Ermotti: lavoro e formazione vanno a braccetto

di Andrea De Grandi

Mai come in questi tempi il tema del lavoro è diventato centrale per il benessere ed il futuro della società. A complicare lo scenario negli ultimi decenni è arrivata anche la digitalizzazione. Oltre a velocizzare le nostre aspirazioni, ha accelerato anche le nostre scelte di vita portandole ad inseguire obiettivi in costante evoluzione, come ricordano gli studi del World Economic Forum secondo cui già solo dopo diciotto mesi le competenze, specie quelle informatiche, iniziano a diventare obsolete, superate.

Di “Futuro del lavoro” in questi giorni si è occupato il Center for Economics in Society, piattaforma accademica diretta dal Professor Ernst Fehr e patrocinata da UBS presso l’Università di Zurigo, in un convegno organizzato dall’Università della Svizzera Italiana (USI) di Lugano. Riassumiamolo subito. I relatori concordano su un punto: il mondo del lavoro impone ai dipendenti una formazione continua che si traduce per ciascuno di noi in una costante messa in discussione delle capacità individuali.

“C’è sempre del nuovo lavoro da fare”, premette David Autor, docente di economia presso il prestigioso ateneo americano Massachusetts Institute of Technology-MIT, ed ospite d’onore della serata. Come e forse più che in passato, anche oggi ciascuno deve innanzitutto investire su sé stesso. L’esempio statunitense, ha spiegato Autor, mostra che le nuove tecnologie portano posti di lavoro nuovi ma che non potranno soddisfare le aspettative di ciascuno e neppure garantire un’equa condivisione dei conseguenti benefici.

Se Ferdinando Giugliano – giornalista economico presso l’agenzia di informazioni economiche Bloomberg ed il quotidiano italiano La Repubblica – ha osservato che “l’automazione nel modo del lavoro è un problema, ma  anche la mancanza di automazione lo diventa”, e Mauro Dell’Ambrogio – già Segretario di Stato a Berna per la Educazione, la ricerca e lo sviluppo – ha ricordato che la formazione professionale in Svizzera si avvantaggia di un sistema scolastico, sociale e soprattutto culturale tipicamente elvetico, è toccato a Sergio Ermotti, attuale amministratore delegato della società capogruppo UBS Group AG e membro della direzione dell’omonimo gruppo bancario zurighese, commentare la sua esperienza di vita e di manager.

L’aggiornamento professionale è fondamentale, ha ricordato Ermotti. Nei prossimi anni assisteremo al pensionamento di più di cinquecentomila persone, mentre i costi per le  attività di impresa rimarranno costanti, ovvero: elevati.

Quindi, ha riassunto il manager di UBS, “ci troviamo nel mezzo di una trasformazione di tutti i posti di lavoro. Le competenze tecnologiche debbono essere impiegate non solo per seguire i clienti o rimanere al passo della concorrenza, ma anche per sviluppare la creatività di ognuno di noi”.

Il messaggio è chiaro. Come la società segue i suoi processi di sviluppo, anche il singolo individuo è tenuto ad adeguarsi.

Al termine del convegno abbiamo chiesto al manager di UBS di parlarci del suo personale percorso formativo, innanzitutto domandandogli quanto tempo ha sottratto alle sue esperienze di vita all’inizio della sua carriera.

”Ricordo ancora molto bene quando, tra i diciotto e ventiquattro anni, viaggiavo per fare soggiorni linguistici all’estero e migliorare la mia formazione”.

In quel momento comprendeva che quelle esperienze poi sarebbero state fondamentali per il suo futuro?

“Sapevo che mancavano dei passi formali per completare una formazione che poi mi avrebbe permesso di raggiungere gli obiettivi che desideravo. Comprendevo che stavo sacrificando del tempo che avrei voluto passare con i miei amici. Ma allo stesso tempo capivo che, se non avessi sviluppato la mia formazione, nella vita non avrei mai raggiunto i miei obiettivi. Si, ricordo molto bene quei tempi.”

Ne ha nostalgia? Consiglia ai giovani di fare anche oggi queste esperienze?

“Come ho sottolineato durante il convegno, queste esperienze personali mi portano a confermare che nella vita si deve essere disposti anche a compiere delle rinunce pur di migliorare il proprio futuro. Poco conta la posizione professionale o sociale di ciascuno: durante il tempo libero dobbiamo tenerci pronti ad investire in noi stessi, ed approfondire le conoscenze professionali oltre che quelle sociali. Per avere successo è importante che ognuno sviluppi una competenza a migliorarsi come persona, per rimanere competitivi nel lavoro e meglio contribuire all’azienda per cui si lavora”.

Ha l’impressione che informatica e digitalizzazione abbiano creato il falso mito che oggi tutto sia diventato più facile?

“Non credo. La digitalizzazione sta cambiando, forse con più rapidità che in passato, certe maniere di operare. Anzi, finalmente è riuscita ad eliminare  funzioni che nel corso del tempo erano diventate solo ripetitive e noiose.”

 

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