L’indebolimento del servizio pubblico renderebbe più fragile la Svizzera

di Giorgia Reclari Giampà

Foto: Le società regionali come la SSR.CORSI rivestono un ruolo fondamentale per il radicamento della SSR nel territorio

A pochi anni dalla votazione sull’iniziativa “No Billag”, che chiedeva di abolire il canone radiotelevisivo, il ruolo e la legittimazione della SSR (il servizio pubblico svizzero dei media) saranno verosimilmente sottoposti di nuovo alla prova delle urne. La raccolta delle firme per l’iniziativa “200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)”, sulla quale molto probabilmente si andrà a votare nel 2025 o 2026, è in corso e proseguirà fino al 30 novembre.
L’iniziativa popolare, lanciata nel marzo 2022 da rappresentanti dell’UDC, dell’Unione delle arti e dei mestieri e dei Giovani PLR, chiede una riduzione del canone radiotelevisivo dagli attuali 335 a 200 franchi.

Per l’ente radiotelevisivo si tratterà di una sfida sul piano politico che andrà ad aggiungersi ai complessi processi di trasformazione che stanno mettendo alla prova i media in tutto il mondo: la digitalizzazione impone la costante rimessa in discussione dei sistemi produttivi e organizzativi, con inevitabili conseguenze sul piano dell’offerta.

Ma anche i cambiamenti del mercato e dei comportamenti del pubblico, soprattutto giovane, influiscono sulla necessità di ripensare radicalmente i palinsesti.

Intanto, il 26 aprile 2023 il Consiglio federale – con il nuovo responsabile del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni Albert Rösti (UDC) – ha deciso di interrompere temporaneamente i lavori per l’elaborazione della nuova concessione SSR (l’insieme di direttive che esplicitano la Legge federale sulla radiotelevisione), per cui nel settembre 2022 aveva dato incarico allo stesso dipartimento, allora guidato dalla consigliera federale Simonetta Sommaruga.


Con la sospensione, l’Esecutivo federale intende mantenere aperte diverse opzioni per il futuro. Entro un anno prevede di avere una visione complessiva della SSR, tenendo conto anche dell’iniziativa, nel caso in cui dovesse essere presentata. L’attuale concessione SSR, la cui scadenza è prevista per fine 2024, è stata prorogata per il momento a tempo indeterminato. Il Consiglio federale si riserva di stabilire la durata della proroga in un secondo tempo.

“Importante dimostrare il beneficio sociale della SSR”

Che cosa significa questo?
Per la SSR significa continuità dell’attuale mandato di prestazioni e del suo finanziamento. Lo ha sottolineato il presidente della SSR Jean-Michel Cina sabato 3 giugno, in occasione dell’assemblea generale della SSR Svizzera italiana CORSI, la società regionale della SSR per la Svizzera di lingua italiana.

Importante, secondo Cina, è ora continuare ad adempiere al meglio il mandato per creare la necessaria fiducia e il sostegno al servizio pubblico, in vista della prova delle urne. “Il ruolo della SSR è di particolare importanza – ha sottolineato Cina – In caso di accettazione dell’iniziativa, la SSR non potrà più adempiere l’attuale mandato di prestazione sancito dalla legge, né garantire il radicamento regionale nella stessa misura. Nessuna organizzazione può adempiere lo stesso mandato con un dimezzamento del budget”.

Ma come contrastare una proposta particolarmente insidiosa, che promette di ridurre drasticamente il canone, pur mantenendo l’offerta praticamente invariata, anche e soprattutto a livello regionale?

“È importante incrementare l’utilità delle offerte della SSR e dimostrarne il beneficio sociale, per rafforzare la legittimazione del servizio pubblico”, ha detto Cina. La SSR per il momento non scende nei dettagli sulle conseguenze dell’accettazione dell’iniziativa, anche se è già ora di compattare i ranghi. In questo senso, diventa fondamentale il ruolo delle società regionali dell’associazione SSR. L’Associazione mantello SRG SSR che le raggruppa conta 23.000 membri, che si impegnano a favore del servizio pubblico dei media.

Il ruolo delle società regionali

L’importanza delle società regionali per il radicamento del servizio pubblico nel territorio è stato ribadito nella stessa occasione anche dal presidente della SSR.CORSI (e vicepresidente della SSR) Luigi Pedrazzini: le società regionali, come la SSR Svizzera italiana CORSI, “potranno rivelarsi sempre più strumento decisivo per raccogliere critiche e perplessità inserendole in un confronto concreto e costruttivo, per cambiare, laddove necessario, il servizio pubblico al fine di renderlo sempre più vicino ai valori condivisi dalla popolazione svizzera”. 

Per Pedrazzini è fondamentale evitare un indebolimento del servizio pubblico, ne va dell’idea svizzera di democrazia. “Il progetto politico in cui rientrava l’iniziativa No Billag e in cui si colloca anche l’iniziativa “200 franchi bastano”, mira a silenziare il servizio pubblico per dare più spazio al mercato.  Non è un progetto illegittimo, ma è un progetto sbagliato laddove illude che il mercato sarà in grado di preservare un dibattito democratico equilibrato, il rispetto delle minoranze, le diversità, la promozione delle culture e delle identità regionali. Così non sarà: l’indebolimento del servizio pubblico renderà più fragile la Svizzera, l’esercizio della democrazia diretta, la difesa e la promozione delle culture, e specialmente di quelle minoritarie”.

Per queste ragioni, sottolinea Pedrazzini, la difesa del servizio pubblico “non deve rispondere a una visione ideologica o politica, né tanto meno partitica, ma a un bisogno molto svizzero di salvaguardia dei processi e dei meccanismi che hanno permesso al nostro Paese di crescere, di confrontarsi nella tolleranza e nel rispetto delle diversità d’opinione”.

Nei prossimi mesi e anni sarà quindi più che mai importante che le società regionali della SSR continuino a promuovere la cultura del servizio pubblico e il suo radicamento nel territorio.

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