La Svizzera riapre le frontiere. Per ora non con l’Italia

Intervista all’Ambasciatore d’Italia a Berna, Silvio Mignano

Ambasciatore, la Svizzera riapre le frontiere con Austria, Francia e Germania a partire dal 15 giugno prossimo. Il disegno di legge sulle nuove regole per la Fase2 approvato venerdì 15 maggio in sera dal Consiglio dei ministri italiano prevede la possibilità dal 3 giugno di entrare in Italia dai Paesi dell’Unione europea, dell’area Schengen compresi Svizzera e Monaco. Pensa che l’Italia potrà salvare una parte della stagione turistica estiva? 

Il Governo italiano sta lavorando da un lato per garantire la massima tutela della salute di tutti i cittadini – e vanno sottolineati gli enormi progressi raggiunti nelle ultime settimane nel contenimento e poi nella decisa riduzione del contagio da virus Covid-19 – e dall’altro per la ripresa economica, che non può non comprendere anche il turismo, asse portante del sistema Italia. Del resto è stato appena approvato il decreto per il rilancio dell’Italia che stanzia cinquantacinque miliardi di euro, in termini di aiuti sia alle famiglie sia alle imprese. Una quota significativa del sostegno andrà al turismo.

Il blocco dei valichi tra Svizzera e Italia ha toccato molto gli italiani in Svizzera, la comunità più numerosa tra quelle emigrate. La rete consolare ha avuto molte richieste riguardanti le frontiere chiuse?

Abbiamo avuto e continuiamo a avere tante richieste al riguardo. Da una settimana sono stati riaperti altri valichi e continuiamo a seguire la questione con la massima attenzione, considerandola una delle nostre priorità.

I nuovi flussi migratori dall’Italia verso la Svizzera hanno comportato spesso la separazione delle coppie sposate, spesso con figli, che a causa delle restrizioni non si possono ricongiungere. Ci sono stati tentativi di soluzioni o accordi specifici al riguardo tra Italia e Svizzera?

In realtà questa è una materia la cui disciplina dipende soprattutto dalla normativa italiana, anche se naturalmente in vista del 3 giugno occorrerà anche veder quali saranno le decisioni svizzere. Naturalmente stiamo seguendo da vicino gli sviluppi.

Il Governo ha prorogato i termini di pagamento delle bollette di acqua, luce e gas a uso domestico. Molti italiani in Svizzera hanno casa in Italia e, per altro, a giugno si deve versare la prima rata dell’IMU, che dopo l’abolizione dell’esenzione sulla prima casa devono pagare anche i pensionati italiani emigrati…

Il pagamento della rata IMU è in effetti previsto per il 16 giugno, ma trattandosi di materia di competenza dei Comuni io consiglierei ai connazionali di contattare il Comune di appartenenza per verificare eventuali dettagli.

Nella fase più acuta della pandemia il Ministero degli esteri è stato molto sollecitato per il rimpatrio in Italia di tanti connazionali, da ogni parte del mondo. È stata interessata anche la rete diplomatica italiana in Svizzera, che lei dirige, a tale problematica?

Certamente. Soprattutto nelle prime settimane abbiamo avuto numerose richieste di aiuto per facilitare il rientro in Italia soprattutto di connazionali che venivano da paesi terzi e che utilizzavano gli scali svizzeri – principalmente Zurigo – quali aeroporti di transito, o che attraversavano le frontiere terrestri. Siamo sempre riusciti a ottenere la massima collaborazione delle autorità svizzere, che desidero ringraziare, e tutti i casi si sono risolti positivamente.

Ambasciatore quando saranno riaperte le scuole italiane in Svizzera?

Il tema scolastico, come sa chi vive in Svizzera, è tra i più complessi, perché le competenze in materia sono distribuite tra i livelli federale, cantonale e comunale, e in certi casi addirittura con diversificazioni che dipendono dai singoli istituti, come espressamente indicato dal Consiglio Federale, che ha lasciato campo libero a soluzioni flessibili. Si può dunque dire che non vi siano due casi identici in tutta la Confederazione. Noi dobbiamo dunque affrontare la non agevole armonizzazione della normativa italiana e del mosaico di norme e prassi svizzere, avendo da un lato presente l’esigenza di dare un servizio a studenti e famiglie, dall’altro di tutelare docenti, personale non docente, ma anche gli stessi studenti e le stesse famiglie. In linea generale stiamo confermando la didattica a distanza (che nelle nostre scuole e nei nostri corsi funziona magnificamente) fino al prossimo 8 giugno, e prima di tale data daremo nuove ulteriori indicazioni per la fase successiva.

 

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