA – “Un ponte di salute” attraverso il Bluetooth e la localizzazione del telefono, valuta se un utente è stato vicino ad una persona che ha contratto il coronavirus. I dati raccolti restano sul dispositivo mobile, aiuta anche a riconoscere i sintomi ed è disponibile in 11 lingue

ISRAELE – “Hamagen” (“Scudo” anti-Covid-19), sistema decentralizzato

RUSSIA – tramite codice QR se ci si sposta e ci si deve registrare su apposita app di tracciamento. Ricevendo un codice QR che può essere controllato dalle autorità. Il codice ricevuto deve essere stampato o salvato sul cellulare e portato sempre con sé, insieme al passaporto. Per i residenti che si muovono in auto è necessario registrare numero di targa dell’auto. Coloro, invece, che si muovono con i mezzi pubblici devono fornire il numero della tessera d’abbonamento al servizio pubblico.

SINGAPORE – “TraceTogether” che traccia i contatti via Bluetooth

STATI UNITI – tramite Apple e Google

 

Franco Oriti è Dottore in Scienze Politiche Internazionali e Consulente in Proprietà Intellettuale www.oritipatents.ch

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