Questo frutto può aiutarci per affrontare al meglio il cambiamento climatico

La pera è la regina della filiera sostenibile

Non tutti sanno che la pera è un “falso frutto”, al pari della mela o della nespola. Il vero frutto, infatti, è costituito dal torsolo, non dalla polpa morbida, dolce e succosa che lo avvolge e che è chiamata “ricettacolo”. Ma la sua bontà è autentica, tant’è vero che le pere sono i primi frutti che vengono fatti assaggiare ai bambini.

Ne esistono numerose tipologie, una diversa dall’altra per caratteristiche e usi consigliati. Alcune possono essere gustate al naturale, sgranocchiate o affettate a carpaccio, altre si prestano a frullati e cotture, altre ancora sono perfette per i taglieri di latticini e salumi.

L’Italia è la principale produttrice in Europa della varietà Abate Fetel, che si può acquistare da settembre ai primi di giugno. È ottima da abbinare, a crudo, a formaggi e salumi e da usare nella realizzazione di primi succulenti, come i risotti.

Anche la Kaiser (da settembre ad aprile), con una polpa consistente e ricca di aromi, si presta alle preparazioni ai fornelli. È prelibata se viene fatta cuocere nel vino rosso, quando viene caramellata o come ingrediente per strudel e torte.

La Santa Maria viene raccolta tra fine luglio e inizio agosto. Ha una polpa molto bianca, soda e croccante, che la rende adatta alle insalate e in accompagnamento delle tartare.

La Williams, che si trova in commercio da fine agosto fino a febbraio, diventa molto morbida e dolce quando è matura, cioè quando arriva al punto giusto per utilizzarla per preparare golose salse e confetture.

Per la Decana, invece, bisogna aspettare i mesi freddi: si trova per lo più da novembre ai primi di maggio. Ma ne vale la pena: la sua polpa fondente e burrosa è deliziosa al naturale, per frullati e in abbinamento a formaggi e mieli.  

È incentrato proprio sulla pera il nuovo progetto comunitario europeo, ampio e articolato, intitolato “Pears with love: a case study of sustainable agriculture”. L’iniziativa è promossa da Apo Conerpo – l’organizzazione di produttori ortofrutticoli che detiene la leadership continentale nel settore dell’ortofrutta fresca – e cofinanziato dalla Comunità Europea. Si tratta di un piano triennale, rivolto ai consumatori di Italia, Germania e Francia.

Suo obiettivo è quello di raccontare la filiera agricola in questione, anche attraverso i social, facendola conoscere come esempio di sostenibilità “dal campo alla tavola”, sensibilizzando sull’impegno degli operatori del settore per affrontare il cambiamento climatico, proteggere l’ambiente e preservare la biodiversità. In questo modo, contemporaneamente, si sviluppano economie più circolari e stili di vita sani e sostenibili.

Ecco qualche primo contenuto appena diffuso online nell’ambito del progetto. Potare l’albero del pero è importante per aiutare la luce e l’aria a circolare tra i rami, ma favorisce anche la maturazione uniforme e la qualità del frutto. Inoltre, in questo modo vengono stimolate la produzione della pianta e la sua crescita in modo sano, cosicché, successivamente, la raccolta risulta più facile e abbondante. 

Della pera non si butta via nulla. I frutti che non si possono vendere al mercato del fresco vengono infatti destinati all’industria di trasformazione, alla distribuzione gratuita o, se non sono adatti al consumo, vengono trasferiti alla distillazione, alla biodigestione (fermentazione dei rifiuti organici) o alla produzione di compost (fertilizzante organico).

La ricetta furba. Sapevate, infine, che c’è un modo godurioso per mangiare la pera interamente, buccia compresa? Basta tagliarla a metà, eliminare il picciolo, spolverizzarla di zucchero, cannella. Poi mettetela in forno a 180°C per circa 25 minuti. Servitela con una pallina di gelato: una squisitezza.

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