“La crisi demografica può mettere in crisi la chiave di riparto della SSR”

Se ne discute al dibattito in programma il 18 ottobre a Lugano, promosso dalla CORSI e dal Gruppo di studio e di informazione Coscienza Svizzera. Ne abbiamo parlato con il presidente di Coscienza Svizzera, Verio Pini.

di Giorgia Reclari Giampà

Qual è il legame tra la crisi demografica, che colpisce in particolare la Svizzera italiana, e il futuro dell’offerta di servizio pubblico dei media? I diversi indicatori segnalano una crescente sperequazione demografica che potrebbe acuirsi in modo significativo nei prossimi anni. Mentre realtà come Zurigo prevedono un forte aumento demografico, la Svizzera italiana, e in particolare il Ticino, ha una prospettiva demografica segnata da un preoccupante declino.

Verio Pini

Molte sono le conseguenze di questo fenomeno, non solo interne – incluso un impatto socioeconomico di rilievo – ma anche sulla capacità di farsi ascoltare a Berna sul piano politico e sugli effetti che un bacino di pubblico minore potrebbe avere sugli investimenti federali futuri per il servizio pubblico, anche in relazione ai rischi legati ad un canone radio-tv decurtato.
Ci si può quindi anche chiedere come l’impatto del calo demografico possa contribuire a rimettere in discussione la chiave di riparto SSR-SRG che ha finora favorito la Svizzera italiana. Il tema sarà al centro di un dibattito in programma il 18 ottobre a Lugano, alle 18 nell’aula magna del Liceo 1. È prevista anche una registrazione video, che sarà disponibile nei giorni seguenti sul sito www.corsi-rsi.ch. L’evento è promosso dalla CORSI e dal Gruppo di studio e di informazione Coscienza Svizzera.
Ne abbiamo parlato con il presidente di Coscienza Svizzera, Verio Pini.

Il tema dell’evento è “La crisi demografica e il futuro del servizio pubblico dei media nella Svizzera italiana”. Qual è la correlazione fra questi due ambiti?
“Da quasi un decennio il Ticino vive un lento ma costante calo demografico: il saldo naturale, con più decessi e meno nascite, la perdita di attrattiva, con meno arrivi di persone provenienti dall’Italia o da altri cantoni svizzeri che decidono di stabilirsi in Ticino e il flusso crescente di giovani che partono per formazione o per una sfida professionale altrove. Queste sono le principali cause e non siamo i soli a osservarle: Neuchâtel vive una situazione analoga e in parte i Grigioni, subiscono come noi la maggiore attrattiva di centri più dinamici come Zurigo, Berna, Basilea e l’arco lemanico. Il persistere o l’aggravarsi di questa evoluzione potrebbe avere implicazioni dirette in diversi ambiti: sociale, visto l’invecchiamento progressivo della popolazione; economici e fiscali, data la diminuzione dei consumi e del prodotto interno, ma anche ripercussioni legate al nostro complesso sistema politico e ai suoi equilibri: un seggio in meno in Parlamento, modifiche nella perequazione finanziaria tra cantoni o nei meccanismi che reggono la vita stessa del nostro servizio radiotelevisivo, la cosiddetta ‘chiave di riparto’, che oggi garantisce al Ticino e al Grigioni italiano i mezzi finanziari indispensabili per un’offerta di qualità”.

Chi sono i relatori e come sono stati scelti?
“La natura del tema e la sua complessità richiedono competenze differenziate e complementari. Martin Schuler, professore emerito del Politecnico di Losanna, geografo, esperto di demografia, ha svolto ricerche su migrazione e mobilità, sviluppo spaziale e urbanizzazione; ci porta uno sguardo su scala nazionale e conosce molto bene la realtà del Ticino. Il consigliere nazionale Martin Candinas segue questi temi sul piano politico come membro della Commissione trasporti e telecomunicazioni e ci porta nel contempo la posizione federale e la prospettiva dei Grigioni. Ivano Dandrea, imprenditore immobiliare, ha approfondito la tematica regionale dal profilo economico e rappresenta Coscienza Svizzera come membro di Comitato e infine Luigi Pedrazzini, attuale presidente della CORSI e vicepresidente del consiglio d’amministrazione della SSR, ci offre una conoscenza impareggiabile dei media nella Svizzera, non solo italiana, e una vasta esperienza in dimensione politica. Dovremmo dunque avere gli ‘ingredienti’ indispensabili per un’analisi seria e un dibattito di qualità”.

L’evento del 18 ottobre non è il primo organizzato in collaborazione con la CORSI. Quali sono i temi affrontati gli anni scorsi?
“La collaborazione con la CORSI, con la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana e la SSR è ormai pluridecennale e si confonde in parte con la storia di Coscienza Svizzera, in un intreccio di temi e problemi che spazia dalla coesione nazionale al federalismo, dalla pianificazione del territorio allo sviluppo economico, dai temi di frontiera o della politica regionale alla promozione dell’italianità. In tempi recenti abbiamo collaborato anche in difesa del servizio pubblico, al momento dell’iniziativa «No Billag». In tal senso, la serata in programma potrà contribuire anche alle riflessioni in corso sul canone, sul mandato, eccetera”.

Di che cosa si occupa il Gruppo di studio e di informazione Coscienza Svizzera?
“Rispetto agli ambiti appena ricordati, Coscienza Svizzera si colloca tra ricerca e politica, e svolge attività di mediazione culturale – inseguendo e a volte anche precorrendo l’attualità, sviluppi prevedibili o opportunità da cogliere – con l’approfondimento e la collaborazione offerti da esperti di primo piano, capaci di garantire informazioni affidabili. Due importanti settori d’attività riguardano poi la sensibilizzazione e la promozione dell’italianità e del plurilinguismo, in particolare fuori dal territorio della Svizzera italiana, e gli scambi culturali e linguistici tra giovani di regioni diverse, dove peraltro abbiamo un sostegno tecnico importante della RSI con i suoi cameramen”.

Quale l’importanza delle tematiche legate al servizio pubblico radiotelevisivo nelle riflessioni di Coscienza svizzera?
“Detto in termini così ampi, il servizio pubblico radiotelevisivo e il ruolo dei media occupano ovviamente uno spazio molto importante in assoluto e non solo per Coscienza Svizzera, poiché toccano la formazione democratica dell’opinione, il rispetto e la comprensione reciproca in un Paese multiculturale e multilingue, con maggioranze e minoranze, e quindi il fondamento stesso delle nostre istituzioni. Mi limito a sottolineare un punto centrale che condividiamo con la CORSI: l’impegno per la promozione del plurilinguismo e dell’italianità nell’ambito del Forum per l’italiano in Svizzera, tanto nella Svizzera italiana, nella sua accezione tradizionale storica e geografica, quanto e anzitutto su scala nazionale, a sostegno dell’italianità composita e stratificata che cresce fuori territorio e che oggi tocca oltre un cittadino su otto del nostro Paese. Io stesso, da oltre trent’anni a Berna, vivo un’italianità affettiva, culturale, europea e cosmopolita, a cavallo tra il Ticino e il resto della Svizzera, e ritengo indispensabile affermarla, favorire la sua vitalità e darle lo statuto e la posizione che merita”.

Per questioni organizzative è gradita l’iscrizione all’evento, inviando una email a info@corsi-rsi.ch e indicando nome, cognome e numero di partecipanti.

PARLIAMO DI “SIAMO FUORI”
Tornano gli eventi dedicati alle trasmissioni RSI che sono state analizzate dal Consiglio del pubblico. Martedì 8 novembre alle 18 alla Filanda di Mendrisio si discuterà di “Siamo fuori”, il programma in onda su LA 1 tutti i giorni, condotto da Carlotta Gallino, Davide Riva e Christian Frapolli, girato in esterno in diretta da varie località della Svizzera italiana per raccontare persone e storie del territorio. La serata vedrà sul palco Chiara Tomasoni, resp. Settore società dip. Cultura e società, Andrea Gloor, produttore TV dip. Cultura e Società, Armanda Zappa Viscardi, membro del Consiglio del pubblico (CP), Martina Malacrida Nembrini, presidente del CP e Michele Rossi, membro del Comitato CORSI e coordinatore del gruppo di lavoro del Consiglio regionale “Vicinanza al territorio”. Moderazione a cura del segretariato CORSI. Segue rinfresco. Iscrizioni su www.corsi-rsi.ch.

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