Il 20 e 21 settembre è previsto in Italia un importante election day, dopo il rinvio delle precedenti scadenze a causa del coronavirus. Tutti gli elettori italiani saranno infatti chiamati a esprimersi sul referendum confermativo della riduzione del numero dei parlamentari e, negli stessi giorni, gli elettori di sei regioni a statuto ordinario (Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia) voteranno anche per l’elezione diretta dei rispettivi presidenti di regione e per il rinnovo dei consigli regionali. In Valle d’Aosta, regione a statuto speciale, è prevista l’elezione diretta solo del Consiglio regionale e non del Presidente. In alcuni Comuni si voterà anche per il rinnovo delle amministrazioni locali.
Per le regioni a statuto ordinario, con eccezione delle Marche, e nei Comuni con più di 15.00 abitanti, dove si rinnovano le amministrazioni locali, è prevista la possibilità di esprimere un voto disgiunto; l’elettore può cioè esprimere la propria preferenza per un candidato alla presidenza e contemporaneamente per una lista che non lo sostiene. È ovunque ammessa anche l’espressione di un massimo di due preferenze per la lista prescelta ma ovunque, tranne che per le regionali della Valle d’Aosta, la seconda preferenza deve essere riferita a candidati di sesso diverso rispetto alla prima.
Solo in Toscana è previsto il ballottaggio fra i due candidati alla presidenza che ottengono più voti al primo turno, nell’ipotesi che nessuno di essi raggiunga il 40%.
Si tratta di un importante test elettorale che avrà anche un notevole rilievo politico nazionale.
I principali partiti del centrodestra, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, si presentano uniti in tutte le regioni e lanciano la sfida per la conquista di alcune regioni attualmente governate dal centrosinistra, sperando di prendere lo slancio da questi eventuali successi per proporsi per il governo del Paese.
Di particolare rilievo appare perciò il risultato che uscirà dalle urne in Toscana, regione da sempre governata dal centrosinistra e in Puglia, dove Michele Emiliano, sostenuto dal centrosinistra ma non dai renziani di Italia Viva, cerca di riconfermarsi alla guida della regione per un secondo mandato.
Le forze di governo si presentano all’appuntamento con le regionali in genere divise, soprattutto per la decisione del Movimento 5 stelle di presentare quasi ovunque un proprio candidato, nonostante il via libera alla possibilità di alleanze locali votata nei giorni scorsi dalla maggioranza dei militanti del Movimento. Solo in Liguria Pd, 5stelle e Leu presentano un candidato comune il cui risultato sarà importante per valutare se questo tipo di alleanza si potrà estendere ad altre realtà locali. All’accordo ligure non aderisce Italia Viva, il gruppo politico che fa capo a Matteo Renzi.
Un ruolo particolare potrebbe perciò assumere il voto disgiunto, soprattutto per quanto riguarda gli elettori che appoggiano i partiti di governo che, grazie a esso, potrebbero comunque decidere di votare il candidato che ha più possibilità di battere il centrodestra, pur mantenendo la loro fedeltà alla lista del loro partito o movimento.
Questa variabile rende difficile, specie in alcune situazioni, formulare previsioni attendibili sull’esito della consultazione.
I cittadini italiani residenti all’estero che intendono esprimere il loro voto per le elezioni regionali e comunali, dovranno, come sempre, recarsi nel comune italiano di domicilio, muniti della tessera elettorale.