Charles Tatum è un giornalista senza scrupoli alla costante ricerca dello scoop sensazionale. Trova la storia dei suoi sogni in uno sventurato cacciatore di tesori rimasto bloccato in una caverna. Il caso suscita l’attenzione generale e una folla gigantesca accorre a seguire personalmente la drammatica vicenda.
Dopo il cinismo di Viale del tramonto Billy Wilder non perde la propria affilatezza e ci dipinge un impressionante quanto critico ritratto della società, della stampa e della morbosità umana.
Le dinamiche dell’anima vengono spietatamente rivelate e condannate, mostrando quanto una primitiva brama di sangue e di avvenimenti catastrofici sia sempre vivida nonostante la sua tumulazione sotto millenni di civiltà. L’uomo possiederà sempre quella natura animale che lo spinge maniacalmente ad accorrere al richiamo della disgrazia e a crogiolarcisi dentro. E la stampa non fa che accontentare questa insana fame servendo macabri reportage, saziando un pubblico sempre pronto a levarsi il cappello in un ipocrito gesto di rispetto quando il dramma si conclude in tragedia.
Il Charles Tatum interpretato da un perfetto Kirk Douglas, non è soltanto un giornalista rapace senza scrupoli, ma l’emblema di una società capitalista che non si preoccupa di speculare e guadagnare sulle tragedie altrui. Ed è infatti come uno sfruttatore che Wilder lo ritrae fin dalla prima inquadratura, seduto a bordo di una vettura trainata da un carro attrezzi, mentre legge tranquillamente il giornale. Il regista ne L’asso nella manica riesce a delineare con precisione i contorni di tutti i suoi personaggi, riuscendo in pochissimi secondi a farne leggere la moralità allo spettatore.
Impossibile non pensare, durante la visione del film, alla sequenza felliniana del miracolo. Come ne La dolce vita la stampa tende a costruire una realtà talmente modellata da sfiorare il limite del fittizio, in uno scenario di euforia collettiva in cui la popolazione è come ipnotizzata dall’evento in corso. Il caso, con la sua peculiarità, attrae una folla che cerca di essere presente a ogni fase dell’avvenimento, come a volerne diventare protagonista pur in minuscola parte.
L’asso nella manica contesta la natura umana con una lucidità incredibile per il suo periodo e per la sua natura di film hollywoodiano. Billy Wilder, grazie a una libertà artistica quasi totale (qui lo si ritrova in veste di regista, sceneggiatore e produttore) può esprimersi indisturbato e dimostrare la sua maestria.