I vini di pregio non sentono la crisi

Di Gaia Ferrari

Export da record, impennata delle vendite nei canali digitali, crescente interesse per etichette sostenibili, biologiche e a basso contenuto alcolico e, infine, grande tenuta delle bottiglie di maggior pregio nel segmento del lusso. Sono alcune delle principali tendenze che emergono da alcune recenti indagini relative al mercato del vino italiano, mentre si avvicina un importante appuntamento di settore: dal 10 al 13 aprile, infatti, si terrà a Verona la fiera internazionale Vinitaly, una manifestazione che, con i suoi numerosi eventi in programma, andrà ulteriormente ad arricchire e completare il quadro qui delineato.

Vola l’export
Il 2021 è stato caratterizzato da un forte recupero negli acquisti tricolori da parte dell’estero, per un giro d’affari superiore ai 7 miliardi di euro. Rispetto al 2019, l’Italia ha registrato un aumento del 7% nelle vendite di vini fermi imbottigliati e una crescita del 19% in quelle degli spumanti. È quanto è stato illustrato nell’ambito dell’ultimo Forum Wine Monitor dal Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma, Denis Pantini. In particolare, gli Stati Uniti risultano il primo mercato al mondo per consumi, import e destinazione del vino del Bel Paese. Tra gli importatori di punta, un ruolo di primo piano è occupato dalla Pennsylvania, che ha segnato un balzo in avanti del 120%, diventando così, dopo la California, il secondo stato più importante, nel panorama a stelle e strisce, in merito agli acquisti degli spumanti della Penisola.

Soffrono le piccole imprese

Per quanto riguarda, invece, il rendimento economico-finanziario delle imprese vitivinicole dello Stivale nel periodo precedente alla pandemia, nella presentazione di Emanuele Di Faustino, Senior Project Manager Nomisma, sono stati esaminati oltre 600 bilanci aziendali (per un fatturato complessivo di più di 9 miliardi di euro) relativi al periodo 2016-2020. Da ciò si è evinto che il Covid abbia avuto un impatto negativo sulle performance delle realtà di dimensioni minori (ovvero sotto i 10 milioni di euro di fatturato), sia per quanto riguarda i ricavi sia relativamente ai margini (differenza tra ricavi e costi). Rispetto, invece, al modello di business, nel 2020 si sono riempite le casse, in misura maggiore rispetto al passato, dei cosiddetti “imbottigliatori puri” e delle imprese fortemente rivolte all’export.

Boom delle vendite online

Un approfondimento realizzato tramite l’analisi di bilancio delle aziende ha infine riguardato i top retailer specializzati nelle vendite online. Queste ultime sono raddoppiate, in Italia, nell’anno in cui è esplosa la pandemia, il 2020.  Secondo il Wine Report realizzato da Cross Border Growth Capital, advisor specializzato in operazioni di finanza straordinaria per startup e piccole e medie imprese, e dall’enoteca online Vino.com, il comparto digitale è cresciuto a un ritmo elevato negli ultimi cinque anni, ben prima, dunque, di essere trainato dai vari lockdown. I fattori vincenti? L’ampia gamma di prodotti disponibili, numerosi servizi e strumenti offerti a corredo, contenuti ed esperienze coinvolgenti che accompagnano l’acquisto di alcolici e superalcolici. Tuttavia, nel Bel Paese, il comparto online si muove ancora in salita a fronte dei costi logistici e di servizio parecchio elevati.

Bio e sostenibile, ma non solo

Un’altra interessante relazione presentata al Forum Wine Monitor, a cura di Evita Gandini, Project Manager di Nomisma, ha invece individuato i principali trend di consumo di vino in Italia, con uno sguardo privilegiato sui vini sostenibili, biologici, low-alcool e in lattina. Si tratta di tipologie ancora poco diffuse e soggette a consumi limitati (al netto dell’incidenza del vino bio, che pesa per circa il 2% sulle vendite di vino nell’off-trade). In ogni caso si assiste a un generale e progressivo apprezzamento da parte dei consumatori. Un requisito fondamentale tanto per la domanda quanto per l’offerta sembra essere ormai quello della sostenibilità (non solo ambientale, ma anche etica e sociale): se, da un lato, è sempre più cercata dai clienti, dall’altra costituisce un obiettivo dei produttori, anche con investimenti mirati all’interno della propria azienda. Va aggiunto che gli spazi di crescita per questo genere di vini sono ampi, sia in Italia che all’estero. In base a un’indagine realizzata da Wine Monitor nel corso del 2021, relativa ai vini a basso contenuto alcolico, circa un consumatore italiano su tre si mostra interessato al loro acquisto, in particolare sul versante degli spumanti.

I vini pregiati resistono

In linea con lo scenario internazionale delineato dal report di Knight Frank Luxury Investment, anche in Italia continuano a mostrare una forte tenuta i vini pregiati. L’incremento è stato registrato, in particolare, dal consumo delle etichette di pregio all’interno dei locali italiani. I dati Istat del 2021, infatti, hanno evidenziato una crescita del 22,3% delle vendite di cibo e vino proprio nei canali della ristorazione tricolore. Il 35% dei consumatori ha previsto un aumento della spesa per l’acquisto di bottiglie di alta gamma al ristorante per il 2022, come è stato sottolineato nell’ambito di una ricerca Nomisma – Wine Monitor. Del resto stiamo parlando di una tipologia di prodotto che è poco correlato con i mercati economici classici, il che fa sì che questo bene risulti più resistente alle attuali problematiche legate alla guerra in corso tra Russia e Ucraina, come l’aumento dell’inflazione e le difficoltà di approvvigionamento di beni e materie prime. Si tratta, inoltre, di un’offerta limitata ed esclusiva. Più quest’ultima si riduce, più sale il prezzo delle bottiglie rimaste sul mercato.

Prospettive di crescita

Gli analisti e gli operatori del settore non escludono che possano esserci rallentamenti nei prossimi anni rispetto questi ultimi trend segnalati, ma, presumibilmente, eventuali battute d’arresto non saranno tali da fermare lo scambio e la crescita di valore delle etichette di alta gamma, un segmento sicuro, meno volatile e in grado di dare un rendimento a doppia cifra nel lungo periodo. In commercio, inoltre, sono state introdotte le prime edizioni limitate dove gli NFT (“Non-Fungible Token”, in italiano “gettoni non riproducibili”) rappresentano l’etichetta del vino e sono realizzati da artisti digitali. Oltre a garantire l’autenticità delle bottiglie, sarà possibile rivendere facilmente quelle acquistate attraverso il “gettone” stesso.

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