Quando il consumo è 100% green

di Gilda Ciaruffoli

Si chiama Green Pea il primo Green Retail Park al mondo dedicato al tema del Rispetto, aperto a dicembre 2020 a Torino, nel quartiere Lingotto, di fianco al primo Eataly. Terzo progetto imprenditoriale della famiglia Farinetti (dopo Unieuro e Eataly), si tratta di 15.000 metri quadri in cui scoprire un nuovo modo di consumare: in vendita ci sono solo prodotti sostenibili caratterizzati da un pisello verde impresso su ogni prodotto, simbolo di una vera e propria inversione di rotta nella produzione e nel consumo. Perché un pisello? Perché, dichiarano, “nasce dalla Terra, è un prodotto che ha bisogno di acqua, come la vita sulla Terra, è sferico, come la Terra, è inclinato di 23°27’, come l’asse terrestre; è verde, come dovrebbe essere la Terra”.

“Dopo l’ottima esperienza nel mondo del cibo, con il modello Eataly – recita il terzo punto del Manifesto del progetto – Green Pea si occupa degli altri mercati: i beni che costituiscono la parte più corposa delle nostre attività di consumo: l’energia, il movimento, vestirsi, la casa e il tempo libero. Intendiamo dimostrare che è possibile, da subito, acquistare prodotti e servizi di grande qualità e bellezza, costruiti in armonia con la Natura e funzionali a una forma di utilizzo responsabile”. I luoghi ospitati da Green Pea (progettato degli architetti ACC – Cristiana Catino e Negozio Blu Architetti Associati – Carlo Grometto come un luogo dalle caratteristiche di un “organismo naturale”) sono in tutto 72, distribuiti su cinque piani: i primi 4 – Life, Home, Fashion, Beauty – dedicati a cambiare il rapporto con l’energia, il movimento, la casa, l’abbigliamento e il tempo libero. L’ultimo è un club dedicato all’ozio creativo, l’Otium Pea Club.

Quest’ultimo è il rooftop panoramico della struttura, in cui convivono armonicamente una piscina a sfioro con vista sulle Alpi, una spa, uno spazio eventi e un lounge bar. Qui è arrivata da poco la pluripremiata barlady Carlotta Linzalata, che prepara cocktail a metro zero utilizzando come ingredienti anche le erbe aromatiche e gli agrumi che crescono proprio sulla sommità di Green Pea. In carta è disponibile anche una selezione di piatti di Casa Vicina declinati ad hoc per il bar.

Casa Vicina è il fulcro e la colonna portante di tutta la proposta gastronomica calda del progetto Green Pea. Il ristorante, di proprietà dell’omonima famiglia piemontese, ristoratori da oltre 100 anni e 5 generazioni, si trova al terzo piano del building, sviluppandosi su una superficie di circa 300 metri quadri: in attesa di poter occupare anche gli spazi interni, dal 26 aprile è a disposizione un dehors nel quale gli ospiti potranno accomodarsi apprezzando la vista sulla collina torinese.

Quanto alla proposta food, predominano i piatti gourmet a base di verdure che meglio esprimono la visione green della cucina dello Chef Claudio Vicina, ma non mancano pietanze a base di carne e pesce, che si distinguono per l’accurata scelta delle materie prime (tra i fornitori d’eccellenza si segnala la realtà cuneese de La Granda, che pratica allevamento da agricoltura simbiotica ed è anche un presidio Slow Food in riferimento alla tutela della carne di bovini di razza pura Piemontese), senza dimenticare i dolci di Anna Mastroianni.

Interessante anche la carta dei vini, che racchiude un’accurata selezione di proposte italiane e internazionali, curata da Stefano Vicina, Sommelier e Maître di Sala, con particolare attenzione per la scelta di vini biologici e in conversione. Innovazione, sostenibilità e sperimentazione sono invece le parole d’ordine su cui si basa la filosofia e, di conseguenza, l’offerta enogastronomica di cento Vini e Affini, al terzo piano del Green Retail Park torinese. Si tratta di un bistrot di nuova concezione, aperto dalla colazione fino al dopo cena, realizzato in collaborazione con Fontanafredda (che ha curato la selezione dei vini con particolare attenzione a quelli biologici e biodinamici) e l’insegna torinese Affini.

500 metri quadri suddivisi tra un’ampia area interna, circondata dalla più grande libreria italiana dedicata alla sostenibilità, in collaborazione con Feltrinelli, e due aree esterne, rispettivamente una serra bioclimatica e una terrazza, a cui si aggiunge un’area fumatori. Proprio queste ultime sono disponibili al momento per accogliere gli ospiti in attesa di poter consumare anche all’interno. 100 Vini e Affini si contraddistingue per un’offerta eno-gastronomica “pop-sorprendente” e rispettosa dell’ambiente. Si tratta di un vero e proprio laboratorio di ricerca che punta ad aprire frontiere inesplorate nel campo della liquoristica, della birra, della miscelazione e della proposta gastronomica, attraverso la sinergia con intraprendenti realtà del territorio. È il caso dello storico marchio “Distillerie Subalpine”, con cui Affini presenta una nuova linea di liquori e distillati d’ispirazione “home made”, puntando sulla qualità e sulla naturalità degli ingredienti. Altrettanto degne di nota sono anche le collaborazioni con Lurisia, con Caffè Vergnano e con il birrificio artigianale Baladin; quest’ultima partnership si è concretizzata, tra l’altro, nella realizzazione di 6 distillati mono varietali di luppolo unici nel loro genere e creati apposta per 100 Vini e Affini. Un’altra grande novità di questa collaborazione è la Baladin organic craft beer, una lattina costruita con alluminio riciclato che, una volta consumata, potrà essere riutilizzata come bicchiere: un gadget utile e sostenibile da portare a casa come ricordo dell’esperienza vissuta.

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