Emergenza clima: niente effetto Greta nei trasporti aerei

A ridosso del fine settimana, quello del 3-4 agosto, che ha visto il primo festival svizzero del clima a Zurigo, non si può non tornare a parlare di ambiente, sostenibilità, emergenza clima, ecologia, innalzamento del livello del mare, scioglimento dei ghiacci, come quello dell Groenlandia, dove nel mese di luglio, sono andati perduti 197 miliardi di tonnellate di ghiaccio, 240 miliardi quest’anno – e ci si avvicina così al triste record segnato nel 2012: 290 miliardi di tonnellate di ghiaccio sciolto.

Tra l’altro pochi giorni fa, per la Terra è stato un giorno nero: il 29 luglio, l’Earth Overshoot Day, l’uomo ha utilizzato tutte le risorse naturali che il nostro pianeta poteva rigenerare nel 2019. Dunque, tutto ciò che consumeremo fino alla fine dell’anno sarà più di quanto la Terra sarà in grado di riformare nei prossimi mesi. Per dare un’idea, nel 2019 tutto il mondo consumerà le risorse di 1,75 pianeti.

Secondo i dati raccolti dal Global Footprint Network, l’organizzazione di ricerca internazionale che tiene la contabilità dello sfruttamento delle risorse naturali, il Giappone è al mondo il Paese che consuma maggiormente: 7,7 volte di più in rapporto a quello che produce. Seguono Italia (4,7), Svizzera (4,6), Gran Bretagna (4,0) e Cina (3,8). E gli Stati Uniti? Loro sono il paese che consuma di più in termini assoluti. Se tutto il mondo consumasse come loro, servirebbero le risorse di 5 pianeti.

In Svizzera, da oggi, 5 agosto, al 9 agosto, nel capoluogo vodese, si tiene il “Summer Meeting In Lausanne Europe” (SMILE); attesi 500 attivisti, tra cui anche Greta Thunberg. E vien da chiedersi, quale sia (stato) l’effetto delle parole e azioni della giovane nel sensibilizzare tematiche ambientali…

Nel 2019, benché a livello elettorale, in Europa – e anche se non se ne parla – i “partiti verdi” abbiano ottenuto risultati positivi arrivando ad avere perfino un seggio in più dei populisti nel parlamento europeo, nell’economia dei trasporti “l’effetto Greta” non c’è stato.

Ad esempio, nei conti di Swiss, la compagnia aerea svizzera, non ci sono segnali di una minore propensione dei passeggeri a volare per evitare di causare emissioni di CO2. Anzi. Nei primi sei mesi dell’anno sono stati trasportati 8,8 milioni di passeggeri, il 3% in più del corrispondente periodo – già record – del 2018.

Secondo i dati dell’organizzazione ambientalista WWF, l’aviazione globale è responsabile di quasi il 5% dell’effetto climatico provocato dall’uomo a livello mondiale, una quota che in Svizzera sale a oltre il 18%.  Qui, come in Francia, si discute della possibilità di imporre una tassa ambientale sui biglietti aerei a partire dall’inizio del 2020 e SwissAir, che sta investendo nella sua flotta di aerei moderni che consumano meno cherosene. Nel frattanto, l’accordo internazionale Corsia (Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation) mira a raggiungere una crescita nel settore neutrale, in termini di CO2, a partire dal 2020. Un buon risultato ma comunque incompleto in quanto rimane da definire come arrivare a dimezzare le emissioni del 2005 entro il 2050.

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