Un tocco aromatico a brodi, impasti, salse, creme e molto altro
di Maria Moreni
Dall’11 al 14 aprile 2024, al Centro Esposizioni di Lugano, è andata in scena la 26esima edizione di Tisana – La fiera del benessere, in cui ampio spazio è stato dedicato anche all’alimentazione naturale. In molte cucine asiatiche, mediorientali e sudamericane, tè e preparati a base di radici, foglie, fiori e altre componenti vegetali sono utilizzati da millenni non solo come bevande, ma anche come ingredienti per alcune ricette.
Si pensi, per esempio, al tè matcha (tè verde giapponese in polvere) o al tè chai (o masala chai, miscela indiana a base di tè nero, latte, spezie), per non dimenticare il Darjeeling (originario del Bengala Occidentale) e il mate (particolarmente popolare in Argentina, Paraguay, Uruguay e in alcune parti del Brasile). Succede però anche nella tradizione mediterranea, con erbe aromatiche fresche come basilico, prezzemolo, timo, rosmarino e salvia, così come con camomilla, menta e dragoncello, solo per citarne alcune.
Certamente ogni tè o infuso è caratterizzato da aromi e sapori distintivi e unici e vanno scelti in abbinamento alle altre materie prime del piatto che si sta preparando. Per esempio, il tè verde e il tè bianco sono tendenzialmente più adatti a pietanze fresche e leggere, mentre il tè rosso (rooibos) e quello nero danno un gusto più corposo e strutturato ai cibi. Gli infusi a freddo, inoltre, a differenza di quelli caldi, aggiungono note più delicate. Premesse tali indicazioni, vediamo qualche modalità alternativa per adoperare tè, infusi e tisane tra i fornelli.
Queste preparazioni liquide possono essere usate per brodi, zuppe, marinature, salse e condimenti, ma anche come acqua di cottura di cereali (riso, farro, quinoa) e legumi. E poi ancora, per realizzare gnocchi, noodles, tagliatelle, spaghetti e altri tipi di pasta e per aromatizzare latte, panna, burro e soffritto. Non finisce qui. Le foglie e le erbe da cui spesso sono costituite possono essere adoperate – sotto forma di macinato in polvere finissima, ottenuta con mortaio e pestello, o con un macinino elettrico per caffè o spezie – nell’impasto di lievitati come pane e dolci da forno (biscotti, torte, muffin), e poi ancora per creme, gelati e dolci al cucchiaio.
RICETTA
TORTA ALLA CAMOMILLA
[Nonno Lucio © Gruppo Micologico Carlo Vittadini, Segrate (Mi)]
Ingredienti:
250 gr di farina
130 ml di acqua
3 bustine di camomilla
130 ml di olio di semi
3 uova
100 gr di zucchero
80 gr di zucchero di canna
1 bustina di lievito per dolci
la scorza grattugiata di un limone
1 pizzico di sale
Procedimento:
Preparate la camomilla scaldando l’acqua e mettendo le bustine in infusione. Quindi fate raffreddare. Con le fruste elettriche, montate le uova con lo zucchero e lo zucchero di canna, fino a farle diventare chiare e spumose. Aggiungete l’olio, la camomilla, la buccia grattugiata del limone e un pizzico di sale. Quindi aggiungete la farina setacciata con il lievito e montate ancora con le fruste. Imburrate e infarinate uno stampo a forma da 22 cm di diametro e versate l’impasto. Livellate la massa muovendo lo stampo sul ripiano. Riscaldate il forno e cuocete la torta per 40-45 minuti a 180°C. Per controllare la cottura effettuate la prova stecchino. A cottura ultimata, fate raffreddare completamente. Scegliete se completarla con zucchero a velo oppure no.