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Saranno gli antichi spartani redivivi, i killer del monastero?

Il trono di Dio. La Recensione di Moreno Macchi. “I capitoli di questo thriller sono spesso punteggiati da note di sottile humour o da appunti storici messi in bocca all’uno o all’altro dei personaggi, che…”

Moreno Macchi

«Che mi venga un colpo.
I monaci hanno
telecamere nascoste
per spiare le baby-sitter»

«A suo modo di vedere,
l’umorismo
era un’ottima alternativa
all’alcoolismo»

Kuzneski Chris
Il trono di Dio (romanzo)
Casa Editrice Nord

Cosa mai potranno avere in comune un monastero abbarbicato su un picco scosceso della Grecia, difficilissimo da raggiungere (se non dalle aquile ammesso che ce ne siano in Grecia!) nel quale vive un solo monaco e sull’altar maggiore del quale ristagnano ancora fresche fresche le tracce di sangue di numerose vittime poi precipitate giù da un dirupo, le 16 telefonate notturne a cui Jonathon (sic!) Payne non ha potuto rispondere, più qualche messaggio sulla sua segreteria telefonica (praticamente incomprensibile per via della linea assai disturbata) e la preziosissima collezione di reperti antichi di Petr Ulster seminascosta in una località svizzera?

Per saperlo dovrete affrontare le 424 pagine del volume che abbiamo ora in mano!

Quello che possiamo ancora dirvi è che l’inchiesta nel monastero è subito affidata e magistralmente condotta da Marcus Andropoulos della polizia locale, che asseconda il celeberrimo Nick Dial, uno dei membri più prestigiosi dell’Interpol e miglior investigatore del mondo (secondo il narratore anonimo che possiede ovviamente tutte le chiavi del mistero e che può penetrare nei meandri più reconditi dell’animo dei suoi personaggi), giunto lì proprio per risolvere l’intricato caso che potrebbe coinvolgere più nazioni (e lui fortemente lo spera!), ciò che gli permetterebbe di proseguire l’inchiesta che sarebbe altrimenti immediatamente affidata alla polizia locale.

Apprendiamo anche che le misteriose telefonate ricevute da Payne a St. Petersburg (America) provenivano da San Pietroburgo (Russia) e da un telefonino che un ragazzino ha ritrovato in un cestino per i rifiuti della città. E che il telefonino che aveva appunto svegliato Payne nel bel mezzo della notte, apparteneva a un tale Richard Byrd, un ricchissimo e aitante amico di Ulster, che purtroppo sparisce appena apparso, sotto gli occhi attoniti e terrorizzati di Allison Taylor che stava per incontrarlo, fulminato da un precisissimo e unico colpo di pistola con silenziatore sparato da ignoti, che lo precipita ad arrossare la limpida, trasparente e spumeggiante acqua di una delle splendide fontane che ornano i sontuosi giardini del Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo. Il suo silenzio è così definitivamente sancito…

Sarà terminato anche il suo percorso nella storia? Il suo amico e collega Ulster è anche lui in grave pericolo? Vedremo.

Dato che – come accade nei più classici thriller, nei romanzi d’avventura alla moda e nei migliori film di James Bond – l’azione si sposta costantemente da un luogo all’altro (dagli USA alla Russia poi dalla Grecia alla Germania) seguendo il ritmo dei capitoli, sorprendiamo ora Andropoulos e Dial che stanno esaminando attoniti le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza del monastero, sulle quali appaiono cose davvero strane come una spada lunga circa un metro fatta di due metalli diversi: lama di metallo argenteo e impugnatura d’oro o di bronzo brandita da un colosso munito di casco pure quello apparentemente di bronzo e da pettorali d’armatura che lasciano libere le braccia muscolose da culturista.

I capitoli, a volte brevi a volte un po’ più lunghi e complessi sono spesso punteggiati da note di sottile humour o da appunti storici messi in bocca all’uno o all’altro dei personaggi, che presentano tutti caratteristiche particolari atte a subito poterli risituare nella storia principale, anche se spariscono per qualche tempo agli occhi del lettore.

La descrizione dei luoghi in cui si svolgono le diverse azioni è a volte assai dettagliata a volte più sommaria, ma ci permette sempre di visualizzare in modo abbastanza preciso la scenografia in cui sono calati gli avventurosi protagonisti.

Così mentre Payne e il suo amico/collaboratore David Jones si stanno facendo confezionare carte false da uno specialista della cosa in un poco noto paesino della Germania per potersi recare in Russia a risolvere il mistero della morte di Richard Byrd a bordo di un peschereccio finlandese dal coloratissimo capitano, Payne e Andropoulos scoprono in una cripta segreta del monastero (molto frettolosamente evocata dal narratore visto che tutti conosciamo più o meno bene misteriose cripte!) un assai inquietante e macabro bottino.

E come nostra abitudine ci fermeremo qui soprattutto per non essere tentati di svelarvi chi è Alexsej Kozlov e qual è il suo ruolo nella storia.

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