Elezioni Comites 2021. La parola al Console Generale Gabriele Altana

Le elezioni del Comites sono state indette tra molte polemiche. I tempi difficili dovuti alla pandemia; il meccanismo di voto che, dietro la presunzione della manifestazione di interesse, ha di fatto reso ancora più complicato votare ed infine i modi con cui si sta facendo campagna elettorale. In particolare, tiene banco da due settimane l’episodio che vede coinvolto un corrispondente consolare che ha speso il suo titolo e ruolo per raccomandare alcuni candidati, mettendo in discussione se non l’istituto del Comites, un certo malcostume ritenuto, a torto, legittimo. L’occasione è stata utile per dare la parola al Console Gabriele Altana, che ha emesso il provvedimento di revoca della nomina a corrispondente consolare di Aurelio Chiapparini.

In data 17 novembre ha adottato il decreto di revoca di nomina di un corrispondente consolare. Il suo intervento è stato tempestivo rispetto alla scadenza del voto, ma secondo lei la vicenda potrà incidere negativamente sul sentimento di fiducia degli elettori verso i Comites?

Non ho elementi per formulare una valutazione al riguardo. Posso soltanto sottolineare che le responsabilità accertate sono individuali; ovviamente, ogni persona matura e responsabile, come sono gli elettori, ne trarrà le conclusioni che ritiene più valide, in piena libertà.

Come rassicurare i lettori ed elettori sulla legittimità delle operazioni di voto per il Comites?

In qualità di Console Generale e di presidente del Comitato Elettorale Centrale posso assicurare che le operazioni si sono finora svolte e continueranno a svolgersi come previsto dalle pertinenti norme. Occorre guardare a queste, senza lasciarsi trasportare dall’emotività.

Pensa sarà necessario prendere ulteriori provvedimenti?

Se si riferisce al caso dell’ex corrispondente consolare, la revoca dell’incarico è il provvedimento necessario sul piano dell’azione amministrativa. Le valutazioni di altro genere non sono di competenza dell’ufficio che dirigo.

A quanto pare in Svizzera le adesioni per avere diritto al voto non sono state entusiasmanti. Secondo lei quali sono le cause?

In prima approssimazione, il fenomeno appare come l’esempio di una tendenza in atto da qualche tempo. Il MAECI, l’Ambasciata a Berna e tutti i Consolati in Svizzera hanno svolto a proposito del rinnovo dei Comites una vasta campagna sulla stampa, le radio, i siti istituzionali e i canali “social”, oltre ad inviare puntuali informazioni in proposito a tutti i connazionali elettori di cui conosciamo l’indirizzo di posta elettronica. Ulteriori informazioni sono state capillarmente diffuse dai Comites uscenti e dalle liste in competizione.  Il dibattito sulle ragioni del tasso di partecipazione resta aperto.

Alcuni nostri elettori si sono lamentati del cattivo funzionamento del portale Fast.it. Crede abbia impattato sui numeri dei richiedenti la possibilità di votare per i Comites?

Casi di malfunzionamento possono essersi verificati, ma non ritengo che possano avere avuto un impatto determinante sul livello di partecipazione. Era possibile manifestare l’opzione anche attraverso numerosi altri canali: sia inviando il modulo al Consolato Generale per posta, per posta elettronica e via PEC, sia consegnandolo di persona. I moduli erano anche a disposizione del pubblico nelle nostre sale d’aspetto. Tutte le modalità di opzione sono state chiaramente illustrate nella campagna di informazione: quella attraverso FastIt ha avuto un certo successo, ma nel complesso è risultata minoritaria rispetto alla somma di tutte le altre.

Il Comites ha istituzionalmente il ruolo di collegamento con i Consolati per la rappresentazione delle esigenze dei nostri connazionali. Crede che l’organismo debba e possa rappresentare la nuova immigrazione?

La legge non distingue fra “vecchia” e “nuova” immigrazione … i cittadini italiani all’estero hanno tutti gli stessi diritti e gli stessi doveri. Di conseguenza, i Comites rappresentano le collettività all’estero nel loro complesso. Quanto ciascuno di essi, preso singolarmente, risulti rappresentativo di fasce d’età o sensibilità in qualche modo differenti dipende dalla volontà di esprimere liste e dalla capacità di raccogliere consenso. Per quel che riguarda la Svizzera non sono mancate negli ultimi anni, fra le altre, anche iniziative volte a coinvolgere la cosiddetta “nuova” emigrazione, come del resto è naturale che sia.

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