La distruzione della guerra, la rinascita della Pasqua, l’appello di Bergoglio

di Giovanna Guzzetti

Rai 1, la rete ammiraglia della tv pubblica italiana, nei giorni della Passione, morte e resurrezione di Cristo, è stata presidiata da Papa Francesco. A partire dal venerdì santo, con una puntata straordinaria a inizio pomeriggio di A tua immagine, in cui il Pontefice è stato intervistato senza particolari formalismi da Lorena Bianchetti (dalle quale si è poi congedato con uno scambio, non papale ma amichevole, di baci sulle guance), per poi proseguire con la canonica Via Crucis. E la domenica l’appuntamento dell’Angelus è stato doppiato da una emozionante e partecipata illustrazione dei Vangeli in prima serata, introdotta con passione e sapienza da Roberto Benigni.
Una full immersion? Una sovraesposizione? Niente di tutto questo, mi verrebbe da dire. Siamo nel mezzo di un aspro conflitto, così vicino a noi, e al Vaticano, e così ampiamente documentato grazie alla assiduità ed alla costanza di tanti inviati di guerra (quante le donne!! Passati i tempi della Guerra del Golfo con la sola presenza femminile dell’indomita Christiane Amanpour), da non permetterci di distrarci.

Papa Francesco non può non riportarci al dolore dei nostri fratelli a cui fa un riferimento diretto con quel  «Signore, disarma la mano che uccide il fratello». Non ci si deve abbandonare né va tollerato il cainismo, fenomeno che trova ancora troppi che lo giustificano.
Francesco, ricordando la passione e morte di Gesù, ha citato “le ferite nel costato di Cristo”. Che cosa sono allora, se non una loro replica all’infinito, i colpi inferti alle genti di Ucraina? Noi cristiani siamo gli unici ad avere e credere nella Resurrezione. A Gesù accadde di rinascere, diverso e più bello di prima, dicono. Auguriamo all’Ucraina di risorgere più fiorente di prima. Come Tommaso volle fare con il Cristo, verificando che fosse lui anche se con aspetto diverso, il mio auspicio è che si possa andare in massa a vedere Mariupol rinascere, non solo come città edificata ma soprattutto nello spirito dei suoi abitanti.
Nell’introdurre la lezione del Papa sui Vangeli, la cui conoscenza è essenziale – ha ricordato Francesco – perché il nostro essere cristiani non sia solo di dottrina, ma di cuore – Roberto Benigni, con la sua narrazione trascinante, ci ha ricordato che “vita e libertà sono una cosa sola”.
Nulla di più vero per i resistenti ucraini, fratelli impavidi, che per salvaguardare libertà e vita combattono al di fuori di inquadramento e divise. Come ha detto il loro presidente Zelensky : “il mio popolo si è fatto esercito”. God bless Ukraine.

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