La RSI che vorrei. Attese del pubblico e progetti della nuova direzione

Mario Timbal, già direttore operativo del Locarno Film festival, si trovava in Francia, a Arles dove lavorava come direttore operativo della fondazione culturale Luma, quando gli è giunto l’invito della CORSI a concorrere per la posizione di direttore della RSI. “La domanda che mi sono posto è stata non perché cogliere questa opportunità, ma perché non coglierla” – ha esordito il direttore in occasione della serata organizzata venerdì 1° ottobre proprio dalla CORSI e dal titolo La RSI che vorrei.

Dalla spiccata sensibilità per la dimensione culturale della Svizzera italiana, Timbal si è definito come un manager il cui ruolo è permettere che la miglior creatività e i migliori prodotti, di cui sono capaci colleghe e colleghi della RSI, trovino la giusta attenzione nel panorama mediatico. Incalzato dalle domande della giornalista Barbara Bassi, già esponente della Commissione federale dei media (COFEM), il direttore ha parlato del rinnovamento dell’azienda e del ruolo del comitato direttivo, così come della collaborazione tra RSI e CORSI nonché dell’offerta culturale alla RSI. Si è inoltre discusso delle sfide che attendono i media nell’era digitale, in particolare di come il servizio pubblico radiotelevisivo intende raggiungere igiovani e combattere la disparità di genere in tv e radio. La serata pubblica ha visto la partecipazione di Luigi Pedrazzini, Presidente CORSI.

Rinnovamento dell’azienda e comitato direttivo

I tagli sul budget sono sostanziali (nelle casse, meno 8 milioni di franchi) e le riduzioni del personale anche (entro il 2022 l’azienda rinuncerà a 34 posti di lavoro). In questo contesto, come potrà la RSI continuare a garantire la qualità dei suoi servizi e dei prodotti editoriali? Per Timbal la sfida non è impossibile da vincere perché, spiega il direttore, “la qualità non dipende dalla semplificazione”. E già si sta procedendo all’implementazione di nuovi metodi di lavoro e organizzazione che siano volti alla razionalizzazione delle risorse e “concentrino gli investimenti là dove c’è pubblico”. Ad esempio, sarà accresciuto in numero di trasmissioni live nella fascia serale e nel fine settimana, mentre questa tipologia di programmi sarà proposta di meno nella fascia del mezzogiorno, quando l’audience è più basso. Il notiziario rimarrà, ma comprenderà approfondimenti con ospiti vari e non solo le notizie – che le persone possono leggere facilmente e in ogni momento online. Tutto puntato verso lo share, insomma? Alla domanda della moderatrice, Barbara Bassi, su quanto siano importanti i dati sugli ascolti nelle decisioni aziendali, Timbal risponde che “non si può dare un servizio pubblico senza pubblico”. Il direttore ha inoltre già proceduto all’istituzione di una commission board interdisciplinare – alla quale partecipa ma senza presiederla. Lo scopo è migliorare la gestione delle risorse e occuparsi delle linee guida per chi fa i programmi. Sono cinque i principali cambiamenti organizzativi. Essi riguardano la valorizzazione della creatività, l’agilità produttiva, gli equilibri finanziari, la vicinanza con la Svizzera italiana e il posizionamento, al centro, della cultura aziendale.

Collaborazione tra CORSI e RSI

In un’intervista apparsa sul sito della CORSI prima dell’evento con Timbal, Luigi Pedrazzini, presidente CORSI, aveva dichiarato che la Società cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana si aspetta senz’altro il pieno riconoscimento del proprio ruolo quale stakeholder privilegiato perché fa parte, come la RSI, della stessa famiglia SSR. “Naturalmente – aveva precisato Pedrazzini – l’azienda e la nostra società cooperativa hanno funzioni diverse, definite, tra l’altro, per statuto. In questo senso, quindi, non c’è – e non ci deve essere – competizione, ma un’auspicabile ‘agire insieme’, trasparente e costruttivo, volto a un unico obiettivo: la promozione del servizio pubblico dei media di lingua italiana”. Inoltre, in un panorama mediatico in cambiamento, sempre più frammentato e segnato dalla digitalizzazione, Pedrazzini sottolineava: “Sappiamo che nel futuro ci saranno ulteriori tentativi di limitare fortemente le risorse del servizio pubblico radiotelevisivo. Per contrastarli non sarà sufficiente lavorare sull’attrattività dell’offerta; bisognerà convincere il pubblico che questa offerta è necessaria e per certi versi insostituibile e che, in funzione di questo, la RSI deve poter disporre di risorse adeguate”.

Timbal si è detto disponibile e aperto al dialogo con la CORSI. Tra l’altro è in fase di elaborazione finale un contratto di collaborazione tra RSI e CORSI, con l’intento di concretizzare meglio l’impegno alla cooperazione, comunicazione e scambio di informazioni, previsto dalle norme statutarie e in base alla nuova strategia dell’Associazione mantello SSR, da applicarsi nel rispetto delle reciproche competenze. L’obiettivo è esplicitare i reciproci impegni nel campo della comunicazione e dello scambio d’informazioni, di ampliare i canali di diffusione delle iniziative volte a evidenziare aspetti di condivisione di valori del servizio pubblico dei media. Il tutto nel rispetto delle reciproche competenze e disponibilità. La collaborazione prevede un fattivo rapporto di partenariato tra CORSI e RSI, che si sostengono reciprocamente nel processo di trasformazione in corso. Questo consentirà di concretizzare le linee d’azione previste nel documento programmatico “CORSI 2025”, che sarà votato dall’assemblea dei soci del mese di giugno 2022.

Offerta culturale

Di cultura alla RSI, la CORSI ne aveva parlato, ad esempio, con Begoña Feijoó Fariña, scrittrice e presidente della sezione Valposchiavo della Pro Grigioni Italiano, secondo la quale “oggi la RSI offre un servizio culturale di altissimo livello con programmi che si occupano per esempio di cultura in ambiti diversi e che ci permettono di rimanere aggiornati sia sugli eventi in programma nella Svizzera italiana sia sul panorama culturale contemporaneo, italofono e non.” Nell’intervista, Begoña Feijoó Fariña aveva anche sottolineato come la cultura lavori nel costruire un progetto di cittadinanza: per questo – con riferimento allo smantellamento/rifacimento di Rete 2, il canale radiofonico della cultura alla RSI – è importante che il servizio dei media continui a garantire spazi dove arricchirci come cittadine e cittadini. Certo senza dimenticare l’intrattenimento. E a tal proposito, Matteo Vanetti, Direttore di Radio Ticino, aveva ricordato le difficoltà crescenti delle emittenti radiofoniche tradizionali – quelle che vanno in onda dal vivo, con conduttori e programmi in diretta – in un panorama cantonale ma anche nazionale soggetto a crescente competizione e esposto a un rischioso appiattimento dell’offerta.

Nella sera del primo ottobre Timbal ha precisato che l’azienda ha già lavorato a un nuovo palinsesto televisivo (presentato alcune settimane fa), e abbia anzitutto proceduto convogliando Cultura e Intrattenimento in un unico dipartimento. Si va quindi delineando un nuovo modo di proporre la cultura. Come spiega Timbal, citando la trasmissione “Non te lo dirò mai”, si può parlare di aspetti legati alla cultura del territorio anche attraverso programmi dal format più ludico ma non superficiale. È stato inoltre da poco chiuso il concorso per un/una responsabile del dipartimento Cultura, e futuri cambiamenti seguiranno. Certo è che il progetto Lyra – ovvero la revisione delle modalità produttive di tutti i contenuti audio e ridefinisce le linee editoriali delle tre reti e dell’offerta digitale e online – è archiviato. Per la radio, le novità verranno rese note nelle prossime settimane. La Cultura, ricorda Timbal, è importante per e alla RSI, ma non è di per sé, necessariamente, antitetica all’intrattenimento.

Rappresentanza di genere

La questione della sottorappresentanza femminile nei media è stata oggetto, nei mesi scorsi, dell’attenzione della CORSI. Ne abbiamo parlato con MariaLuisa Parodi, che ha negli anni passati anche organizzato i corsi “Sotto i riflettori con efficacia e serenità” promossi dalla Federazione delle associazioni femminili Ticino Plus (FAFT Plus) in collaborazione con la RSI. E se ne è discusso con Paolo Gaffuri Responsabile Sviluppo Aziendale RSI, il quale aveva anticipato l’introduzione, da parte della RSI, di un monitoraggio mensile dei dati sulla parità di genere messo a disposizione delle e dei responsabili di tutte le redazioni. Inoltre, la disparità di genere nei media è stata ricordata in un evento a margine dell’intervento di Timbal e che ha riguardato l’assegnazione a Barbara Camplani del primo premio Ermiza 2021, per il suo servizio “Potere alle suore”andato in onda il giorno 11 marzo 2019 nel corso del programma radiofonico “Laser” (RSI Rete Due). Il premio Ermiza, voltoa valorizzare un servizio dei media in grado di proporre una rappresentazione di genere orientata alle pari opportunità, è da sempre sostenuto dalla CORSI, come ricordato da Tiziana Mona, già Presidente del Consiglio del pubblico CORSI.

A proposito delle questioni di genere, Timbal ha ribadito l’impegno dell’azienda a combattere la sotto-rappresentanza femminile nei media – ma senza ricorrere alle quote rosa. La strada maestra, per il direttore, è puntare tutto sulla valorizzazione delle competenze delle giornaliste.

Il pubblico: i giovani e l’italofonia oltre Gottardo

“Fin dall’avvento dei telegiornali e, in senso più ampio, della televisione, il video come mezzo d’informazione è sempre stato parte dell’esperienza quotidiana collettiva” – scrive Gabriele Chierici, studente di Lettere all’Università di Friburgo in un articolo per la CORSI. Oggi, per le nuove generazioni, è internet lo spazio privilegiato per cercare informazioni che interessano “a loro” ma anche per vivere il mondo delle news in modo partecipativo. Fidelizzare i giovani a programmi radio e TV – a fronte del diffondersi di Spotify e Netflix, ad esempio – è quindi una delle maggiori sfide con le quali il servizio pubblico radiotelevisivo è chiamato a confrontarsi. A tale riguardo, Timbal ha chiarito che guiderà l’azienda verso una formulazione di palinsesti trasversali che includano informazione ma anche intrattenimento e che siano capaci di comunicare la diversità di interessi e offrano vicinanza al territorio.

E a proposito di territorio, sono 72mila gli italofoni nel Canton Zurigo, quasi 15mila a San Gallo, e oltre 22mila sia nella Svizzera orientale sia nella Svizzera centrale, regioni in cui l’Italiano (o dialetto ticinese/grigionese italiano), tra la popolazione residente permanente di 15 anni o più, è la seconda lingua nazionale maggiormente diffusa. Il bacino di potenziali utenti della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, quindi va ben oltre i confini cantonali ticinesi, abbraccia i Grigionitaliano e supera il Gottardo. Come intende la RSI eludere la critica di essere ticinocentrica? Incalzato dal pubblico, Timbal ha specificato che sotto la sua direzione la RSI lavorerà per costruire relazioni con tutta la Svizzera e creare legami con l’italofonia che risiede sia nella regione germanofona sia in quella francofona.

(Lo streaming dell’evento con il direttore della RSI, Mario Timbal, è disponibile al sito della CORSI).

E voi, che RSI vorreste? Fatecelo sapere, partecipando al sondaggio che trovate nella rubrica CORSI sul sito del Corriere dell’Italianità.

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