La vita è un miracolo

Regista: Emir Kusturica – Anno: 2004 – Durata: 155 min.- Paese di produzione: Serbia, Montenegro, Francia

Sinossi: Jugolasvia 1992. Luka, un ingegnere serbo, si trasferisce in un minuscolo paese sulle montagne bosniache per costruire una ferrovia turistica tra Serbia e Bosnia. Con lui vivono la moglie Jadranka, una lunatica cantante d’opera, e il figlio Miloš, un promettente calciatore. Allo scoppio della guerra il progetto ferroviario va in fumo, il figlio viene chiamato al fronte e la moglie scappa con uno xilofonista ungherese. A Luka, disorientato e indeciso sul da farsi, viene affidata la prigioniera di guerra Sabaha, di cui si innamora perdutamente. Gli eventi proseguiranno in un’escalation di folli situazioni esilaranti.

Perché vedere il film: Non si può non amare il folle stile del genio Emir Kusturica che con la sua disordinata anima slava dipinge nei suoi film un mondo tutto suo, sempre a cavallo tra il surreale e il grottesco. Il regista ci trasporta ancora una volta nel delirante universo balcanico fatto di interminabili e grotteschi pranzi nuziali, bande musicali chiassose e personaggi sopra le righe. Sembra che suoi film facciano a gara uno con l’altro nel regalare allo spettatore perle di surrealismo indimenticabile e questa pellicola, considerata ingiustamente minore, non si trattiene di certo dal darle. La poesia presente nei film di Kusturica è avvolgente e sottile, i suoi personaggi sono immersi in situazione tragiche come la guerra e la povertà ma vivono la vita con una potenza incredibile, con una gioiosità senza pari. In ‘La vita è un miracolo’ l’amore è infatti il fulcro della vicenda, un amore interrazziale, interreligioso, apolitico e cosmopolita. È la risposta ai dispiaceri dell’esistenza e alle ingiustizie. Perché fondamentalmente la visione della vita slava e quindi di Kusturica non si discosta molto da quella hippie: fate l’amore, non fate la guerra. Il film si interroga appunto sul come una cultura così edonistica e votata al divertimento e all’allegria possa trasformarsi fino a diventare brutale e sanguinaria; come si sia dimenticata che la vita, nonostante le sofferenze che la abitano, sia un miracolo.

Continuare
Abbonati per leggere tutto l'articolo
Ricordami