Integrazione delle donne migranti in Ticino: un passo verso la città

La promozione dell’integrazione delle persone immigrate è un obiettivo importante della Confederazione Svizzera, sia a livello politico che sociale. La padronanza di una delle lingue nazionali gioca un ruolo fondamentale nel processo dell’integrazione perché apre opportunità lavorative, innalza la qualità della vita e aiuta l’inserimento nella realtà quotidiana. La Confederazione pone come linee guida, per i corsi di lingua a migranti, un approccio didattico orientato all’azione e ai bisogni di migranti al fine di favorire la loro integrazione nelle realtà cantonali.

Abbiamo parlato con Letizia Salvadè, responsabile, assieme a Maddalena Fiordelli, del progetto ‘Un passo verso la città’, un corso di lingua italiana e integrazione, che si sviluppa in stretta collaborazione con il Canton Ticino e nato dalla collaborazione tra l’associazione Mm-Mc e Seed.

Com’è nato il progetto?
“Nel 2010 con un progetto europeo iniziammo a raccogliere dati circa la presenza, nel territorio ticinese, di donne migranti da paesi terzi, soprattutto arabi. Da qui, seguì, in modo naturale, l’iniziativa di organizzare corsi di lingua per la popolazione femminile con un duplice obiettivo. Ci impegniamo al fine di permettere alle frequentanti dei nostri corsi di conseguire un livello sufficiente di conoscenza linguistica necessario per lo svolgimento di attività quotidiane quali la cura dei figli, le relazioni scuola famiglia, ad esempio. E poi promuoviamo attività di orientamento e avvio al lavoro per chi ha raggiunto un livello sufficiente di espressione, conoscenze e uso della lingua italiana.”

Quali sono i maggiori bisogni a cui voi cercate di rispondere?
“Percepiamo la difficoltà delle donne nel trovare punti di riferimento e di aggregazione, geografici e culturali: dove sono i parchi giochi, dov’è il municipio, come si fa a prenotare una visita medica, come funziona la scuola in Ticino, ad esempio! Al contempo, avvertiamo forte il bisogno di ‘creare contatti’ al di fuori dello spazio domestico. A difficoltà e bisogni rispondiamo alternando momenti d’insegnamento linguistico ad attività di civica e integrazione territoriale, quest’ultime attraverso uscite sul territorio, per conoscere ad esempio spazi per bambini o attività da svolgere con la famiglia. Inoltre da alcuni anni proponiamo alle donne occasioni per impegnarsi nel volontariato. L’obiettivo è offrire l’opportunità di creare legami ‘locali’ e anche di far conoscere alle partecipanti come funziona il mondo del lavoro in Svizzera, la necessità di rispettare orari, relazionarsi con gli altri e con datore di lavoro.”

Qual è la sfida maggiore e il momento più bello?
“L’eterogeneità tra le partecipanti in termini di provenienza geografica, sociale, culturale e livelli di istruzione costituisce spesso una sfida. Non è facile far imparare alle donne a guardarsi tra di loro. Ma quando ci riusciamo, ecco, questo è uno tra i momenti più belli.”

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