L’eredità di Gaetano Benedetti

La schizofrenia è un grave disturbo psicotico. Chi ne è affetto può diventare indifferente a ciò che accade, reagire in modo incomprensibile (per l’osservatore) agli eventi esterni, perdere il contatto con la realtà, soffrire di disturbi dell’organizzazione e dei contenuti del pensiero, presentare allucinazioni (per lo più acustiche) e deliri.

“Dopo una fase che possiamo chiamare acuta, si registra nel malato una fase di spegnimento seguita da una cronicizzazione del disturbo. In passato, per i malati schizofrenici si parlava, in modo inopportuno, di demenza precoce”, ci spiega Carlo Calanchini, psichiatra e psicotera- peuta, direttore e primario del reparto di psichiatria e psicoterapia dell’Ospedale Malcantonese.

Dalle cause complesse, in cui concorrono fattori biologico-genetici, psicologici e sociali, la schizofrenia compare di solito in età adolescenziale o giovanile, e ugualmente riguarda individui di sesso maschile così come femminile. Ne è colpito circa l’1% della popolazione.

Nella fase acuta la schizofrenia può comportare l’ospedalizzazione. La cura, in questa prima fase, è spesso necessariamente farmacologica, ma è sempre opportuno considerare la possibilità di affiancare misure di psicoterapia e di intervento sociale, per limitare i rischi di regressione e isolamento. La terapia farmacologica (spesso un’ “arte” difficile) allevia i sintomi, la psicoterapia (praticabile solo in una minoranza dei casi) guarda al paziente come ad un “soggetto delle cure e tiene in considerazione la sua storia e la sua peculiarità. È questo che fa lo psichiatra psicoterapeuta”. È questo ciò che fece Gaetano Benedetti, tra i primi a sviluppare e praticare una psicoterapia di ispirazione analitica per lo studio e la cura delle schizofrenie (si tratta infatti di un ampio spettro di disturbi).

Nato a Catania nel 1920 e venuto in Svizzera dopo gli studi per formarsi in psichiatria, Benedetti – dopo aver lavorato nello staff psichiatrico del “Burghölzli” (la storica clinica psichiatrica di Zurigo) e aver fondato nel 1956 assieme a Christian Müller “International Symposium for the Psychotherapy of Schizophrenia” – ottenne nel 1956 la cattedra di igiene mentale all’Università di Basilea, dove lavorò, alla clinica allora nota come la “Friedmatt” e poi al policlinico, come psicoterapeuta e formatore di molti giovani medici, fino al suo pensionamento nel 1995. In quegli anni approfondì i suoi studi sulla psicoterapia della schizofrenia e pubblico una quantità impressionante di articoli e libri.

Nel corso degli anni, Benedetti intrattenne sempre contatti fecondi con l’Italia; a Milano contribuì alla nascita della “Scuola di psicoterapia psicoanalitica”, tuttora in attività.

Carlo Calanchini, che fu allievo di Benedetti prima a Basilea e poi a Milano, ricorda, del maestro, la capacità di identificare i “nodi esistenziali” del paziente esaminando approfonditamente il percorso biografico e cogliendo gli elementi responsabili dell’insorgere della patologia – schizofrenica, depressiva, nevrotica (come allora si diceva): “Aveva una visione dinamica che gli consentiva di giungere a diagnosi che andavano al di là del quadro clinico manifesto, e a proposte terapeutiche commisurate alle risorse del paziente”.

Gaetano Benedetti interpreta le schizofrenie come aspetti enigmatici ma significativi dell’identità personale che l’incontro psicoterapeutico interpella. Nel suo approccio terapeutico, il coinvolgimento del terapeuta con il malato acquista un ruolo centrale, al punto che terapeuta e malato psichi- co entrano in comunicazione dando origine al “soggetto transizionale”, termine di non facile comprensione per i non addetti ai lavori, che è una entità psichica in cui confluiscono elementi, sia positivi che negativi, originari tanto del paziente che del terapeuta. Ciò permette di accedere all’inconscio del malato stabilendo il contatto e lo scambio che curano. In questo senso, “la comprensione dell’esperire del malato diventa centrale”, dice Calanchini.

L’eredità di Benedetti, oggi, sta proprio nel credere che il parlare con i malati schizofrenici non sia una perdita di tempo, dal punto di vista te- rapeutico.

La psicoterapia viene caricata di una valenza importante, un’opportunità per dare voce e senso ai drammi dell’esperienza psicotica. L’opera e il pensiero scientifico del dr. Gaetano Benedetti sono perpetuati dalla Fondazione S.I.B. italiana di beneficienza-Fondazione Benedetti, istituzione di diritto svizzero senza scopo di lucro con sede a St. Moritz, che promuove la qualificazione e la for- mazione di operatori e tecnici del settore psichiatrico e psicosociale, in modo particolare di psicoterapeuti e arte-terapeuti, nonché lo sviluppo di studi e ricerche nel campo della psicoterapia.

 

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