L’arte concreta di Marcello Morandini

Esce per Skira Editore il Catalogo ragionato dell’artista che nella prossima primavera inaugurerà la sua Fondazione-Museo dedicata all’arte concreta e costruttivista. Un progetto realizzato anche grazie alla donazione di due collezionisti svizzero-americani

VARESE. Da oltre cinquant’anni Marcello Morandini crea opere in bianco e nero seguendo un nitido rigore concettuale e progettuale. Tra i maggiori rappresentanti dell’arte concreta in Europa, Morandini inizia la sua attività nel 1964 con una personale curata da Germano Celant e già nel 1967 è invitato alla Biennale di San Paolo in Brasile e nel 1968, con una sala personale, alla Biennale di Venezia. Prosegue una lunga carriera tra l’Italia e la Germania, sviluppando accanto all’arte visiva anche un prolifico percorso di design (storica la sua amicizia e lunga collaborazione con Philip Rosenthal) e nel campo dell’architettura. È stato docente all’Accademia estiva di Salisburgo, all’Ecal di Losanna e all’Accademia di Brera di Milano e nel 2004 è eletto membro onorario della Royal Society of Arts di Londra.

In occasione della presentazione del suo Catalogo ragionato (a cura di Marco Meneguzzo, Skira Editore, italiano e inglese, 528 pagine), Morandini apre le porte della sua omonima Fondazione-Museo a Varese, istituita nel 2016 grazie anche a un’importante donazione da parte di due affezionati collezionisti di Lucerna. La Fondazione si trova in una gradevole villa liberty tipica del territorio varesino e aprirà definitivamente nel 2020, anno dell’ottantesimo compleanno di Morandini, con una grande mostra personale che ripercorrerà le tappe salienti della sua produzione artistica e che costituirà il corpus della collezione permanente del museo.

Ma Fondazione Marcello Morandini vuole essere anche un punto di riferimento per l’arte concreta e costruttivista in Italia e in Europa e dedicherà ampio spazio anche a mostre temporanee di altri artisti. In cantiere una mostra tematica dedicata all’Internationaler Arbeitskreis für Konstructive Gestaltung, il gruppo di lavoro internazionale di cui anche Morandini faceva parte, che negli anni ’70 e ’80 ha guidato il dibattito artistico sull’arte concreta in Europa.

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