Il 21 febbraio 1958 Gerald Holtom ha creato l’icona della pace. Un simbolo che appartiene a tutti

di Cristian Repetti

Pochi mesi fa, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione totale delle armi, il Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, António Guterres, ha dichiarato che “come famiglia globale, non possiamo più permettere che la nube del conflitto nucleare metta in ombra il nostro lavoro per stimolare lo sviluppo, raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e porre fine alla pandemia di COVID-19. Ora è il momento di sollevare definitivamente questa nuvola, eliminare le armi nucleari dal nostro mondo e inaugurare una nuova era di dialogo, fiducia e pace per tutte le persone”.

“Nucleare” e “pace” sono termini e concetti strettamente correlati alla creazione di quello che è diventato un simbolo universale di disarmo e fratellanza – più attuale che mai – nato il 21 febbraio 1958 dall’ingegno di Gerald Holtom.

Il “padre” è l’artista Gerald Holtom

La storia dell’icona internazionale è stata ricostruita, tra gli altri, dal sito “Quartz”. Fu disegnata dall’artista commerciale britannico Gerald Holtom sessantatré anni fa, su commissione di Campaign for Nuclear Disarmament (CND), la Campagna contro la proliferazione degli armamenti nucleari, gruppo gestito dal filosofo Bertrand Russell. Verso la fine degli anni Cinquanta, il clima tra le nazioni era caratterizzato da numerose tensioni, non troppo diverse, in fondo, da quelle che stiamo vivendo ancora oggi su diversi fronti, basti pensare ai rapporti tra Russia e Ucraina. Il mondo era diviso in due grandi blocchi, costituiti dalle due superpotenze Usa e l’allora Urss e dai loro alleati, e sembrava sull’orlo di una guerra distruttiva. È in questi anni che, in Inghilterra, iniziarono le prime manifestazioni di protesta contro i test nucleari varati dal governo, tra cui quelle portate avanti dalla CND, committente di Holtom. Quest’ultimo spiegò di essersi ispirato per la sua opera, inizialmente, all’alfabeto semaforico utilizzato nelle segnalazioni nautiche. L’unione delle due parti dava origine a una retta al centro linea retta al centro e ad altre due laterali. Il cerchio intorno riportava alla Terra, unita dalla necessità di liberarsi dal terrore atomico. Nella versione primaria del creativo, l’immagine doveva rappresentare in forma stilizzata la “N” (due braccia distese verso il basso) e la “D” (un braccio disteso sopra la testa), lettere che stavano per “Nuclear Disarmament”, disarmo nucleare.

Prime apparizioni pubbliche

In un primo momento Holtom aveva pensato di ricorrere al simbolo della croce cristiana inserito in un cerchio, ma alcuni religiosi ai quali il creativo chiese consulto si mostrarono poco favorevoli. In un messaggio inviato qualche anno dopo a un redattore della rivista magazine “Peace News”, tuttavia, Holtom parlò di un’idea originaria più profonda e personale: “Ero in uno stato di disperazione. Profonda disperazione. Ho disegnato me stesso: la rappresentazione di un individuo disperato, con le palme delle mani allargate all’infuori e verso il basso, alla maniera del contadino di Goya davanti al plotone d’esecuzione. Ho dato al disegno la forma di una linea e ci ho fatto un cerchio intorno”. All’ultimo momento, tuttavia, l’artista decise di abbandonare ogni immagine negativa e rovesciò il disegno originale. Tant’è che, ancora oggi, simbolo della pace con il circolo e le tre linee trasmette un messaggio positivo di speranza, unione e condivisione. Il nuovo simbolo, semplice, stilizzato e facilmente riproducibile – caratteristiche ritenute alla base del suo successo – venne rapidamente disegnato con tratto nero su distintivi in creta bianchi, e distribuito dai membri del CND ad attivisti e manifestanti contro le armi nucleari. In aggiunta fu detto che, in caso di guerra atomica, quelle spillette su cui era riportato il disegno di Holtom sarebbero state tra gli ultimi oggetti realizzati dall’uomo a sopravvivere. Il debutto pubblico avvenne sempre nel 1958 nella Marcia di Aldermaston (o Marcia di Pasqua), una grande manifestazione anti-nucleare in Gran Bretagna, iniziata a Trafalgar Square a Londra e terminata per l’appunto ad Aldermaston, a 80 km dalla capitale britannica, sito di produzione di armi nucleari.

No al copyright

Per volere di Holtom, il simbolo della pace da lui concepito non fu mai protetto da copyright, proprio perché potesse diffondersi e fosse facilmente riproducibile ovunque e da chiunque. L’attivista americano Bayard Rustin, consigliere di Martin Luther King, lo importò negli Stati Uniti, dove ben presto divenne icona dei movimenti per i diritti civili e simbolo delle proteste contro la guerra del Vietnam. In seguito, l’icona fu utilizzata da coloro che lottavano contro l’apartheid, da movimenti ambientalisti, in difesa dei diritti delle donne o degli omosessuali. Ed è ciò che accade anche oggi in molte campagne e iniziative solidali. Non sono mancati gli oppositori fin dall’inizio, soprattutto in ambienti reazionari: l’associazione statunitense di ultra-conservatori John Birch Society per esempio, definì il disegno di Holtom un simbolo satanico.

Ma il simbolo si è mantenuto indenne lungo interi decenni arrivando fino ai nostri giorni e continuando, ancora oggi, a essere disegnato su muri, veicoli, bandiere, striscioni e persino volti di intere generazioni, accomunate dagli stessi valori e unite dal desiderio di preservare l’essere umano e la Terra.

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