RSI e italofoni in Svizzera al centro del convegno CORSI a San Gallo

Foto: Il saluto iniziale del presidente della Confederazione Ignazio Cassis

Più di un terzo della popolazione svizzera dichiara di avere una competenza almeno parziale dell’italiano. Quindi l’italiano e gli italofoni non sono confinati a Sud delle Alpi, anzi, la maggior parte vive nelle regioni tedescofone e francofone della Confederazione. La RSI, servizio pubblico radiotelevisivo in lingua italiana, deve quindi poterli raggiungere tutti. Ma come? Con quali mezzi e offerte? E quali sono le aspettative, oggi, nei suoi confronti da parte di rappresentanti italofoni del mondo scolastico, giovanile, politico, culturale?
Questi temi sono stati al centro del convegno “L’italofonia e il ruolo del servizio pubblico dei media” organizzato dalla CORSI, in collaborazione con il Forum per l’italiano in Svizzera, svoltosi sabato 7 maggio 2022, nel Forum St.Katharinen a San Gallo e che ha visto la partecipazione di oltre cento persone. Il convegno ha seguito la pubblicazione del rapporto “La posizione dell’Italiano in Svizzera: uno sguardo sul periodo 2012-2020 attraverso alcuni indicatori”, commissionato dal Forum per l’italiano in Svizzera all’Osservatorio linguistico della Svizzera italiana (OLSI) e al Dipartimento formazione e apprendimento (SUPSI-DFA) con la collaborazione dell’Alta scuola pedagogica dei Grigioni (PHGR).  
Alla giornata di riflessione e dibattito, che si è aperta con il saluto video di Ignazio Cassis, presidente della Confederazione, hanno partecipato Luigi Pedrazzini, presidente CORSI, diverse personalità italofone del mondo politico, diplomatico, accademico svizzero, Gilles Marchand, direttore generale della SRG SSR e Mario Timbal, direttore della RSI.
Quattro le tavole rotonde susseguitesi durante la giornata: Plurilinguismo svizzero – sfide e opportunità per l’italiano in Svizzera; La salute dell’italiano: promozione e valorizzazione nel servizio pubblico dei media; Italiano oltralpe: attese delle cattedre e scuole nei confronti del servizio pubblico dei media; Un servizio pubblico radiotelevisivo per i giovani: cosa fa la RSI per i giovani e a quali aspettative risponde?

Il giorno precedente, venerdì 6 maggio, si è svolto un seminario rivolto ai giovani italofoni d’oltre Gottardo, che hanno preso parte ad attività pratiche incentrate sui mezzi di comunicazione e la qualità dell’informazione: particolare attenzione è stata data alla comunicazione digitale e alle fake news. Grazie al sostegno della professoressa Eleonora Rothenberger, sono stati coinvolti la Scuola cantonale am Burggraben di San Gallo, la Scuola cantonale di Kreuzlingen, l’Alta scuola pedagogica di Coira, l’Alta scuola pedagogica di San Gallo e l’Alta scuola pedagogica del Turgovia.  La CORSI ha proposto il progetto “Sarà vero?” incentrato sulle false notizie online, mentre la RSI ha proposto la realizzazione di un video per SPAM (il format di video per social network di informazione, attualità e intrattenimento dedicati ai giovani).

Da sinistra: Diego Erba, coordinatore Forum per l’italiano in Svizzera, Anna Giacometti, consigliera nazionale, Ada Marra, consigliera nazionale, Giangi Cretti, giornalista (moderatore), Alessandro Bosco, presidente Società Dante Alighieri Zurigo, Jon Domenic Parolini, consigliere di Stato GR

I partecipanti al Convegno del 7 maggio 2022 hanno formulato le seguenti raccomandazioni finali all’indirizzo delle autorità federali, cantonali e comunali, come pure della SRG SSR e agli altri media italofoni presenti Oltralpe:

1.           la SRG SSR attraverso i suoi canali valorizza la lingua e la cultura italiana con servizi e programmi rivolti alla presenza italofona in Svizzera. Tale compito coinvolge tutte le emittenti radiotelevisive e non solo la RSI, Radiotelevisione svizzera di lingua italiana. Quest’ultima deve però assumere un ruolo più attivo nel programmare servizi e contenuti rivolti agli italofoni d’Oltralpe, senza quindi indirizzarsi al solo pubblico della Svizzera italiana;

2.           in ambito formativo le autorità federali, cantonali e comunali devono riservare maggiore attenzione all’offerta della lingua italiana nelle scuole obbligatorie dando a questo insegnamento uno statuto maggiormente solido rispetto all’attuale offerta di lingua facoltativa. A livello liceale poi si ribadisce il principio secondo cui l’italiano deve rimanere una disciplina fondamentale offerta obbligatoriamente agli/alle studenti/esse, mentre nel settore professionale è da valorizzare maggiormente l’offerta dell’italiano, segnatamente in ambito commerciale, anche in riferimento ai rapporti in essere tra la Svizzera e l’Italia;

3.           le cattedre d’italiano presenti nelle università e le scuole universitarie professionali (comprese le alte scuole pedagogiche) svolgono un importante compito formativo e di promozione culturale. Esse sono un segno distintivo del nostro plurilinguismo ed è fondamentale che il servizio pubblico mediatico si prodighi per dare loro visibilità. Il ruolo di questi istituti deve essere maggiormente riconosciuto anche dalle autorità responsabili. In questo contesto è quindi da evitare, come purtroppo è già avvenuto per le cattedre, il loro inopportuno ridimensionamento;

4.           i media italofoni presenti sul territorio svizzero, e in particolare i media del servizio pubblico, devono maggiormente considerare le nuove forme di comunicazione rivolte al pubblico giovane, offrendo programmi accattivanti in risposta alle loro attese e ai loro interessi. 

Da sinistra: Gilles Marchand, presidente SRG SSR, Jeanette Häsler Daffré, Consiglio regionale SRG Deutschschweiz, Simona Cereghetti, Giornalista RSI (moderatrice),
Mario Timbal, direttore RSI, Davide Scruzzi, già Giornalista NZZ, Segretario generale, dipartimento degli Interni, San Gallo
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