Primo Levi, la Storia da ricordare sempre 

Nato a Torino nel 1919, ebreo di famiglia borghese, laureato in Chimica e chimico di professione, catturato dai Tedeschi per le sue attività partigiane, Primo Levi viene deportato nel 1944 ad Auschwitz (campo di lavoro forzato ed insieme di sterminio): da quella dolorosissima e lacerante esperienza scaturisce il desiderio di narrare il ricordo mai estinto della terribile esperienza, che vede compimento nell’opera Se questo è un uomo.

Per una serie di circostanze relativamente “fortunate” verso la fine della guerra il governo tedesco, data la crescente scarsità di manodopera, stabilisce di allungare la vita media dei prigionieri da eliminarsi, sospendendo temporaneamente le uccisioni ad arbitrio dei singoli.

L’Autore scrive: “Non si tratta di forza ma di fortuna: non si può vincere con le proprie forze in un lager. Sono stato fortunato: per essere stato chimico, per aver incontrato un muratore che mi dava da mangiare, per aver superato le difficoltà del linguaggio […]; non mi sono mai ammalato, tranne una volta, alla fine, così sono riuscito ad evitare l’evacuazione dal lager. Gli altri, i sani, sono morti tutti, perché rideportati verso Buchenwald e Mauthausen in pieno inverno.

Afferma inoltre: “Devo dire che l’esperienza di Auschwitz ha...

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