Disney costretta a distribuire blockbuster di punta in via streaming

Il mondo della distribuzione cinematografica è in pieno subbuglio e numerosissimi sono i problemi che case di produzione, distributori ed esercenti si trovano ad affrontare. Oltre all’evidente problema tecnico di garantire agli spettatori un’esperienza igienicamente sicura, con rispetto del distanziamento sociale e l’obbligo di indossare le mascherine in sala, le grandi major si vedono costrette a cambiare radicalmente i loro piani produttivi e distributivi. 

Il colosso statunitense Disney ha subito un durissimo colpo a causa della pandemia: con un danno di 5 miliardi di dollari, la compagnia ha infatti registrato un calo di introiti del 42% rispetto allanno precedente. Con i parchi a tema e le crociere chiuse o pesantemente penalizzate, la casa di Topolino aveva riposto le proprie speranze nel blockbuster Mulan, che si prospettava diventare un campione di incassi. Ma a causa della disastrosa situazione sanitaria negli USA, i cinema di numerosissimi stati americani rimangono tuttora chiusi o dalla capienza estremamente ridotta. 

Ed ecco arrivare la drastica soluzione di Disney: distribuire il film direttamente su Disney+, la piattaforma streaming della compagnia, al prezzo di 29.99 dollari. Oltre alla normale rata mensile si potrà quindi acquistare una copia digitale della pellicola. Questa scelta distributiva sarà applicata dal 4 settembre in Canada, Stati Uniti e Nuova Zelanda. 

“La vediamo come un’opportunità per portare questo incredibile film a un vasto pubblico, che al momento non è in grado di andare al cinema, migliorando ulteriormente il valore e l’attrattiva di un abbonamento Disney+”, ha dichiarato il nuovo amministratore delegato Bob Chapek.

Si fa un altro inesorabile passo verso la perdita della concezione stessa di cinema come luogo di fruizione dell’arte. 

La sala è sempre più in crisi e la pandemia ha colpito duramente un settore che già vacillava. Con questa scelta radicale il colosso americano rischia di spingere un pubblico già sempre di più abituato alla visione casalinga nelle braccia dello streaming, andando a intaccare il luogo dove un film dovrebbe essere fruito imprescindibilmente: la sala cinematografica. 

Se prodotti come Mulan, indirizzati al grandissimo pubblico, vengono venduti in un formato digitale, si va a creare un rapporto di vendita diretta tra il produttore e il consumatore. La pellicola non approda quindi nelle le mani di un intermediario, l’esercente cinematografico, che è impossibilitato nell’offrire il servizio della visione in sala. 

Se il Cinema dovesse perdere il cosiddetto “spettatore casuale”, ovvero lo spettatore che che si reca in sala a vedere solo opere di grande richiamo, non ci sarebbe un’affluenza di pubblico tale da salvare i cinematografi. Si andrebbe perciò incontro a una massiva chiusura dei cinema o a un aumento esponenziale del prezzo del biglietto. 

I prossimi anni saranno decisivi per determinare il modo in cui la Settima Arte sarà fruita, e in gioco si trova la sopravvivenza della sala cinematografica come noi la conosciamo.

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