Quel ladro del 2020

Sarebbe stato bello aver potuto rinviare il primo gennaio al tempo in cui questa strana cappa, sotto la quale stiamo vivendo ormai da quasi un anno, si fosse dissolta.

Abbiamo avuto voglia di cacciare il 2020 con l’illusione che con l’ultimo rintocco della mezzanotte ogni sciagura potesse essere cancellata, che si potesse festeggiare l’uscita di scena di un anno che per un verso pare abbia diluito il tempo, per un altro che l’abbia rubato.

Ha rubato vite in una maniera che neanche sapevamo esistesse fino a un anno fa, vite a persone che avrebbero continuato la loro storia, la vicenda umana, e che invece sono andate via con questo male cattivo che fa morire da soli, che strappa dalla mano dei propri cari così, da un momento all’altro. Ecco, quest’anno ha anche rubato il tempo della malattia e degli ultimi momenti della vita da condividere coi propri cari, costringendolo a una solitudine lacerante da un lato e dall’altro. 

E poi ha rubato il tempo al lavoro, alla produttività, allo studio, all’apprendimento. Sembrava che ne avessimo di più, di tempo, essendo costretti a rinunciare a una routine di vita che spesso ci travolge, ci fa andare di fretta; siamo stati costretta alla lentezza, a rimanere in casa, a dedicarci a cose cui non ci saremmo dedicati forse mai, imparare a fare il pane, sistemare le foto, svuotare la cantina. Ma era un’illusione, era cercare di riempire il tempo malato che stavamo vivendo mentre era rubato il tempo alla condivisione con i compagni di scuola, gli amici, coi nonni, con gli innamorati i colleghi di lavoro, con chi era impegnato progetti comuni che si sono dovuti fermare. 

Ha rubato il tempo che dedicavamo ad andare al cinema e al teatro, a intonare cori allo stadio, a emozionarci ai concerti, a abbracciarci nei giorni di festa, alle comunioni e ai matrimoni, perfino ai cortei nei funerali. Ha rubato il tempo alle nostre feste patronali, le processioni, le sagre di paese, quelle in cui la nostra Umanità sembra salvarsi in un mondo in cui ci si disperde nel virtuale, che però ci ha consentito di restare sempre in contatto dopo averlo spesso demonizzato. Ha rubato il tempo ai viaggi, alle gite, anche se con l’estate in modo spesso un po’ troppo imprudente abbiamo cercato di riprenderlo. Ha rubato il tempo al Natale che ha separato tante famiglie, persone care, che ne ha tenute tante completamente sole, più sole di sempre in un momento in cui il bisogno di essersi accanto è più forte che mai.  

Ma …toh, ecco, c’è stata un’alba; e il primo gennaio non ha aspettato che la pandemia finisse. Si è presentato puntuale senza poter realizzare, come con un tocco magico, le aspettative che illusoriamente abbiamo. Ma c’è una strada: che da ricordare il tempo che ci è stato rubato vogliamo pensare a quello che con fatica è stato comunque conquistato, anche in questo anno così nefasto.

Un mio amico mi ha lasciato un’eredità preziosa: qualcosa si dimentica, del bello nulla si perde. Sarà difficile dimenticare ma il sole che sorge ci ricorda il buono che ha portato , con una dedica a chi comunque ce l’ha fatta nonostante tutto, i ragazzi che si sono diplomati e laureati, le attività che con grandi sacrifici sono state reinventate per non soccombere,  quegli insegnanti che hanno lavorato ancora di più sapendo di poter dare di meno, in queste condizioni; alle vite che sono nate , alle coppie che hanno messo su casa, ai buoni raccolti, alle strade nuove che si sono costruite per superare gli ostacoli. 

Insomma la dedica e l’augurio è alla capacità che, qualunque cosa accada, si abbia la forza di interagire in maniera consapevole. L’anno che finisce che rimarrà per sempre sui libri di storia e in pochissimo tempo e in questi modi ha provocato un cambio di paradigma sociale, economico, culturale che mai avremmo potuto prevedere. 

Ecco, visto che purtroppo i guai di questo coronavirus con la mezzanotte di pochi giorni fa davvero non sono finiti, intanto il 2021 è arrivato e dobbiamo essere pronti a un cambiamento in meglio, ricordandoci di non sottovalutare mai l’importanza che abbiamo come individui e che ognuno di noi ha una sfera di influenza che può intervenire in un risultato collettivo. Per cui anche se c’è questo semimiracolo della scienza umana che – al di là di scetticismi comprensibili- ha creato grazie al progresso scientifico un vaccino efficace, dobbiamo continuare a usare prudenza con mascherine igiene delle mani e questo faticoso distanziamento – asociale più che sociale ci sarebbe da dire!! E questa potenza può servire a affrontare tanti ostacoli, davvero

Col pensiero a chi sta soffrendo, a chi in questo momento tragico ha perso anche la casa con il sisma e a chi vive nelle guerre e nella miseria, a chi sta lottando nelle corsie, a chi non ce l’ha fatta e a chi è rimasto… e a tutti noi, e al tempo che ci dobbiamo riprendere. Auguri a tutti. 

“…ma nei sentieri non si torna indietro/ altre ali fuggiranno dalle paglie della cova / perchè lungo il perire dei tempi/l’alba è nuova, è nuova”. Rocco Scotellaro 

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