Il sole per amico. Le regole degli esperti per abbronzarsi in sicurezza

di Maria Moreni

Dalla campagna italiana di prevenzione del melanoma, dal titolo ‘Il sole per amico’, è possibile trarre dieci regole d’oro universali e trasversali. Riguardano tutti. Ecco quali sono:

– evitare l’esposizione eccessiva e le conseguenti scottature soprattutto se si ha un fototipo I (capelli biondo-rossi occhi e carnagione chiari e lentiggini) o II (capelli biondo-castani, occhi e carnagione chiari e lentiggini);

– esporsi gradualmente per consentire alla pelle di sviluppare una naturale abbronzatura;

– evitare di esporsi durante le ore centrali della giornata;

– proteggere i bambini dalle scottature;

– evitare l’esposizione solare diretta dei neonati fino a 1 anno;

– proteggere in modo particolare alcune sedi corporee come naso, labbra, orecchie, collo, scollato, spalle, cuoio capelluto;

– utilizzare indumenti e accessori per proteggersi dai danni del sole come cappello con visiera, camicia e occhiali da sole con filtro UV 100%;

– approfittare dell’ombra naturale di alberi, tettoie, ombrelloni;

– applicare le creme fotoprotettive in dosi adeguate e per più volte durante l’esposizione;

– evitare l’utilizzo delle lampade artificiali per abbronzarsi.

I rischi delle scottature

Come emerge dai risultati di molti studi, il rischio di tumore alla pelle è più frequente in chi si scotta spesso. Secondo quanto ha spiegato, invece, Ignazio Stanganelli, Responsabile del Centro clinico-sperimentale di Oncologia dermatologica dell’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori, “l’abbronzatura graduale riduce il rischio di scottature solari”. Si dovrebbe cominciare da un’esposizione di 45/60 minuti il primo giorno aumentando ogni giorno il tempo di esposizione fino a ottenere in 15-20 giorni di esposizione solare un’abbronzatura uniforme e duratura. “L’utilizzo di creme solari facilita questo obiettivo”. Le scottature solari in età pediatrica aumentano il rischio di sviluppare melanoma in età adulta.

Ha proseguito Stanganelli: “I neonati pur avendo un numero di melanociti pari agli adulti, hanno la pelle molto più sottile, pertanto più sensibile al danno da UV”. Ricordatevi anche di indossare sempre gli occhiali da sole. “La prolungata esposizione degli occhi alla luce solare, infatti, “può favorire la formazione di cataratte, mentre alti livelli di luce visibile ad alta energia possono essere legati alla degenerazione maculare dell’età avanzata”, ha aggiunto il professore. Siete utilizzatori abituali di lampade? Fate attenzione. Dal 2009 l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera anche le radiazioni ultraviolette artificiali come carcinogeni. Dal 2011 in Italia l’uso delle lampade abbronzanti è vietato alle persone più vulnerabili come i ragazzi sotto i 18 anni, le donne in stato di gravidanza, i soggetti che in precedenza hanno sviluppato un tumore maligno della pelle. Ha concluso l’esperto: “Le radiazioni UV artificiali hanno un effetto additivo alle radiazioni solari: 20 minuti di esposizione artificiale corrispondono ad una giornata di sole in pieno agosto”.

I fattori da considerare
L’irradiazione più forte è concentrata, in particolare, dalle 10 del mattino alle 4 del pomeriggio. Per valutare l’intensità dei raggi solari gli esperti dell’American Cancer Society suggeriscono di fare il “test dell’ombra”. In che cosa consiste? Se la vostra ombra è più corta di voi, significa che il sole è al suo culmine ed è fondamentale proteggersi. Oltre a stare attenti all’esposizione in base al fototipo a cui si appartiene, l’Airc (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro) ci insegna a individuare anche altri fattori.

La stagione: il periodo in cui bisogna stare più attenti, nell’emisfero settentrionale, va da maggio a settembre; nell’emisfero meridionale, da novembre a marzo.

L’altitudine: gli effetti dei raggi UV sono maggiori in alta montagna, dal momento che lo strato di atmosfera che può assorbire le radiazioni nocive provenienti dal sole è più sottile. In questi posti è bene proteggersi anche durante l’inverno: la neve, infatti, come la sabbia o l’acqua del mare o dei laghi, riflette i raggi solari aumentandone la potenza. Per avere un ordine di grandezza di riferimento, pensate che si calcola che la neve rifletta il 75 per cento dei raggi capaci di provocare scottature, la sabbia il 15 per cento, il calcestruzzo il 10 per cento e la schiuma del mare il 25 per cento.

La latitudine: il grado di protezione necessaria e gli orari in cui ci si può esporre al sole in sicurezza cambiano molto in relazione alla distanza dall’equatore del luogo in cui ci si trova. Quanto più i raggi del sole sono perpendicolari alla superficie terrestre, tanto più sottile è lo strato di ozono che devono attraversare. Un conto, insomma, è esporsi al sole su una spiaggia del Nord Europa, un altro è stare in riva al mare ai Caraibi o alle Maldive.

Le condizioni meteorologiche: se il sole è nascosto da uno spesso strato di nuvoloni neri, come nel corso di acquazzoni e temporali estivi, difficilmente può fare danni. Un compatto strato nuvoloso permette il passaggio del 30-40 per cento dei raggi UV. Se le nuvole si alternano a sprazzi di sereno, il livello di irradiazione può aumentare molto, raggiungendo l’80 per cento se il cielo è coperto solo a metà. In queste condizioni è quindi più facile scottarsi, soprattutto perché si tende a sottovalutare il tempo di esposizione rispetto a quando il tempo è sereno.

Le previsioni del sole: sempre più spesso, su giornali e opuscoli informativi, si trovano le previsioni del tempo e quelle legate al grado di irradiazione solare. Come vanno interpretate queste ultime?  

‘Livello di rischio basso’: non occorre nessun tipo di protezione, neppure nelle ore centrali della giornata.

‘Livello di rischio intermedio’: applicare una crema protettiva e indossare un cappello se si resta molto al sole, soprattutto nelle ore centrali della giornata.

‘Livello di rischio alto’: applicare una crema solare protettiva almeno di fattore 15 ogni due ore, indossare cappello e occhiali da sole, restare all’ombra nelle ore centrali della giornata.

‘Livello di rischio altissimo’: seguire ancora più scrupolosamente le indicazioni del punto precedente.

LA REGOLA DEI SEI CUCCHIAINI

Per evitare scottature e danni alla pelle in seguito all’esposizione solare, Sabatino Pallotta, direttore del Dipartimento di Dermatologia dell’Idi Irccs di Roma, ha dato alcune raccomandazioni, introducendo la simpatica “regola dei sei cucchiaini”. Vediamo di cosa si tratta.

Ha detto Pallotta: “Bisogna prediligere un filtro alto perché una certa percentuale di radiazioni passa comunque. Il solare va messo ogni 2 ore e la quantità giusta è pari a 30-35 grammi di prodotto, vale a dire 6 cucchiaini: uno per gamba, e poi torace, dorso, testa-collo e mani-piedi”. La crema protettiva va applicata con generosità e senza trascurare nessuna zona del corpo, come spesso accade: “Facciamo attenzione alla parte posteriore delle ginocchia e alle orecchie”.

Sono indicazioni che valgono per tutti i componenti di un gruppo famigliare, nessuno escluso, a prescindere dall’età. Ha sottolineato, inoltre, Pallotta: “Senza una protezione adeguata si rischiano due tipi di danni: uno acuto, cioè la scottatura, e uno che si evidenzia dopo 20-30 anni, con rughe, fotoinvecchiamento e lesioni di tipo tumorale, purtroppo in aumento”. I dermatologi si raccomandano, infine, di applicare il filtro solare anche in città. È soprattutto in barca che bisogna fare particolare attenzione: a bordo si sta per molte ore sotto il sole, l’esposizione è molto più intensa di quella sulla spiaggia perché l’acqua riflette oltre il 30% in più dei raggi solari, il vento spesso mitiga il calore percepito ed è molto più facile scottarsi senza rendersene conto.

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