San Gallo ha il suo Console Onorario

Dopo alcuni di anni di sofferenza la comunità di San Gallo ha di nuovo un punto di riferimento locale relativamente al rapporto amministrativo con lo Stato Italiano: il 18 gennaio scorso è stato insediato ufficialmente il Console Onorario di San Gallo, Georges Burger, una cerimonia onorata da molti connazionali e da una foltissima presenza di autorità italiane e svizzere. Ne parliamo con Paolo De Simeis, responsabile della Pubbliche Relazioni del Comites di San Gallo che il 18 gennaio scorso ha moderato la cerimonia d’insediamento del Console Onorario.

Signor De Simeis, si è finalmente concluso il braccio di ferro con lo Stato Italiano e San Gallo ha quanto meno il Console Onorario, la cui istituzione era stata pubblicata nella GU del 1° agosto 2017. Ma ci sono voluti altri due anni e mezzo per l’effettività del decreto istitutivo, per quale ragione?

All’indomani della pubblicazione del decreto istitutivo del Console Onorario di San Gallo, il Comites ed il Centro Culturale, in collaborazione con il Console Generale Alaimo si sono subito messi alla ricerca di personalità che potessero essere all’altezza dell’incarico. Il Comites stesso, in una sua seduta indicò qualche nominativo, ma tali tentativi “naufragarono” per vari motivi: opportunità politica, anzianità dei personaggi, rifiuto o incompatibilità. Finalmente la ricerca è sfociata nell’accettazione del signor Georges Burger, già funzionario dell’amministrazione cantonale di San Gallo e prima ancora Capo della Polizia del Cantone di Appenzello.

La stampa ha dato ampio risalto alla cerimonia d’insediamento del 18 gennaio scorso e tanti si sono appuntati la medaglia sul petto per questo successo. A ben vedere, però, Comites e Centro Culturale di San Gallo hanno sviluppato un’azione congiunta sul Governo fin dal 2014, con forti pressioni politiche e addirittura con un ricorso al TAR…

È risaputo che, quando si ottengono risultati positivi, soprattutto nella società civile o politica, spuntano sempre tanti “padri”, che magari nulla hanno a che vedere con tale risultato. Così è stato anche a San Gallo. La verità è che, però, le uniche istanze che hanno sempre tenuto ferma la barra della richiesta di servizi consolari sostitutivi sono state il Comites (con a capo il Presidente Giacinti) ed il Centro Culturale di San Gallo (nella persona del responsabile R. Ferrarese), con il fattivo sostegno del Console Generale di Zurigo, min. Giulio Alaimo. Un aiuto è stato dato anche dai parlamentari del tempo eletti in Svizzera. La nomina del Console onorario è stata quindi la “vittoria” di un team, che ha saputo con pazienza e tenacia portare a casa il risultato.

Il Governo italiano ha nominato il Signor Georges Burger Console Onorario di San Gallo. A suo vedere si limiterà alla semplice espletazione dei servizi amministrativi, oppure sarà anche un supporto per la rete di rappresentanza della comunità italiana della Svizzera orientale?

Il Console Burger avrà, a mio avviso, soprattutto il compito di rappresentanza della comunità italiana della Svizzera Orientale e delle sue istanze nei confronti delle Autorità Cantonali. Ciò non toglie che egli possa o debba anche espletare servizi amministrativi.

La qualificata e numerosa presenza delle autorità cantonali alla cerimonia d’insediamento del Console Onorario fa intuire che c’è molta attesa verso il nuovo interlocutore. Come definirebbe lo stato dei rapporti attuali con le Istituzioni cantonali e comunali?

In tutta la questione della chiusura del Consolato nel 2014, le Autorità cantonali, cittadine e universitarie della Svizzera Orientale hanno dimostrato ininterrottamente il loro sostegno alle richieste della Comunità Italiana. Ed è stato grazie alle rappresentanze di Comites e Centro Culturale se i rapporti con l’italianità non si sono interrotti definitivamente. E qui segnalo la positiva esperienza del ricevimento ufficiale dei Governi Cantonali di San Gallo, Turgovia, Appenzello e Principato del Liechtenstein del Comites “in corpore” già dal maggio 2015. Attualmente i rapporti con le autorità svizzere locali sono ottimi e improntati alla fattiva collaborazione, come ha evidenziato la presenza dei ministri cantonali e di sindaci alla cerimonia d’insediamento.

L’Università di San Gallo ha rappresentato un punto di riferimento alto per la cultura italiana, soprattutto con la presenza del Prof. Renato Martinoni, professore ordinario di Letteratura italiana fino alla fine del 2017, che coltivava anche un fruttuoso rapporto con la comunità italiana. Come valuta la situazione attuale?

A dire il vero, dopo la nomina ad “emerito” del prof. Martinoni, che ha lasciato San Gallo, non abbiamo visto particolare attenzione ed interesse da parte dei successori.

A giudicare dai social-media anche nella Svizzera orientale sono arrivati molti “nuovi italiani”. Avete sviluppato azioni particolari per intercettare i bisogni di questa nuova emigrazione e per aiutarli nell’inserimento?

Il Comites di San Gallo ha attivato un “ufficio nuovi arrivi” che funziona due volte la settimana per la consulenza e l’indirizzo immediato di coloro – soprattutto giovani – che arrivano dall’Italia. Ancor più: ha poi istituito dei corsi di lingua tedesca per principianti. Tutto grazie al contributo del Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale/ Direzione Generale Italiani all’Estero. Tali iniziative hanno luogo grazie alla collaborazione del Centro Culturale e dei suoi spazi.

 

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