L’energia dell’aiuto carica le pile anche grazie alla generosità della Svizzera

di Beatrice Bernasconi

Laura Sessa deve avere un DNA da volontaria: essere sul campo da 25 anni sempre motivati, è tanto! Gentile e puntuale, l’impegno che ha scelto l’ha giocato in un coinvolgimento di tempo ed energia importanti, ma senza appesantirsi perché tanto ha dato, tanto (e forse di più) ha ricevuto, in termini di belle esperienze e soddisfazione morale. Ripete convinta quella magica frase “si riceve più di quanto si da”.

Negli anni ha rivestito diversi incarichi nel Comitato varesino della Croce Rossa Italiana, sempre in ambito sociale; oggi il suo ruolo è quello di referente della Cooperazione Internazionale.

Il comitato varesino è realtà storica, molto attiva con un servizio incredibile, che è possibile approfondire nel sito, sempre aggiornato (https://www.crivarese.it/varese/).

Qualche numero: 800 soci, di cui circa la metà operativi come volontari, qualche operatore assunto, per garantire servizi operativi 24 h su 24 su 7 giorni su 7. Il servizio più noto – lo zoccolo duro – è quello delle ambulanze, ma c’è anche molto “sociale”: il pronto spesa e farmaci, il prestito di presidi ortopedici consegnati a domicilio, il servizio di supporto psicologico di emergenza, con psicologi volontari che rispondono per telefono ma sono anche disponibili a recarsi al domicilio per tamponare le crisi.

La spesa supporta una media di 100 famiglie (di almeno 4 membri, cioè oltre 400 persone) ogni mese, in collaborazione con i servizi sociali territoriali e Caritas.

Laura Sessa, volontaria

La pandemia da COVID-19 e il lockdown decretato a marzo dal Governo italiano per fermarla, come vi ha toccati?

Siamo stati subito colpiti da vicino, inaspettatamente: dalla sera alla mattina abbiamo dovuto attrezzarci col materiale che avevamo a disposizione per evenienze sanitarie: i “dispositivi di protezione individuale” (DPI): camici, soprascarpe, mascherine guanti. Ma quanto avevamo bastava appena per iniziare: occorreva procurarsi moltissimo materiale, occorreva sanificare gli ambienti e le ambulanze, dovevamo allestire una sala operativa ad hoc.

A questo si è sommato un nuovo carico di richieste nell’ambito sociale: raddoppio della spesa alle famiglie già seguite, è necessario aggiungere spesa e acquisto di farmaci per i soggetti anziani, fragili, disabili, che si trovano a dover restare in casa. Questi servizi prevedono di recuperare le liste delle necessità particolari e poi la consegna a domicilio degli acquisti.

Come avete fatto a rispondere?

Abbiamo dovuto sia cercare fondi che nuovi volontari. La ricerca dei volontari l’abbiamo fatta sia tramite appelli dagli organi di stampa che col passa parola: abbiamo chiesto aiuto a chi si trovava a dover stare a casa per il lockdown e magari aveva qualche ora di tempo e abbiamo ricevuto in solo tre giorni dalla diffusione di attivazione del reclutamento moltissime risposte, con 200 persone che si sono messe in gioco!

Questi Volontari Temporanei hanno integrato il gruppo di lavoro costituito dai Volontari del Comitato che insieme al Corpo Militare e al Corpo delle Infermiere Volontarie sono stati pronti per raggiungere coloro che avevano e continuano ad aver bisogno. Ci hanno risposto tanti studenti, che sono stati importantissimi per le consegne della spesa a domicilio.

È stata poi una bella sorpresa ricevere la disponibilità di alcuni dentisti, che avevano gli studi chiusi; essendo già medici, erano più che formati: sono stati preziosissimi per costituire i presidi per effettuare i tamponi, una collaborazione che ci ha chiesto l’ASST Sette Laghi.

In questi momenti vediamo la faccia della società più bella: quella generosa

Assolutamente sì, anche la disponibilità alla donazione di tanti privati e aziende è stata fondamentale, ci hanno aiutato la Fondazione Comunitaria del Varesotto, il Soroptimist Club di Varese, Inner Wheel Club di Varese e Verbano, UNIVA, aziende generosissime come Carlsberg, che ha donato un corrispettivo economico equivalente a 2.000 pacchi di generi alimentari, che daranno cibo a circa 10.000 persone, la Lindt, e tante altre che hanno offerto servizi e tantissimi privati: avevamo appositamente aperto una raccolta su una nota piattaforma di crowfunding. Sono stati di grandissimo supporto anche gli aiuti provenienti dalla Svizzera.

Abbiamo costruito una rete di rapporti che è andata oltre confine, grazie anche alla generosità e competenza di Elisa Bortoluzzi Dubach che ci ha sostenuto in questo percorso. Le donazioni che abbiamo acquisto ci hanno permesso di proseguire nell’ acquisto di D.P.I per la prevenzione dell’esposizione all’alto rischio biologico al quale i nostri Operatori – Dipendenti e Volontari – sono soggetti. Voglio approfittare di questo spazio per ringraziare veramente di cuore tutti i donatori svizzeri per il loro gesto.

È una bellissima sorpresa questo fiume sommerso di solidarietà che non fa clamore e porta vita, garantendo servizi che diamo per scontati ma dipendono in larga misura da volontari . I momenti drammatici hanno un aspetto buono: far brillare per un momento le tante persone indispensabili al buon vivere e riconoscerne il valore.

 

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