Per un’Europa contro cancro e attenta alla medicina di genere

Fresca di approvazione da parte del Parlamento di Strasburgo, si è insediata in questi giorni la nuova Commissione Europea (il “governo” dell’Unione). Fra scatoloni di traslocatori da tutta Europa, i Commissari uscenti salutano i collaboratori e i neo-nominati organizzano i loro staff.

Al 10° piano del futuristico Palazzo Berlaymont, nel cuore di Bruxelles, è arrivata ieri la neo Commissaria alla Salute, la signora Stella Kyriakides, rappresentante di Cipro e membro del Parlamento di Nicosia da diversi anni.

Stella, come tutti la chiamano nella comunità europea dell’oncologia, si presenta sempre e prima di tutto come una paziente di tumore al seno. Operata venti anni fa, ha conosciuto l’esperienza della malattia in prima persona, ha fatto anni di cure e di controlli e appartiene al mondo dei “survivors”, i sopravvissuti. Stella Kyriakides è stata una brillantissima presidente di Europa Donna, il movimento europeo di opinione sui tumori al seno (www.europadonna.org) che tanto ha influenzato la creazione dei centri di senologia in tutta la UE. La sua dedizione alla lotta al cancro è stata al centro del suo discorso di insediamento e fortemente sostenuto dalla Presidente Ursula von der Leyen che ha ricordato il programma Europa contro il Cancro lanciato dal Presidente Mitterand nel 1985.

La definizione dei contenuti del suo mandato sarà ovviamente influenzata dal suo essere donna: la medicina di genere, quindi, di cui il nostro Corriere ha parlato recentemente, avrà un ruolo centrale nei prossimi cinque anni all’interno dello sforzo politico comunitario. Modifiche delle procedure di sperimentazione dei nuovi farmaci, attenzione alle esigenze di genere, e quindi soprattutto delle donne, negli investimenti di ricerca e perfino nella progettazione degli ospedali.

Altro tema di rilievo, presentato ieri dalla neo Commissaria, sarà l’impegno a ridurre le cosiddette “inequalities”, le disuguaglianze all’interno dei singoli Stati Membri ma soprattutto fra Est e Ovest dell’Unione: dati incontrovertibili mostrano per esempio che una donna bulgara o rumena che si ammala di tumore al seno ha quasi il 30% in meno di possibilità di guarigione rispetto a una sua simile francese o italiana.

Grande attenzione poi al problema dell’invecchiamento, all’aumento dei cittadini anziani e quindi delle richieste di cura e di assistenza. Mai come oggi ha senso la definizione dell’Europa come “Vecchio Continente”, ma d’altra parte, come nelle famiglie, è proprio questa anzianità di noi europei che potrebbe dare al pianeta esperienza e saggezza che vanno quindi conservate e protette.

Menzione d’onore finale per i Paesi non membri dell’UE ma attivi nella collaborazione internazionale. In prima fila la Svizzera e la sua partecipazione attiva a molti programmi europei di ricerca medica. Un buon esempio per i Britannici, ormai in via d’uscita a causa della Brexit, ma protagonisti fino a ieri della scienza e della sanità europee.

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