Le donne del vino

Di Gilda Ciaruffoli

Sono oltre 900 le professioniste del mondo enologico provenienti da tutta Italia che fanno parte dell’Associazione Donne del Vino. L’associazione, presieduta dal 2016 dall’imprenditrice toscana Donatella Cinelli Colombini, è nata con lo scopo di promuovere la conoscenza e la cultura enologica e del bere responsabile attraverso il contributo di professionalità differenti: per essere ammesse, occorre avere un vissuto professionale legato alla vigna e alla cantina e da qui alla tavola.
Quindi sono benvenute produttrici, ristoratrici, sommelier, enologhe, ma anche giornaliste di settore, carta stampata e blogger, responsabili della comunicazione e del marketing di aziende vinicole. Fondata a Firenze il 19 marzo 1988, con la prima riunione di 70 donne presieduta dalla fondatrice Elisabetta Tognana, Donne del Vino è stata presentata ufficialmente durante il Vinitaly di quell’anno ed era inizialmente costituita da una ventina di socie che però, quasi subito, capirono l’utilità di incontrare donne di altre regioni italiane con cui condividere aspirazioni e problemi. Ma non solo.

Negli anni, infatti, l’Associazione ha fatto da battistrada alla nascita di realtà simili in altre nazioni, anche se quella italiana è tutt’ora la più grande del mondo: le Donne del Vino inoltre hanno dato l’esempio alle donne di altri comparti produttivi italiani favorendo le pari opportunità nel mondo del lavoro e delle imprese. Nell’agricoltura italiana, secondo gli ultimi dati Censis, le donne a capo di aziende agricole coltivano il 21% del SAU – Superficie agricola utilizzabile- ma producono il 28% del PIL agricolo. Dal 2003 al 2017 le donne manager rurali sono cresciute del 2,3% – unico comparto economico tradizionale con questa variazione positiva – portando un pensiero differente e orientato all’accoglienza e alla diversificazione.

Un rinnovamento che ha contribuito in modo positivo alla crescita dell’intero settore. Interessante anche il rapporto di Wine intelligence sugli acquisti del vino: le donne sono più attente degli uomini al rispetto della natura e all’etica con cui un vino è prodotto (53%). Sono meno influenzate dai critici e più dagli amici, ma spendono meno dei maschi. Sempre Wine intelligence, sfata un mito sul rosato: non è un vino da donne, tanto che in Australia, Cina (59%) e soprattutto in Giappone (62%) è consumato prevalentemente dai maschi.
Tra le iniziative portate avanti quest’anno, anche la realizzazione di un ricettario che parte dal vino per arrivare al cibo: 900 proposte – una per ogni associata – che insegnano a preparare la cucina tipica più adatta a gustare i vini della stessa regione e complessivamente permettono di scoprire quel patrimonio di saperi e sapori che caratterizza le tante “patrie locali” di cui è ricca l’Italia. Curiosi e interessanti anche gli aneddoti che accompagnano ogni piatto e ne raccontano la storia, come quello sulla Zuppa Pavese, che la leggenda vuole essere legata alla storica Battaglia di Pavia quando il Re di Francia venne fermato durante la sua fuga presso la cascina Repentita e qui sfamato da una contadina con i pochi alimenti che aveva a disposizione, ovvero pane casereccio, brodo di gallina, un uovo e del parmigiano reggiano.

«Questo ricettario – spiega Donatella Cinelli Colombini – vuole diventare un punto di riferimento per chi ama la cucina tradizionale e i grandi vini italiani, in questo modo la nostra associazione intende dare un utile contributo alla salvaguardia della cultura materiale italiana e alla conoscenza dei territori del vino attraverso la valorizzazione degli abbinamenti storici fra vino e cibo». Le ricette verranno pubblicate nel corso dell’anno con cadenza bisettimanale (il martedì e il venerdì) sul nuovo sito dell’Associazione www.ledonnedelvino.com.

La ricetta che vi proponiamo: le cassatelle di ricotta sono un dolce tipico della tradizione siciliana e, solitamente, vengono preparate nel periodo di carnevale ma, recentemente, è possibile trovarle tutto l’anno. Essendo un dolce caratterizzato da una scorza fritta, si abbina molto bene a uno Zibibbo in versione passita che accompagna ogni morso in maniera equilibrata.

Cassatelle di ricotta (vino consigliato: Zibibbo passito di Pantelleria)


Ingredienti per 8 persone

Per l’impasto:

500 gr farina 00

100 gr zucchero

1 bustina di vanillina

100 gr strutto (o burro)

250 ml (circa) di vino bianco fermo e leggero

zucchero a velo q.b. per spolverare

Per la crema di ricotta:

500 gr di ricotta fresca

150 gr di zucchero

100 gr di gocce di cioccolato

Esecuzione In una ciotola mettere la farina setacciata, lo zucchero e la vanillina. Mescolare e quando gli ingredienti saranno ben amalgamati aggiungere al centro lo strutto e il vino. Poi cominciare a lavorare con le mani fino ad ottenere un composto ben liscio e compatto, quindi avvolgere nella pellicola trasparente e lasciare riposare circa un’ora. Nel frattempo, preparare la crema di ricotta. In una ciotola mettere la ricotta fresca e aggiungere lo zucchero e le gocce di cioccolato. Mescolare fino a rendere il composto morbido. Trascorso il tempo necessario, riprendere l’impasto e lavorarlo ancora un po’ con le mani e dividerlo in piccole parti. Stendere l’impasto con un mattarello, con un bicchierino formare dei cerchi e mettere al centro la crema di ricotta preparata in precedenza. Chiudere formando delle mezze lune e pressare con le dita i bordi. Utilizzare una rotella dentata per rifinire il bordo. Una volta pronte tutte le cassatelle, friggerle in abbondante olio caldo fino a quando non risultino ben dorate. Scolarle bene e disporre su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso. Spolverare con zucchero a velo.

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