Lo sapevate che i confetti di Sulmona sono i preferiti dai reali inglesi?

di Erminia Fabrizi

ECCELLENZE TRICOLORI, LA CONFETTI PELINO

Prima le nozze reali di Carlo e Diana nel 1981, poi quelle di William e Kate nel 2011, quindi il royal wedding di Harry e Meghan nel 2018. A unire queste celebrazioni, sotto il segno di un’eccellenza tutta tricolore, sono stati i celebri confetti Pelino di Sulmona, squisite delizie note in tutto il mondo, apprezzate dai reali di Inghilterra e non solo: rimanendo sempre tra le teste coronate, per esempio, quattro anni fa sono state scelte anche da Aisha e Fahat del Qatar per il loro sì con 850 invitati.

Per l’occasione sono stati richiesti cento chili delle piccole e grandi golosità firmate da Pelino, tra quelle classiche alla mandorla e tanti altri gusti, quasi seimila fiori di confetti disposti in 140 composizioni, più di mille sacchetti di confetti come bomboniere da donare agli invitati. Un risultato importante che ha messo in risalto, ancora una volta, le eccellenze del made in Italy. “Il nostro rapporto con le case reali ha una lunga storia. Una tradizione che rimane nell’albo d’oro della nostra azienda con tutti i riconoscimenti ricevuti”, sottolineano dallo stabilimento di Sulmona, molto conosciuto sia nello Stivale sia all’estero e pluripremiato con oltre sessanta massime onorificenze italiane e straniere.

I maestri confettieri di Sulmona

Gustati dall’imperatore Tiberio, lodati da Boccaccio, regalati da Goethe, i confetti di Sulmona da sempre vengono utilizzati per festeggiare con dolcezza le tappe più importanti della propria vita, come simbolo di augurio e buon auspicio anche per chi li riceve. Il primo documento sulla lavorazione dei confetti, custodito nell’archivio del comune abruzzese, risale al 1492. Furono poi le monache del monastero di Santa Chiara dello stesso paese a creare, attorno al 1500, fiori, grappoli, spighe, rosari e cestini di queste raffinate e particolari praline, legate con fili di seta. A Sulmona sono tutt’oggi i prodotti più rappresentativo della gastronomia locale e sono disponibili in diverse varianti – dalla mandorla al cioccolato, dal pistacchio alla fragola, dal caramello all’abbinamento ricotta e pere – nonché in vari formati: i più caratteristici sono mazzi di fiori variopinti, margherite o papaveri. Ogni petalo-confetto di ciascun mazzo ha diversi gusti.

La famiglia Pelino

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Tra i numerosi maestri artigiani, veri e propri artisti di questa specialità, i Pelino hanno continuato a distinguersi nei secoli. La loro azienda, nata nell’allora paesino di Introdacqua nel 1783 per iniziativa di Francesco “Bernardino” Pelino, era inizialmente specializzata nel commercio di mandorle. Fu poi ereditata dal figlio del fondatore, Panfilo: quest’ultimo ampliò il mercato della fabbrica, iniziando a produrre prima confetti e poi anche liquori. Un’ulteriore svolta avvenne con la terza generazione Pelino, rappresentata da Francesco Paolo: fu lui a espandere le attività economiche durante il difficile periodo successivo al processo di unificazione dell’Italia. E fu sempre lui ad avviare le prime esportazioni all’estero. La fabbrica arrivò nel centro di Sulmona solo nella seconda metà dell’Ottocento con il figlio di Francesco Paolo, Alfonso, che poi, nel 1890, aprì un altro stabile nella periferia della città. La struttura è ancora oggi in uso ed è considerata un edificio importante della vita cittadina e non solo: basti pensare che nel 1992 è stato dichiarato ‘Monumento di Interesse Nazionale dal Ministero dei Beni Culturali’. Dopo Alfonso, si alternarono Mario Pelino e quindi i figli di Mario, Alfonso e Olindo. Nel 2002 le redini dell’azienda passarono nelle mani della settima generazione, quella attualmente ai vertici del gruppo. A oltre due secoli dalla sua nascita, l’impresa continua a puntare sull’eccellenza delle materie prime, con investimenti mirati nelle nuove tecnologie e con un approccio diverso alla produzione, più attento all’impatto ambientale, al passo coi tempi. Molti degli atti e dei documenti relativi alla fondazione della società Pelino e le sue molte fasi di espansione e di sviluppo sono conservati nell’Archivio Comunale di Sulmona e presso la Camera di Commercio di L’Aquila.

Lavorazione a regola d’arte

Fin dalla sua fondazione, alla fine del Settecento, la Confetti Pelino ha fissato i suoi obiettivi nella ricerca della qualità e nel benessere dei clienti. Entrambi questi aspetti presuppongono l’utilizzo di ingredienti certificati di pregio (come la mandorla Avola, la nocciola Piemonte o la romana, il cioccolato belga, ecc.) per ottenere un gusto unico e sopraffino. Molto, però, dipende anche dai processi produttivi tradizionali affinché rispettino le materie prime conservandone l’integrità, e garantiscano la piena soddisfazione del palato, con un occhio di riguardo alla salute dei consumatori. L’azienda abruzzese, sul suo sito, specifica che i propri prodotti sono assolutamente privi di grassi animali. La lavorazione avviene ancora oggi secondo quanto prevedeva l’antica tradizione confettiera: senza amidi, glutine e maltodestrine. E questo avviene tanto per i confetti più classici, nei gusti e nelle forme, quanto per quelli più artistici, una gioia anche per gli occhi.

LA NASCITA DEI CONFETTI

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Il confetto, nella sua forma originaria, è costituito da un nucleo centrale di mandorla ricoperto da uno strato di zucchero bianco. La varietà più pregiata è la mandorla di Avola (tipica della Sicilia) che grazie alla sua formale ovale e appiattita permette allo zucchero, finemente lavorato, di avvolgere al meglio il seme commestibile del mandorlo, dando vita a confetti raffinati e dal sapore caratteristico e tradizionale. Una leggenda racconta che sia stato un medico di origine araba a inventarli, ricoprendo le pillole più amare con uno strato di zucchero per renderle gradevoli ai bambini. Ma secondo la narrazione più accreditata, sarebbero stati i farmacisti delle corti del Cinquecento, successivamente alla scoperta delle Indie e delle prime importazioni di zucchero, a cominciare a rivestire le mandorle, creando, così, le prime praline confettate, poi associate, nell’immaginario collettivo, alle unioni nuziali. In origine, erano gli invitati a portare in dono i confetti agli sposi, una tradizione che ben presto cambiò, invertendo i ruoli.

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