La valanga che alle 17.15 di lunedì 30 agosto 1965 seppellì il cantiere par la costruzione della diga di Mattmark, nell’Alto Vallese, ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva. Quell’evento drammatico costò la vita a 88 lavoratori, di cui 56 italiani. Come a Marcinelle, la tragedia determinò un momento di cesura nella storia dell’emigrazione italiana.
La commemorazione del 59° anniversario avverrà il 31 agosto presso la diga con una cerimonia che coinvolgerà istituzioni, enti e comunità italiane e svizzere. Sarà ricordato il sacrificio delle 56 vittime italiane e dei lavoratori svizzeri e di altre nazionalità accomunati nello stesso funesto destino.
“In quel triste numero, come in un mosaico, era presente l’Italia intera, dalle Alpi alla Sicilia”, dichiara in un comunicato stampa il Comitato organizzatore delle commemorazioni, composto dall’associazione ItaliaValais, dall’Ambasciata d’Italia a Berna e dal Consolato Generale d’Italia a Ginevra: “Tanti di questi operai avevano lasciato la terra natale per far vivere le loro famiglie, lavoravano immersi in quell’universo di ghiaccio, neve e roccia, alla costruzione di un’opera titanica di cui non avrebbero mai visto la realizzazione”. Oggi Mattmark è la più grande diga in terra d’Europa.
La cerimonia comincerà alle 10.30 con il raduno dei partecipanti sul piazzale della diga, seguito da un corteo fino al Cippo commemorativo, dove si terrà una Santa Messa in onore delle vittime. Successivamente, sarà deposta una corona floreale in loro memoria.
Tra i relatori molte figure di rilievo come Domenico Mesiano, presidente del Comitato ad hoc, Alwin Zurbriggen, presidente del Comune di Saas-Almagell, Michele Scala, presidente del Comites VD-VS e coordinatore Intercomites Svizzera, Filippo Ciavaglia, presidente della III Commissione del CGIE, Nicoletta Piccirillo, console generale d’Italia di Ginevra, Toni Ricciardi, deputato PD e presidente del Gruppo Interparlamentare Italia-Svizzera, e Gian Lorenzo Cornado, ambasciatore d’Italia in Svizzera.