I piatti del buon ricordo

Un viaggio nella cucina italiana. “La tavola è come una tela dipinta che ci insegna che ‘oggi’ è una volta sola. L’immagine dipinta svanisce alla fine della giornata, ma il suo ricordo resta scolpito nella mente delle persone che erano sedute al nostro stesso tavolo. È qualcosa che i soldi non possono comprare, e che resta proprio in quanto svanisce”. La scrittrice giapponese Banana Yoshimoto, nel suo romanzo “Un viaggio chiamato vita”, parla della cucina come di un’esperienza legata, da una parte, al piacere del momento, dall’altra al ricordo. È infatti nella memoria, più che in qualsiasi ricettario scritto a mano, che custodiamo i piatti che hanno segnato la nostra vita, la nostra infanzia, quelli legati ai momenti speciali insieme alle persone amate. E questo è ancora più vero per gli italiani, per i quali la tavola è spesso il centro della vita, cuore della casa attorno al quale ruotano le giornate, così come il pasto è un momento sacro da celebrare, quando possibile, nel modo migliore.

E dunque non poteva che nascere in Italia l’associazione che celebra i piatti della memoria, ovvero l’Unione Ristoranti del Buon Ricordo che da 57 anni promette un viaggio tra i sapori, i profumi, i colori della cucina italiana. Sono 103 i ristoranti(di cui 9 all’estero, fra Europa e Giappone) che fanno parte del sodalizio, fondato a metà anni 60 per salvaguardare e valorizzare la cucina regionale italiana che – come scriveva Vincenzo Bonassisi – era “sconosciuta o negletta” e correva il rischio di essere soppiantata dalla moda della cosiddetta cucina internazionale.

Il presidente Cesare Carbone

A ideare il Buon Ricordo fu Dino Villani, uomo di cultura e maestro di comunicazione (a cui si devono, fra l’altro, il primo concorso di Miss Italia, il Premio Suzzara ideato con Zavattini, l’idea di far diventare il 14 febbraio la Festa degli Innamorati) e al suo appello rispose un gruppo di ristoranti di qualità (12 all’inizio) uniti dall’obbiettivo di ridare notorietà e prestigio alle tante espressioni locali della tradizione gastronomica italiana, a quell’epoca poco valorizzata. Era la primavera del 1964. Chi si associava all’Unione assumeva l’impegno di praticare una linea di cucina tipica del territorio e di tenere sempre in carta “una specialità” che ne doveva essere la rappresentazione più rigorosa ed esemplare.

A chi consumava quella specialità veniva donato un piatto decorato a mano dagli artigiani di una Città della ceramica (Vietri sul Mare) che doveva appunto costituire il “buon ricordo” di una degustazione da non dimenticare. I piatti, divenuti oggetto di collezionismo, sono ancor oggi decorati a mano dagli artigiani delle Ceramiche Solimene di Vietri sul Mare e vengono donati a chi degusta il Menu del Buon Ricordo, goloso excursus che ciascun ristoratore crea alla scoperta dei sapori della sua terra, che varia ovviamente con le stagioni, ma in cui la specialità del locale viene sempre inserita, in tutto l’arco dell’anno. Un’iniziativa, insomma, che ha permesso nell’ultimo mezzo secolo di preservare la memoria di piatti che altrimenti rischiavano di andare perduti e con loro tanti ricordi privati dei clienti che invece così, ad ogni boccone, possono rivivere quell’emozione unica.

Ma la missione dell’Unione non è affatto esaurita. “Il Buon Ricordo – sottolineano il presidente Cesare Carbone del Ristorante Manuelina di Recco (GE) e il Segretario Generale operativo Luciano Spigaroli del Ristorante Cavallino Bianco di Polesine Parmense (PR) – è più che mai vivo e attivo, tant’è che abbiamo il grande piacere ed onore di accogliere nella nostra associazione ben 6 nuovi ristoranti: la loro presenza, e il loro apporto, è di grande stimolo per tutti noi. Siamo convinti che restando uniti, come lo siamo stati fraternamente (e lo diciamo senza retorica) in questi difficili mesi, abbiamo una maggiore possibilità di superare questa crisi senza precedenti. Il nostro impegno è quello di tornare a lavorare con passione e professionalità come è nel nostro DNA, per poter continuare ad accompagnare i nostri ospiti nello straordinario viaggio culinario alla scoperta della cucina della tradizione, regalando loro emozioni e piacevoli ricordi”.

Tra le new entry del 2021 per esempio l’Osteria La Lanterna di Cressogno, piccolo e incantevole locale sulle sponde del lago Ceresio, nel Piccolo Mondo Antico poco distante dal confine svizzero, gestito dalla Chef Pamela Paredi. Per scoprire tutti i locali, vecchi e nuovi, dove gustare queste specialità è possibile sfoglia la Guida Buon Ricordo 2021, dove sono raccontati i ristoranti associati e le loro specialità, e gli Hotel Special, che hanno al loro interno un ristorante del Buon Ricordo. In ogni scheda un QR Code riporta al sito del locale, in modo che si possono avere tutte le informazioni a portata di click. La Guida è sfogliabile e scaricabile dal sito www.buonricordo.com o la si può trovare in distribuzione gratuita nei ristoranti del gruppo.

La Ricetta
del Ristorante Lo Stuzzichino

S. Agata sui due Golfi (Napoli)
Via Deserto, 1/A 
www.ristorantelostuzzichino.it
Lo Stuzzichino della famiglia De Gregorio è un ristorante a conduzione familiare che porta avanti con orgoglio e passione la tradizione della cucina mediterranea. La spontanea ospitalità, tipica delle famiglie della Penisola Sorrentina, caratterizza lo stile e l’ambiente dell’Osteria. È ormai da tempo uno dei punti di riferimento della ristorazione della Penisola Sorrentina, che offre all’ospite una cucina che esalta con grande passione e competenza l’amore per i prodotti tipici.

Ravioli al profumo di limone e vongole

Chef: Paolo e Mimmo De Gregorio

La Specialità del Buon Ricordo
Ravioli al profumo di limone e vongole 

Ingredienti per 4 persone
Per la pasta

1 kg di farina

5 uova intere

250 g di latte

semola di grano duro

Per il ripieno

300 g di ricotta

200 g di vongole voraci

200 g di mozzarella

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