Processo di Norimberga: 75 anni dopo

Probabilmente il processo più famoso della storia, quello di Norimberga, iniziò il 20 novembre del 1945 e consegnò alla storia la memoria di cosa furono i crimini nazisti e l’Olocausto. Il Tribunale era presieduto da otto giudici, due per ciascuno dei Paesi alleati, e si trovava di fronte 24 principali esponenti dello stato nazista e poi oltre 185 accusati, tra medici, giuristi, membri della polizia e delle SS, capi industriali, ministri e alti funzionari dello stato nazista. La scelta di Norimberga non fu immediata, infatti inizialmente si sarebbe voluto far svolgere il processo a Berlino, ma, tra le macerie della città, non c’era un edificio integro in grado di accogliere lo svolgimento del processo, così la città che i nazisti avevano scelto per le loro riunioni annuali di partito divenne il luogo dove si sancirono per i posteri le tracce di ciò che aveva fatto il regime di Hitler.

Il primo dei processi tenutisi a Norimberga (e che durarono un anno) ebbe inizio alle 9,40 del 20 novembre 1945. Le cronache del tempo ricordano come la mattina del processo fosse fredda e grigia. L’aula del processo, grande e anch’essa gelida, poteva contenere 500 persone. A sinistra c’era lo spazio degli imputati. C’era posto per 22 persone e ogni banco disponeva di undici cuffie per le traduzioni simultanee. Poi gli avvocati e le tribune per i testimoni. Nell’altra parte dell’aula, divise da una transenna, tre file di poltrone riservate ai giornalisti. Pubblico, politici e militari sedevano altrove. Più di 400 spettatori assistettero alle udienze ogni giorno per quasi un anno.

Gli imputati furono: Wilhelm Keitel, comandante supremo delle forze armate tedesche; l’esponente politico nazista, Franz von Papen; il Maresciallo del Reich, Hermann Goering; Rudolf Hess, l’uomo che Hitler aveva indicato come suo successore – al processo sostiene di aver perduto la memoria, ha lo sguardo assente e tiene in mano un vecchio libro di antiche leggende bavaresi. C’erano poi Joachim von Ribbentrop, diplomatico senza scrupoli; il generale Ernst Kaltenbrunner; Alfred Rosenberg, filosofo del movimento nazista; Hans Frank, Governatore della Polonia occupata; e Wilhelm Frick, Ministro dell’interno del Reich. Poi Julius Streicher, Walther Funk e quindi il famoso finanziere Hjalmar Horace. Gli altri criminali che comparirono a Norimberga quel 20 novembre del 1945 furono l’ammiraglio Karl Doenitz; l’ammiraglio Erich Raeder; l’ex capo della gioventù hitleriana Baldur von Schirach; e Fritz Sauckel, lo spietato organizzatore del lavoro forzato. Tra gli imputati comparirono il più potente generale dell’esercito tedesco, Alfred Jodl; e Arthur Seyss-Inquart, austriaco, colui che aprì le frontiere dell’Austria alle truppe tedesche. Il più giovane dei criminali a processo, aveva 37 anni ed era Albert Speer, ex ministro degli armamenti del Reich, mentre il più anziano tra coloro a processo era Konstantin von Neurath. A processo c’era anche Hans Fritzsche,  commentatore radiofonico che aveva avuto un ruolo nella propaganda del regime nazista. 

Il processo iniziò alle ore 10, quando la corte fece il suo ingresso nell’aula e il giudice Lord Geoffrey Lawrencelesse una dichiarazione di apertura, tradotta in simultanea per quanti non parlavano inglese:

“Il processo che sta per iniziare è unico nella storia della giurisprudenza del mondo, ed è di suprema importanza per milioni di persone. Per questi motivi incombe su chiunque prenda parte a questo processo la solenne responsabilità di assolvere i propri compiti senza timori ne favoritismi, secondo i nostri principi della legge e della giustizia. Tutti gli interessati hanno il dovere di far si che il processo non si discosti in alcun modo da quei principi e da quelle tradizioni che da soli danno alla giustizia la sua autorità ed il posto che essa dovrebbe occupare nella vita di tutti gli stati civili.”

Quattro furono i capi d’accusa formulati in 25mila parole:

  • cospirazione contro la pace
  • attentati contro la pace
  • crimini di guerra
  • crimini contro l’umanità

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La mattina del 30 settembre del 1946 nel tribunale di Norimberga è letto il verdetto. Per dodici volte il presidente ripete la condanna a morte per impiccagione.  Per gli altri accusati, le pene sono minori. In due soltanto vengono assolti. 

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20 novembre 2020: a settantacinque dal processo è giusto ricordare. Per il resto, per spiegare, ci sono i libri di storia. (Federico Camia)

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