Il ritorno dell’uso ancestrale del baratto: il Grano e le altre monete sociali oggi

Da qualche tempo circola a Bologna il “Grano”… Non il cereale. Stiamo parlando della moneta che possiamo trovare girando, ad esempio, ai Mercati dei Campi Aperti. Vale, apparentemente, 1 Euro, anche se non è convertibile nella valuta dell’Ue o in altre valute ufficiali ma può essere usato scambiato per grano biologico locale. Come l’Ecosol, il Puma e la Mora in Spagna, e la Lira di Bristol, il Grano ha per obiettivo quello di facilitare gli scambi tra persone, proponendosi quale unità contabile che dà valore alle cose. Le chiamano, anche, monete sociali. In realtà si rifanno all’idea molto antica del baratto: ossia promuovere reti e scambi diretti tra persone e risorse individuali che ciascuno mette in gioco. Non soggette alle fluttuazioni del mercato, le monete sociali non possono essere usate per scopi di arricchimento immediato, come è successo nel caso dei Bit coin, e non fanno credito. Il loro obiettivo è favorire lo sviluppo dell’economia locale e liquidità a costo zero.

L’esperimento bolognese, tra l’altro, non è un ‘unicum’ nel panorama delle monete ‘alternative’ in territorio italiano. Tante per fare qualche nome di valute locali (digitali o con supporto cartaceo) utilizzate da imprese presenti sul territorio: in Veneto (Venetex), Piemonte (Piemex), Emilia Romagna (Liberex), Marche (Marchex), Lazio (il Tibex citato dalla Raggi), Sicilia (Sicanex), Abruzzo (Abrex), Lombardia (Linx), Umbria (Umbrex), Molise (Samex), Campania (Felix).

Storicamente, le monete sociali sono spesso nate in concomitanza di crisi: “Quando c’è la crisi e il numero di disoccupati aumenta, nascono sovente reti monetarie solidali. Quanto più la recessione è rapida e profonda, tanto più forti sono le proteste popolari, ma tanto più numerose sono anche le proposte per migliorare la situazione”, osservava qualche tempo fa Jean-Michel Servet, professore all’Istituto di studi superiori internazionali e sullo sviluppo di Ginevra – proprio in Svizzera, tra l’altro fu creato nel 1934, dopo il crac mondiale del 1929, il il Wir svizzero, oggi utilizzato da 60mila piccole e medie imprese.

Proprio oggi, in tempi di crisi, c’è chi guarda alle monete sociali, al Grano, il Puma e le altre, come a forme di protesta: anti-globalizzazione, anti-capitalismo, anti-Euro. La questione se il Grano & Company siano monete alternative all’Euro è particolarmente scottante. Per chi scrive, la legittimità e adesione alla Moneta Unica Europea non sono messe in discussione e non devono esserlo.

Le monete sociali, invece, sono interessanti in quanto, senza prefiggersi di sostituire alcuna valuta ufficiale, possono soddisfare scopi virtuosi quali lo sviluppo locale e la tutela dell’ambiente, riqualificando spazi territoriali, favorendo un commercio sostenibile e un consumo responsabile, l’acquisto di prodotti locali e artigianali, e a chilometro zero.

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