Eduardo e Massimo Troisi, quelle affinità elettive

Ventinove anni fa, dopo l’ultimo ciak del Postino, Massimo Troisi ci lasciava per sempre, troppo presto, entrando da subito nella storia e nel mito. Nella storia del cinema, e nel mito positivo di Napoli.

Da allora la sua immagine ci accompagna ovunque (nelle botteghe, nei negozi, nei ritrovi pubblici, anche nelle case più umili), accanto, e con pari rilievo, a quelle dei grandi artisti che costituiscono un vero e proprio pantheon del popolo napoletano: Totò, Eduardo e Peppino, Sofia Loren, Vittorio De Sica, e da qualche anno Pino Daniele.

Un fenomeno forse unico in Europa: come le divinità domestiche dell’antica Roma, queste figure amatissime in vita restano accanto a noi ogni giorno e per sempre, con una funzione protettiva, un riferimento identitario, un approdo etico nei momenti di difficoltà e incertezza. Fra i protagonisti di questo particolarissimo Olimpo partenopeo è senz’altro Eduardo De Filippo a rivelare le maggiori affinità con la dimensione artistica di Massimo Troisi.

Sebbene l’attore e regista di San Giorgio a Cremano abbia sempre citato, tra i suoi modelli, anche e soprattutto Totò, è tuttavia evidente che...

 

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